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Renault R.S.19: il bello resta nascosto, ma la pulizia del progetto è evidente

La Casa francese ha l'ambizione di avvicinare i tre top team con la monoposto curata da Nick Chester. La R.S.19 è il frutto della recente ristrutturazione della factory. La sospensione adotta il sistema a controllo idraulico da subito per estremizzare l'assetto Rake.

Renault F1 Team R.S.19

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Renault Sport

La Renault R.S.19 non ha lasciato a bocca aperta: la Casa francese, dopo aver conquistato il quarto posto nel mondiale Costruttori nel 2018, ha l’ambizione di avvicinarsi ai tre top team per cominciare quella crescita che è attesa da un marchio impegnato ufficialmente in F1.

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Presentata in uno scuro capannone di Enstone, la R.S.19 è la trasposizione della monoposto dello scorso anno al nuovo regolamento. In realtà questa è la prima impressione frutto di immagini che sono state (volutamente) scattate con tanto lavoro di Fotoshop (specie nel fondo), segno che ci sarà qualcosa di interessante da scoprire che, almeno per il momento, resterà nascosto.

Renault F1 Team R.S.19

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Photo by: Renault Sport

La monoposto di Enstone in realtà incorpora il meglio che la factory inglese è in grado di produrre dopo la profonda ristrutturazione della sede: nuovo il reparto CFD, nuove le tecnologie di additive manufactoring, la camera sterile del reparto compositi, rimodernata la galleria del vento così come i banchi di simulazione di motore e cambio.

Insomma lo staff di Marcin Budkowski dispone adesso di tutto quello che serve per essere un top team, per cui sono giustificate le aspettative di chi si aspetta di vedere Daniel Ricciardo sul podio di un GP 2019, facendo dimenticare all’australiano di aver abbandonato la Red Bull che qualche gara all’anno è in grado vincerle.

Renault F1 Team R.S.19

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Photo by: Renault Sport

La R.S.19 mostra subito una sua caratteristica: la macchina è nata con un angolo Rake estremo, segno che le nuove regole aerodinamiche non hanno condizionato l’assetto picchiato che sembrava dovesse essere ridimensionato. Con l’adozione del serbatoio da 110 kg di benzina è cresciuto l’interasse per l’allungamento della scocca (circa 25 mm).

Renault F1 Team R.S.19

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Photo by: Renault Sport

La Renault ha presentato la macchina con l’ala con cui inizierà i test di Barcellona: la semplificazione degli elementi ha portato a un disegno piuttosto elementare con l’ultimo flap a bassa incidenza già caratterizzato da linee sinuose. La sensazione è che si insista con la voglia di indirizzare i flussi all’esterno delle ruote anteriori, con una paratia laterale minimamente incurvata verso fuori.

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Photo by: Renault Sport

Il muso è piuttosto generoso e mantiene l’andamento di quello dello scorso anno, con dei piloni di sostegno dell’ala dotati di soffiaggio che sono piuttosto lunghi e che funzionano da convogliatori di flusso sotto alla scocca.

La sospensione anteriore è a schema push rod: i tecnici di Nick Chester hanno lavorato sodo per spostare quanto più in alto era possibile i due triangoli che sono piuttosto ravvicinati fra di loro onde assolvere ad un’importante funzione aerodinamica. La R.S.19 adotta il terzo elemento a controllo idraulico: a Enstone sono convinti di aver imparato a gestire l’altezza da terra per sfruttare al massimo le peculiarità dell’assetto Rake. Il braccio di sterzo è rimasto alto, mentre sulla Toro Rosso STR14 è stato abbassato.

Renault F1 Team R.S.19

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Photo by: Renault Sport

La vettura che è stata mostrata Live oggi aveva una presa dei freni enorme con tanto di palpebra in carbonio e flap annessi che non sono più concessi dalle norme. Eh sì perché la monoposto esposta era la vecchia R.S.18 con la nuova colorazione e la nuova aerodinamica, niente di più. Insomma, chi è andato alla presentazione si è ritrovato un... pacco. Certi particolari per fortuna sono spariti dalle immagini diffuse via web, ma che testimoniano come in quell’area è meglio rimediare una figuraccia piuttosto che far vedere qualcosa che si preferisce tenere nascosto.

Ci sono i turning vanes sotto alla scocca, mentre i bargeboard sono totalmente nuovi (più bassi e più lunghi) con l’attacco al telaio a ponte, seguendo un concetto dell’anno passato.

Le bocche delle pance sono molto in alto e hanno una forma rettangolare piuttosto stretta, comprese fra l’obbligatorio cono antintrusione e l’apice della fiancata.

Diciamo che hanno ripreso i canoni della Red Bull RB14, mentre la R.S.18 aveva forme più generose e tondeggianti, segno che i motoristi di Viry Chatillon sarebbero riusciti a ridurre le esigenze di raffreddamento della power unit. Nuova è anche la disposizione dei radiatori con un packaging del motore certamente più estremo.

Renault F1 Team R.S.19

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Photo by: Renault Sport

Non ci convince affatto l’engine cover con una presa dinamica del motore fin troppo massiccia che resta in linea con quella del 2018: la Haas, per esempio, sulla VF19 ha effettuato un grosso lavoro di pulizia in quell’area per cercare di migliorare l’efficienza dell’ala posteriore che sulla Renaut risulta molto coperta nella parte centrale.

Gli specchietti per il momento hanno un solo supporto dal disegno molto tradizionale, mentre il deviatore di flusso laterale si collega all’…ala centrale con un candelabro formato da cinque elementi.

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Photo by: Renault Sport

Sul fondo si osserva il bordo d’ingresso frontale che è molto rialzato: l’intenzione degli aerodinamici è di indirizzare verso questa bocca molto del flusso che deve finire nel diffusore posteriore. Se analizzate la carenatura dell’attacco del braccio superiore della sospensione anteriore, scoprirete che è disegnata per favorire l’undercut dei flussi, per orientare i vortici proprio nell’apertura del fondo.

Renault F1 Team R.S.19

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Photo by: Renault Sport

Nella vista laterale il cofano scende abbastanza, lasciando lo spazio per una pinna piuttosto vistosa.

La sospensione posteriore è a schema pull rod: anche dietro c’è il comando idraulico. Il braccio superiore evidenzia un bracket molto sporgente per evidenti esigenze aerodinamiche utili a far lavorare in modo più efficiente il diffusore. E dando credito alla soluzione lanciata dalla McLaren sulla MCL33, il tirante è infulcrato a metà del triangolo, dando in quell’area una sensazione di grande pulizia.

Lo scarico centrale, con i due terminali della wastegate che sono rimasti ai lati, è molto carenato, segno che la richiesta di estrarre aria calda dalla power unit sembra sia stata ridotta. I test ci indicheranno se si è trattato di un esercizio troppo velleitario, nel qual caso si avrebbe la conferma di un grosso lavoro svolto sul motore accreditato di una potenza di oltre 950 cavalli con un primo step di party mode per la qualifica.

Renault F1 Team R.S.19

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Photo by: Renault Sport

L’ala posteriore è sorretta da due piloni dalla forma a collo di cigno in perfetta scuola Ferrari: non c’è (per ora) la T- wing, ma solo la deck wing che “cinge” lo scarico come un vecchio Monkey seat.

Il profilo principale è stato rialzato per favorire le visibilità posteriore dagli specchietti: quello della presentazione è un elemento rettilineo molto semplice con un flap mobile più alto di 20 mm che dovrebbe rendere il DRS nuovamente utile a favorire i sorpassi (più dell’ala anteriore semplificata).

Renault F1 Team R.S.19

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Photo by: Renault Sport

La sinuosa paratia laterale ha un soffiaggio verticale nel bordo d’entrata anteriore e adotta in coda delle frange in basso. Riassumendo: la Renault R.S.19 è una F1 che nasce con qualche ambizione (l’opera di alleggerimento è stata importante per cui la vettura nasce con più zavorra da spostare per trovare un buon bilanciamento), ma ancora non ha mostrato il suo vero volto…

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