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Red Bull: scaricare le ali è un privilegio che non è più concesso!

A Sochi la Red Bull dovrà giocare in difesa: la RB13 è una vettura a bassa resistenza aerodinamica per cui non è possibile ridurre il carico per compensare la carenza di potenza del motore Renault. A Milton Keynes aspetta delle novità per la Spagna.

Daniel Ricciardo, Red Bull Racing RB13

LAT Images

Daniel Ricciardo, Red Bull Racing RB13
Daniel Ricciardo, Red Bull Racing RB13
La monoposto di Max Verstappen, Red Bull Racing RB13 viene riportata ai box
Max Verstappen, Red Bull Racing
Max Verstappen, Red Bull Racing RB13
Le scarpe di Max Verstappen, Red Bull Racing
Daniel Ricciardo, Red Bull Racing

“Questo fine settimana sappiamo che dobbiamo adattarci a ciò che abbiamo, fare il possibile con il pacchetto tecnico attuale. Non ci aspettiamo un gran weekend, speriamo di poter tornare a lottare per qualcosa di meglio tra poche settimane”.

Daniel Ricciardo non è mai stato (e probabilmente non lo sarà mai) un pilota rassegnato, ma le sue parole hanno comunque un po’ impressionato.
“Il nostro obiettivo realistico – ha concluso – è quello di essere i primi dietro Ferrari e Mercedes. Siamo andati bene con le supersoft, ma con le ultrasoft non siamo riusciti ad abbassare i tempi come i nostri avversari”.

Non era certo questa la situazione che aveva immaginato la Red Bull alla vigilia di una stagione che ha introdotto in Formula 1 una rivoluzione aerodinamica, quindi pane per i denti del genio Adrian Newey. Ma qualcosa non ha funzionato, almeno per ora.

La power unit Renault non è ancora all’altezza della concorrenza di Mercedes e Ferrari, ma il deficit di potenza non è il solo problema che al momento deve affrontare la Red Bull.

Lo scorso anno Verstappen e Ricciardo potevano permettersi una configurazione aerodinamica più scarica della concorrenza, compensando in parte le carenze motoristiche, ma oggi non è più un’opzione a disposizione. Ad essere esclusivamente colpa della Renault sono però i problemi di affidabilità. Oggi ad essere bloccato in pista è stato Verstappen, che non è riuscito a completare la simulazione di gara.

“Sappiamo che questa pista non è il massimo per noi a causa dei lunghi rettilinei – ha spiegato l’olandese – ma è stato comunque un peccato non poter ancora una volta completare il long-run. Per fortuna c’è riuscito Daniel, quindi abbiamo almeno i suoi dati su cui poter lavorare in vista della gara di domenica. Credo che a bloccarmi sia stato un problema di pressione del carburante”.

Col passare delle gare diventa sempre maggiore nel team l’attesa degli aggiornamenti che saranno portati dalla squadra tra Barcellona e Montreal. Nel 2016 la Red Bull è stata capace di ribaltare uno scenario tecnico che la vedeva in difficoltà riuscendo a vincere due gare, ma l’impressione è che questa volta per Newey la sfida sarà più impegnativa rispetto a dodici mesi fa...

 

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