Räikkönen: "Non corro per arrivare secondo, ma conta la squadra"
Il finlandese a Budapest è stato perfetto e ha difeso alla grande Vettel contribuendo alla doppietta Ferrari, nonostante i problemi di Seb avrebbero potuto consentirgli di vincere.
Foto di: Andrew Hone / Motorsport Images
Il vero vincitore morale del Gran Premio di Ungheria si può dire che è Kimi Räikkönen, autore di una gara bellissima che lo ha portato ad essere eletto anche pilota della giornata sui social della Formula 1.
Il finlandese è stato perfetto fin dalla partenza, quando alla curva 1 ha affiancato il compagno di squadra Sebastian Vettel, senza però attaccarlo in modo aggressivo per non rischiare la collisione.
Da lì in poi, il ferrarista si è concentrato sul semplice e prezioso lavoro per il team, anche quando avrebbe invece potuto (meritatamente) passare in testa sfruttando i problemi che la SF70H di Seb ha accusato allo sterzo.
"Alla partenza sono arrivato molto forte alla prima curva, ma non ho voluto rischiare dato che al mio fianco avevo il compagno di squadra - ha commentato "Iceman" a fine gara - Quando mi hanno detto di rientrare per il pit-stop mi sono un po' arrabbiato perché le velocità erano ottime, avrei preferito stare fuori più a lungo, ma non sapendo cosa stavano facendo le Mercedes mi sono fidato delle scelte del team".
"Sta di fatto che per tutta la gara sono rimasto dietro a Seb, a volte sono riuscito a riavvicinarmi, poi le Mercedes ci hanno raggiunto e lì ero nel sandwich. Comunque l'importante è essere riusciti a fare doppietta, l'obiettivo della squadra".
Vettel ha rallentato il suo ritmo e di conseguenza anche il compagno di scuderia, che da vero uomo squadra qual è ha comunicato via radio al team la situazione in pista, senza sbottare o fare richieste precise.
"In realtà non ho mai domandato ai box di farmi passare davanti a Vettel, però ci tenevo a far notare che ero più veloce e che non avrei voluto rischiare di perdere la seconda posizione, visto che nel frattempo stava arrivando Hamilton. L'auto oggi era veramente perfetta, dopo che Seb si è fermato ho potuto completare un giro a pista libera spingendo al massimo e mi sono reso subito conto di quanto ero veloce. Per questo penso che comunque Lewis non mi avrebe superato, però il rischio si doveva evitare".
"Certamente c'è la delusione di non aver potuto vincere, visto che io corro per quello. Arrivare secondo non è ciò che voglio, ma il quadro complessivo dice che il weekend è stato grande, peccato solo per l'errore commesso nelle qualifiche che mi ha privato della pole position; se fossi partito primo, forse avrei potuto trionfare".
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