Ricciardo deluso della Red Bull: ha bucato il muro dell'hotel con un cazzotto
Daniel Ricciardo si sente un elemento estraneo alla Red Bull: mentre Verstappen raccoglie risultati importanti, l'australiano colleziona ritiri per i problemi di motore. E a far crescere la tensione ci pensa Marko che gli ricorda che dovrà passare i prossimi due anni con la Renault.
Daniel Ricciardo, Red Bull Racing, sul retro di una moto, dopo il ritiro
Jerry Andre / Motorsport Images
Nelle prime sei gare del Mondiale 2018 Daniel Ricciardo ha conquistato 72 punti, grazie soprattutto ai due successi ottenuti nel Gran Premio di Cina e quello di Monaco.
All’indomani della vittoria nel Principato si è parlato di un Ricciardo in corsa per il Mondiale, con una classifica che lo vedeva al terzo posto (a ventiquattro punti da Vettel) e davanti a Bottas, Raikkonen e Verstappen, con quest’ultimo staccato di ben 37 lunghezze.
Un momento d’oro per Daniel, che si è seduto al tavolo delle trattative con la Red Bull per il rinnovo contrattuale in una posizione di forza.
Nulla poteva far pensare che in realtà Ricciardo fosse nell’anticamera del periodo peggiore della sua carriera, come si è poi rivelata la sua stagione dopo il Gran Premio di Monaco. Nelle dodici gare successive alla trasferta di Monte Carlo, Ricciardo non è mai più riuscito a salire sul podio, racimolando solo 74 punti e incassando ben cinque ritiri.
Una sequenza di gare in cui Verstappen il podio lo ha frequentato in ben sette occasioni, totalizzando 156 punti nella classifica del Mondiale.
I motivi? Soprattutto uno, ovvero la mancanza di affidabilità della power unit Renault, che sembra colpire solo la monoposto dell’australiano. L’ultima conferma del periodo nero di Ricciardo è arrivata nel Gran Premio degli Stati Uniti, ed anche l’inossidabile ottimismo di Daniel ha accusato il colpo.
In Giappone le telecamere lo avevano inquadrato quando, ancora con il casco in testa, ha urlato la sua rabbia per lo stop arrivato al via della sessione Q2 in qualifica (oltre ai ritiri in gara i problemi non sono mancati in prove e qualifiche).
Ad Austin, dopo l’ennesimo stop arrivato nel nono giro del Gran Premio, Ricciardo ha lasciato la pista mentre Raikkonen tornava sul gradino più alto del podio, rilasciando poche dichiarazioni: “Sono certo che il mio stop sia dovuto alla batteria, si è spento tutto di colpo. Lo so perché mi è già successo in Bahrain…”.
Ma la rabbia covava ancora, e in serata nella sua camera d’albergo Ricciardo ha tirato un pugno contro una parete di una violenza tale da creare un buco.
L’episodio è stato riferito da Verstappen, suo vicino di camera: “Confermo, ero nella stanza accanto, e lo capisco, sono momenti in cui ci si sente davvero male, e posso dirlo perché mi è capitato un periodo simile lo scorso anno”.
Sarà un caso, una coincidenza, ma è una situazione che colpisce. Come colpisce che in casa Red Bull non si facciano poi tanti problemi, viste le dichiarazioni di Helmut Marko dopo la gara di Austin:
“Poveretto, avrà questi problemi per altri due anni, mentre noi credo che la prossima stagione potremo già lottare per il Mondiale con la power unit della Honda”.
Se non proprio uno sbeffeggio è qualcosa che gli assomiglia un po', ed il riferimento è preciso sulla scelta di Ricciardo di lasciare la Red Bull per passare proprio alla Renault.
A Milton Keynes non sono famosi per l’eleganza, soprattutto quando a parlare è Helmut Marko, ma sembra un po' troppo per un pilota che ha avuto molto, ma anche ha dato tanto ai colori che indossa, decidendo di cambiare aria solo quando intorno a lui ha preso forma un fan club (volendo anche giustificato) dedicato al suo compagno di squadra.
Coincidenze, ripetiamo, però non può non colpire vedere un pilota come Daniel Ricciardo messo da parte in modo così immeritato. Ormai però il peggio è alle spalle, mancano tre weekend di gara poi inizierà una nuova avventura, sperando che il prossimo urlo possa essere di gioia. Lo merita un gran pilota, e soprattutto lo merita una grande persona.
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