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Ricciardo: "Dal 2024 potremo tornare a lottare per vincere"

L'australiano sta attraversando un anno difficile, ma mantiene intatte le sue ambizioni e guarda avanti: "Sembra assurdo farlo, perché il 2024 è lontano, ma mi tiene motivato e potremo disporre di tutte le infrastrutture che ci servono".

Daniel Ricciardo, McLaren, sulla griglia di partenza

Daniel Ricciardo, McLaren, sulla griglia di partenza

Jerry Andre / Motorsport Images

Daniel Ricciardo è incappato quest'anno in una delle stagioni più difficili da quando corre in Formula 1. Forse, la più dura. Arrivato in McLaren dopo un anno in cui è riuscito a riportare la Renault sul podio dopo diversi anni, l'australiano - così come il team di Woking - pensava di poter mettere a disposizione della squadra la sua esperienza e il suo talento, ma le cose sono andate diversamente.

L'adattamento alla MCL35M è stato lento, complicato, e non è ancora terminato quando siamo giunti alla pausa estiva del Mondiale che segna la metà della stagione 2021. A rendere tutto più complicato dal punto di vista del morale è vedere cosa sia riuscito a fare a parità di macchina il compagno di squadra Lando Norris.

Eppure Ricciardo non si è scomposto e ha mantenuto intatte le proprie ambizioni di poter lottare per il titolo. Di sicuro non quest'anno e nemmeno per il prossimo. Il motivo? Le strutture della McLaren, gli investimenti, sono ancora in fase d'avanzamento e, sino a quando non saranno terminati, difficilmente la squadra diretta da Andreas Seidl potrà davvero avere a disposizione l'intero potenziale.

"Il team è in grande crescita, ma ora ci sono alcuni ostacoli che sicuramente ci rallenteranno e, diciamo, non ci permetteranno di lottare per il titolo l'anno prossimo e forse per un paio d'anni. Ad esempio, non è pronta la galleria del vento. E per il puzzle della squadra è un pezzo piuttosto grande".

"Penso che, a oggi, l'obiettivo che ho è solo quello di continuare a costruire dove mi trovo ora, lavorare con la McLaren, e poi spero di mettermi in una posizione privilegiata in vista del 2024. Sembra assurdo parlare di un futuro così lontano, ma a volte devi pensarla in questo modo".

"Non voglio che qualcuno mi fraintenda, ci sto sicuramente provando. Voglio tutto e subito, voglio vincere ora. Ma immagino che l'esperienza mi faccia dire che siamo nel bel mezzo di un processo. Immagino che con l'età e la saggezza arrivi la maturità e lo faccia con più compostezza rispetto a quando ero più giovane. Mi aspettavo tutto e da tutti, ma non accadeva questo".

"Rimarrò un po' qui, per cercare di respirare, fare un passo indietro, passare attraverso questo processo e capire che c'è un motivo per cui le cose non vanno bene in questo momento. Ho bisogno di trovaer alcune risposte invece di alzare le mani e allontanarmi da tutto".

Da quando ha lasciato la Red Bull, Ricciardo ha anche dovuto cambiare le proprie ambizioni. A Milton Keynes poteva lottare - quando la monoposto glielo permetteva - per vincere e per ottenere pole position. In Renault, invece, le aspettative sono cambiate. E anche l'approdo in McLaren, sebbene si tratti di una squadra in ascesa, non ha cambiato di molto le possibilità dal punto di vista del risultati. Ricciardo, però, non se ne fa un cruccio, tanto da aver modellato le priprie aspettative per cercare di non scoraggiarsi e attendere il momento in cui potrà tornare a lottare per il massimo risultato possibile.

"In un certo senso devi cambiare un po'. Devi cercare diverse vittorie per la tua mente, anche se non sono vittorie vere e proprie. Tornando all'anno passato, una vittoria con la Renault significava portare quella macchina sul podio. Sapevo che se fossi stato in grado di farlo mi avrebbe dato la stessa sensazione di una vittoria".

"Alla fine niente batte vincere ed è quello per cui da giovane ho iniziato a fare questo lavoro. So che si vince sono se si è in una squadra di vertice o in quelle 4 monoposto all'anno. Se non lo fai, devi sapere fissare altri obiettivi per te stesso e mantenere alte le tue ambizioni, tenere alta la motivazione".

"Probabilmente la F1 è l'unico sport al mondo che ha una percentuale di vittorie così bassa. Negli sport di squadra, il 50% delle volte puoi vincere. In F1, non so, la mia percentuale di vittorie è probabilmente il 2% o qualcosa di simile. E' pazzesco. Devi trovare altri modi per godertela", ha concluso l'australiano.

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