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Raikkonen: "Lasciare la Ferrari non è stata una mia decisione. L'ho saputo a Monza"

Durante la conferenza di apertura del GP di Singapore Kimi ha ribadito che l'addio a fine anno è stata una scelta del Cavallino, ma che lui ha colto subito l'opportunità di continuare a correre con la Sauber perché si diverte ancora molto al volante di una Formula 1.

Kimi Raikkonen, Ferrari

Manuel Goria / Motorsport Images

Kimi Raikkonen, Ferrari SF71H
La Ferrari SF71H di Kimi Raikkonen
Kimi Raikkonen, Ferrari
Kimi Raikkonen, Ferrari SF71H
Kimi Raikkonen, Ferrari SF71H
Striscione a supporto di Kimi Raikkonen, Ferrari
Kimi Raikkonen, Ferrari SF71H
Kimi Raikkonen, Ferrari SF71H
Kimi Raikkonen, Ferrari SF71H
Il secondo classificato Kimi Raikkonen, Ferrari
Kimi Raikkonen, Ferrari SF71H
Kimi Raikkonen, Ferrari SF71H, in griglia di partenza

Kimi Raikkonen è stato il grande protagonista della conferenza stampa che ha aperto il weekend del GP di Singapore, ma non poteva essere diversamente. Appena un giorno fa, infatti, la Ferrari ha annunciato che Charles Leclerc prenderà il suo posto nel 2019, ma "Iceman" non è rimasto ad aspettare perché si è immediatamente accasato alla Sauber per altri due anni, confermando di avere ancora una grande voglia di correre in Formula 1.

Quando gli è stato chiesto di commentare questi movimenti, ci ha tenuto però a precisare che l'addio alla Ferrari chiaramente non è stato una scelta sua.

"Quello che è successo è già stato detto, quindi non serve aggiungere altro, ma non è stata una decisione che ho preso io. Quello che è scaturito non è dipeso dalla mia decisione, però l'esito è stato quello che avete visto. Per lo meno c'è stato un esito" ha detto Kimi.

Il finlandese ha raccontato di aver appreso a Monza la decisione del Cavallino e di aver iniziato subito a trattare con la Sauber: "L'ho saputo a Monza. Conosco delle persone che lavorano alla Sauber dalle mie esperienze passate e in sostanza abbiamo iniziato a parlare da quel momento".

Sulle motivazioni che lo hanno portato a scegliere la Sauber, squadra che lo aveva fatto esordire in Formula 1 quando era solo un ragazzino, ha poi aggiunto: "Perché no? Perché ho voluto farlo! Perché stai cercando di rendere la cosa così complicata! Non ne so più di voi riguardo a quelle che saranno le prestazioni dei vari team l'anno prossimo, nessuno può saperlo. Chiaramente si può ipotizzare, ma dovremo aspettare di vedere cosa si potrà fare. Ho i miei motivi per questa scelta e sono sufficienti per me, non ho bisogno di sentire quello che pensano gli altri e non mi interessa".

Una scelta che non è legata alla possibilità di chiudere proprio nella squadra dove era tutto cominciato: "In realtà non è una cosa a cui io abbia sempre pensato, anche perché non si può mai sapere quello che accadrà. Ora c'è stata questa opportunità e non direi che ci fosse stato un piano a lungo termine. Andrà così perché si è presentata l'occasione".

Anche se è molto probabile che in effetti quella di Hinwil sarà l'ultima squadra della sua carriera in Formula 1: "Direi di sì, la possibilità è molto alta. Non sono molto interessato ai numeri e all'età. Faccio semplicemente quello che ritengo sia giusto per me. Vedremo cosa accadrà in futuro, l'importante è che io rimanga in salute. Mi fermerò e smetterò quando sentirò che è la cosa giusta per me, non ho bisogno di farlo se non me la sento".

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Sulle motivazioni che lo hanno portato ad allungare la sua carriera di almeno altri due anni, ha scherzato: "Non ho più passione per le gare. Lo faccio per un giochino mentale (ride). Continuerò a correre due anni senza essere felice solo per farvi fare delle domande".

L'anno prossimo dovrà anche trovare delle nuove motivazioni, perché appare improbabile pensare ad una Sauber in lizza per la vittoria: "Ancora non ci ho pensato e non so se sarà realistico pensare alla vittoria l'anno prossimo. In ogni caso, dovremo puntare alle migliori posizioni possibili e poi vedere quali saranno i risultati".

Negli ultimi giorni si è vociferato anche di un suo possibile futuro da dirigente in Sauber, ma sulla questione Kimi non si è sbilanciato: "Ci sono tante discussioni, ma io ho firmato un contratto da piloti e sono interessato a svolgere questo ruolo. Chissà cosa potrà accadere tra due anni o quando avrò finito la mia carriera da pilota? Non lo so, non ne ho idea, ci sono sempre delle congetture, ma al momento non ne ho idea".

Adesso però ci sono ancora due Mondiali da provare a portare a casa e quindi gli è stato chiesto se è disposto ad aiutare Sebastian Vettel, pur sapendo che lascerà la Ferrari a fine anno: "Io posso guidare solo una macchina ovviamente. Si parla sempre tanto di questa cosa, se posso aiutare o meno, però è sempre facile parlare da fuori e dire quello che può succedere in teoria. In pratica è sempre molto più difficile fare le cose giuste. Vedremo cosa accadrà in gara, se saremo vicini. Ovviamente conosciamo le nostre regole interne e sono piuttosto semplici".

Infine, ha detto la sua anche sulla possibilità che in futuro le squadre possano schierare anche tre monoposto: "A livello teorico sarebbe bello vedere più macchine in pista, però non so sarebbe una delle cose che si possono cambiare in Formula 1, perché sarebbe piuttosto complicato da mettere in atto".

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