Red Bull: cosa si nasconde dietro al sabato nero di Verstappen e Ricciardo?
Max settimo e Daniel addirittura dodicesimo su una pista che invece avrebbe dovuto alimentare le speranze di vittoria del team di Milton Keynes all'Hungaroring. L'australiano non crede di essere penalizzato dalla squadra, ma è stato sbagliato il setup.
Foto di: Zak Mauger / Motorsport Images
Non pervenute. Le due Red Bull sono state la delusione della qualifica di Budapest, con Max Verstappen che non è andato oltre il settimo tempo (ad oltre due secondi dal poleman Hamilton) e Ricciardo addirittura dodicesimo, fuori dalla Q3.
Se poi consideriamo che questa doveva essere una delle tre piste amiche della Red Bull (insieme a Monte Carlo e Singapore), la delusione per gli esiti arrivati dal pomeriggio dell’Hungaroring sono ancora maggiori.
Il weekend magiaro non era iniziato male, anzi, le prove libere di ieri avevano confermato un buon feeling sia con Verstappen che con Ricciardo. L’arrivo della pioggia ha accresciuto anche di più le speranze di un colpaccio, vista la spasmodica ricerca del bagnato evocata sempre dal tandem della Red Bull, ed invece i verdetti sono andati in ben altra direzione.
“La macchina non aveva grip – ha spiegato Verstappen – soprattutto quando abbiamo montato le full-wet. Non c’era presa sull’asfalto, la monoposto scivolava, poca trazione, bloccaggi: come guidare sulle uova”.
Il mistero in realtà ha una spiegazione. Gli ingegneri della Red Bull hanno modificato il setup delle monoposto dopo le prove libere, e i risultati sono stati ben diversi da quelli attesi.
“Abbiamo provato qualcosa con il set-up ma non ha funzionato”, ha confermato Verstappen, il quale ha poi confermato di aver drasticamente ridimensionato le sue aspettative in vista della gara di domani:
“Credo che il miglior risultato in cui posso realisticamente sperare sia la quinta posizione, se non accadrà nulla a chi mi precede: non vedo altre chance. Quindi, dietro le due Ferrari e le due Mercedes”.
Ma nel sabato nero della Red Bull c’è dell’altro, ovvero l’esito catastrofico della qualifica di Ricciardo. Che non fosse un pomeriggio all’insegna del relax per l’australiano lo si è intuito già in Q1, quando il team lo ha fatto scendere in pista con gomma soft al posto delle consigliate ultrasoft.
Un errore non da poco, visto che Ricciardo solo in extremis è riuscito a passare in Q2 a causa delle difficoltà nel mandare in temperatura una mescola poco consigliata su pista umida. Il festival degli errori è proseguito poco dopo, quando Daniel è stato fatto uscire dai box in ritardo rispetto a Verstappen.
La pioggia si è intensificata, e l’australiano non ha potuto far nulla per ottenere un tempo per entrare nella top10.
“Avevamo programmato di usare la soft in Q1 e di salvare le ultrasoft per Q2 e Q3 – ha spiegato Ricciardo – e così abbiamo fatto. Non è stato pensato che la pista fosse davvero fredda, ed abbiamo corso un grande rischio. Poi in Q2, a parte Seb che è uscito subito con le Intermedie, abbiamo sbagliato tutti, perdendo tempo per tornare ai box. Io mi sono trovato indietro nel gruppo, e la pioggia aumentava, ma non credo sia stato un errore di tempismo. In questo caso le circostanze sono state sfortunate, anche perché il testacoda di Stroll mi ha fatto abortire un giro che sarebbe stato buono. Domani spero di risalire, ma sarà una corsa molto in salita. Cambiare il motore? Non ne ho parlato con il team, ma partire dodicesimo non è come scattare dall’ultima posizione. Vedremo”.
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