Red Bull poco competitive per i motori Renault "sgonfiati"
Christian Horner, team principal Red Bull, spiega come mai Verstappen sia stato costretto ad una sosta in più: "Avevamo mappature di motore conservative per cui Max ha dovuto sfruttare di più le gomme. Abbiamo ottenuto il massimo".
Foto di: Sutton Motorsport Images
Uno dei verdetti a sorpresa del Gran Premio del Brasile è stato quello relativo alla mancanza di performance delle due Red Bull. A distanza di due settimane dalla vittoria conquistata in Messico, Max Verstappen non è mai stato in lotta per il podio, transitando sotto la bandiera a scacchi in quinta posizione ad oltre trenta secondi dal vincitore Vettel.
Non è andata molto meglio a Daniel Ricciardo (scattato dalla settima fila) che ha terminato la corsa alle spalle del compagno di squadra dopo un contatto con Vandoorne alla curva 2 dopo il via.
A relegare la Red Bull ad un ruolo da comprimaria è stata la coincidenza di due fattori negativi. Il primo, in parte previsto, è legato alla conformazione del circuito di Interlagos, che non rappresenta l’habitat migliore per la monoposto di Adrian Newey.
In un contesto poco favorevole si sono aggiunti i problemi di affidabilità della power unit Renault, che hanno costretto sia Verstappen che Ricciardo a completare i 71 giri di gara con una mappatura del motore molto conservativa.
“Principalmente il problema è stata la power unit – ha spiegato Christian Horner – che non abbiamo potuto utilizzare come di consueto. La mancanza di velocità ha costretto Max a dover forzare molto più del solito gli pneumatici, e questo ha compromesso la fase finale di gara dove le gomme sono risultate molto usurate. Dopo il primo pit-stop abbiamo pensato che fosse possibile arrivare nella scia di Kimi, ma poi il degrado è progressivamente aumentato e non c’è stato nulla da fare”.
“Considerando tutti i problemi che ci sono stati – ha ammesso Horner – e tenendo presente che questa pista è molto più sensibile alla potenza rispetto a quella messicana di due settimane fa, non avrebbe avuto senso correre dei rischi inutili con la possibilità di non terminare la gara.
Sono così stati settati dei parametri molto prudenti, e credo che alla fine abbiamo conquistato il massimo risultato che ci era possibile ottenere. Quando Hamilton ha passato Max abbiamo deciso per un secondo cambio di pneumatici, a titolo precauzionale, un pit-stop che non ha cambiato la classifica. La cosa positiva è aver portato entrambe le monoposto sotto la bandiera a scacchi, obiettivo che prima del via non era poi così scontato”.
In una giornata che ha riportato la Red Bull nella situazione vissuta nella prima metà di stagione, oltre ai diciotto punti conquistati nella classifica costruttori va in archivio anche una gara molto aggressiva di Ricciardo, che insieme ad Hamilton ha infiammato il pubblico di Interlagos.
“Fortunatamente nel caos del primo giro non ho subito danni – ha commentato l’australiano – e in gara ho potuto fare dei bei sorpassi che mi hanno permesso di risalire in classifica. Di più non avrei potuto fare, e vedere la bandiera a scacchi è stata una bella soddisfazione”.
Horner ha infine commentato il momento ‘no’ della Renault, dopo il vivace scambio di dichiarazioni tra la Casa francese e Franz Tost della Toro Rosso:
“Credo che i tecnici della Renault siano consapevoli di quanto stia accadendo, ma capisco anche la frustrazione di Franz, soprattutto in un momento della stagione in cui si tirano le somme. Vedremo cosa accadrà ad Abu Dhabi, non credo che saremo in lotta per la pole, ma in gara speriamo di essere ragionevolmente competitivi”.
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