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Retroscena Mercedes: poco "bottone magico" per salvare l'affidabilità?

Hamilton ha mantenuto circa lo stesso distacco dalle Red Bull anche in Q2 e Q3, quando di solito il motore Mercedes conta su unaumento di potenza con la mappa da qualifica. Il sgrande salto, invece, lo ha fatto la Ferrari di Vettel.

Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W08

Foto di: Andrew Hone / Motorsport Images

Valtteri Bottas, Mercedes AMG F1, Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 e Toto Wolff, Direttore del Motors
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W08
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W08
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W08
James Allison, Direttore Tecnico Mercedes AMG F1
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W08
Valtteri Bottas, Mercedes AMG F1 W08  pit stop
Mercedes AMG F1 W08, sotto i teli nel garage
Mercedes AMG F1 W08, naso e ala anteriore

Doccia fredda, anzi ghiacciata, in casa Mercedes. Hamilton e uno spento Bottas oggi si divideranno la terza fila, e anche se il team Campione del Mondo era cosciente che quello di Singapore sarebbe stato un weekend in salita, è andata peggio del previsto.

 

I due precedenti stagionali su piste ad alto carico (Monaco e Budapest) per quanto difficili erano stati più incoraggianti. Nel Principato Bottas concluse le qualifiche in terza posizione, a due millesimi da Raikkonen, mentre sull’Hungaroring le due Mercedes si piazzarono in seconda fila.

 

La Mercedes in terza fila a Singapore fa discutere. A stupire è stato il distacco di Lewis Hamilton in Q3: 635 millesimi da Vettel! Tanta roba per il pilota che conduce la classifica del mondiale piloti e per la W08 che capeggia la graduatoria della classifica Costruttori.

Cosa è successo? La sensazione è che i tecnici della Stella a tre punte, una volta tanto, non abbiano abusato dell’ormai famosissimo “bottone magico”, vale a dire la mappatura del motore che di solito viene usata in Q2 e Q3 e nei pochi momenti che possono essere risolutivi di una gara per sfruttare la massima potenza della power unit bruciando anche l’olio che viene fatto trafilare in camera di combustione dai segmenti dei pistoni.

L’overboost il pilota lo può attivare dal volante computer con un apposito manettino: la taratura può variare da 0 a 10. Se a Monza Lewis ha potuto spingersi fino a 8, a Singapore la musica sarebbe stata diversa, con valori, molto ma molto più bassi. C’è chi azzarda solo un +2 che rivelerebbe una tattica particolarmente difensiva decisa dai tecnici di Brixworth per tutelare l’affidabilità del motore 3, che è l’unità montata per le qualifiche e la gara a Marina Bay, al posto della power unit 4 che è stata omologata a Spa e usata anche a Monza.

Le parole di Lewis dopo le qualifiche sono state indicative: "Io ho dato tutto quello che potevo, ho spremuto tanto la macchina, direi che l'ho spremuta del tutto. Non c'era tanto di più da poter fare".

"Al momento, dato il quinto tempo, non ho nulla in mente per la gara di domani. E' frustrante essere in questa posizione e fuori dalla lotta con le Ferrari. Ma domani potrebbe essere un giorno diverso…".

Di solito la Mercedes riesce a trovare a partire dalla Q2 almeno tre decimi dall’incremento di potenza del solo motore in modalità da qualifica, ma questa volta questo salto non si è proprio visto.

Per trovare la prova del nove basta analizzare i distacchi del britannico dalla Red Bull di Max Verstappen durante la sessione cronometrata, visto che la Renault non gode di queste strategie spinte nell’uso dell’olio lubrificante avendo già di suo dei problemi di durata: Lewis in Q1 ha ceduto all’olandese quattro decimi di secondo, che si sono dimezzati in Q2 e sono nuovamente cresciuti a tre decimi in Q3.

Considerate le deficienze di telaio dovute al passo lungo della W08 che è poco maneggevole nel toboga di Singapore, l’incidenza della power unit 3 (che ha debuttato a Silverstone e corso in Ungheria) è stata quasi nulla dal momento che questo propulsore dovrà dividersi con il motore 4 i restanti 6 GP in calendario.

Chi ha saputo imporre un incremento di potenza è stata la Ferrari che con Vettel all’improvviso ha rifilato tre decimi a Max Verstappen e oltre sei a Lewis Hamilton. Insomma questa volta a fare la differenza (oltre a Vettel) è stato il motore della squadra di Maranello, su una pista dove la cavalleria avrebbe dovuto fare meno la differenza.

E, allora, bisogna fare un paio di considerazioni: primo, per arrivare ad Abu Dhabi senza penalità di motore anche la Mercedes ha dovuto cominciare ad adottare delle strategie difensive per non intaccare la proverbiale affidabilità (il primo dei team clienti è Sergio Perez 11esimo con la Force India); secondo, Lewis Hamilton domani potrà contare sulle stesse prestazioni di oggi, mentre Vettel sappiamo che dovrà rinunciare a un po’ di… birra e potrebbe sentire alitare sul collo le Red Bull.

La partenza, quindi, sarà determinante, perché se il tre volte campione del mondo dovesse guadagnare qualche posizione al via, allora bisognerà tenere d’occhio anche Lewis che sulla carta sarebbe relegato a stare dietro a Ferrari e Red Bull che punteranno alla stessa strategia ad una sosta delle frecce d’argento…

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