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Red Bull: il motore la grande incognita del futuro

Il team diretto da Christian Horner affronterà nel 2021 l'ultima stagione con i motori Honda, poi dovrà decidere che strada prendere. Gestire in autonomia le power unit magari con una consulenza esterna sarebbe una soluzione intrigante.

Max Verstappen, Red Bull Racing RB16

Foto di: Charles Coates / Motorsport Images

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Dopo la decisione della Honda di abbandonare la Formula 1 al termine della prossima stagione per seguire la filosofia carbon neutral, Helmut Marko, Adrian Newey e Christian Horner si trovano adesso a dover affrontare un periodo di profonda riflessione prima di presentare al boss della Red Bull, Dietrich Mateschitz, una strategia che consenta al suo team di Formula 1 di non recitare soltanto il ruolo di squadra cliente.

Mercedes si è detta non interessata a fornire la propria power unit alla scuderia anglo austriaca, mentre il passaggio al motore Ferrari non darebbe garanzie in termini di performance e competitività. Con queste premesse, l’unico costruttore che potrebbe fornire i propri propulsori alla Red Bull rimane la Renault, ma la scuderia 4 volte campione del mondo ha avuto grandi screzi con la Casa francese negli ultimi anni in cui i due brand erano legati.

Pierre Gasly AlphaTauri AT01 Honda. La Casa giapponese ha raccolto 3 vittorie in questo 2020

Pierre Gasly AlphaTauri AT01 Honda. La Casa giapponese ha raccolto 3 vittorie in questo 2020

Photo by: Andy Hone / Motorsport Images

Come una coppia divorziata che torna a vivere insieme solo per pagare il mutuo, sembra piuttosto impensabile che Christian Horner e Cyril Abiteboul apprezzerebbero l’idea di tornare nuovamente a lavorare insieme ricordando i motivi che hanno portato alla separazione.

La migliore opzione per la Red Bull, considerate tutte le condizioni, sarebbe quella di prendere in mano l’intero progetto Honda e gestirlo in modo autonomo puntando, però, sul congelamento dello sviluppo delle power unit da parte della FIA. Se così fosse sia la Red Bull che l’AlphaTauri potrebbero contare sul propulsore giapponese fino alla fine del 2025 contando su un supporto costante nonostante il rapporto da team clienti.

Per valutare la fattibilità di questa ipotesi sono state già sondate numerose aziende come Mugen, Ilmor, Mecachrome, Coswhorth, così come nomi di talento come quello di Andy Cowell.

Tuttavia c’è anche un altro candidato in gioco. Il nome AVL potrebbe non essere familiare agli appassionati di F1, ma è un'azienda leader nel settore dei propulsori e, con 11.500 dipendenti e 1,8 miliardi di sterline di fatturato annuo, è una società che potrebbe applicare la sua esperienza in modo efficace alle attuali power unit Honda.

AVL ha anche il vantaggio di essere gestita da Helmut List, il figlio del fondatore dell'azienda. Sia lui che l'azienda sono nati a Graz, Austria - la città natale del dottor Marko - e così come Mateschitz il CEO di AVL è orgoglioso di avere un'azienda le cui fondamenta sono stiriane.

Fatta questa premessa, c’è da dire che AVL non ha la stessa esperienza in Formula 1 che può vantare un’azienda come Cosworth. Questa ha sede a 30 minuti dal quartier generale della Red Bull a Milton Keynes ed inoltre fornisce già il V12 adottato sulla Aston Martin Valkyrie progettata proprio dalla Red Bull. Questa sarebbe la soluzione preferita dai piloti, se non fosse che il Dottor Marko ha sempre considerato l’azienda di Northampton troppo costosa.

Aston Martin Valkyrie. La hypercar della Casa inglese è stata realizzata dal genio di Adrian Newey

Aston Martin Valkyrie. La hypercar della Casa inglese è stata realizzata dal genio di Adrian Newey

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

Nell’autunno del 2009 la Cosworth è stata davvero ad un passo per diventare fornitore dei propri V8 alla Red Bull a partire dalla stagione successiva. Adrian Newey si è recato personalmente presso l’azienda per vedere il motore da 780 CV girare al banco ed il confronto con il propulsore Renault da 750 CV sembrava favorire il primo nonostante una piccola penalizzazione in termini di peso e consumi. Da Graz, però, è arrivato un no secco.

L'amministratore delegato della Cosworth Powertrain, Bruce Wood, è un esperto di motori da corsa turbocompressi e l'azienda è in grado di gestire autonomamente la power unit Honda, ma l'attrazione di una partnership con l’austriaca AVL potrebbe rivelarsi più attraente. Tutto dipenderà da cosa preferirà Red Bull: lavorare con una azienda con esperienza in pista o con chi ha la possibilità di crescere in fretta?

Per Honda, che è entrata nell’era ibrida troppo tardi, ha sviluppato il proprio motore in ritardo e sta uscendo dalla Formula 1 troppo presto, adesso è arrivato il momento di dare alla Red Bull la possibilità di essere padrona del proprio destino.

Dato che il budget cap non verrà esteso allo sviluppo dei motori, per la Red Bull si apre una intrigante opportunità per una intelligente redistribuzione delle risorse di ricerca e sviluppo. Questo potrebbe essere proprio ciò di cui la Red Bull ha sempre avuto bisogno.

Testo di Mark Gallagher

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