Raikkonen: "In certe vie di fuga bisogna rimettere la ghiaia!"
Kimi ritiene che Verstappen debba farsi una ragione della penalità di Austin e non crede possibile trovare un metro di giudizio uguale perché ogni GP ha una sua storia, ma tanti problemi si potrebbero risolvere tornando all'antico...
Foto di: Andrew Hone / Motorsport Images
Kimi Raikkonen non è tipo da mezze misure. La sua visione delle cose segue una linearità, e sul caso Verstappen non fa eccezione. Iceman ha condiviso la decisione del Collegio dei Commissari Sportivi presa ad Austin, ma ha sottolineato che il problema esiste, spiegando anche il perché.
Avrai avuto il tempo per esaminare quanto avvenuto con Max in Austin. Credi che la penalità sia stata giustificata?
“Non sono stato io a prendere una decisone, il provvedimento è arrivato dai commissari sportivi. A volte ci sono decisioni a favore, in altre contro. Ho sentito molta gente dire… ’oh, Mika Salo ha aiutato la Ferrari’, ma anche a Spa c’era lui era nel collegio dei commissari, e ho scontato una penalità discutibile".
"Bisogna accettarla. In diverse occasioni ho dovuto incassare delle decisioni per ragioni che non ho condiviso, a volte va così. Ma bisogna andare avanti, e cercare di agire diversamente la volta successiva. So che a volte non è il massimo della vita subire delle penalità, ma credo che (i commissari sportivi) provino sempre a fare il loro lavoro nel modo migliore possibile”.
Tra voi piloti avete discusso su come gestire il problema dei limiti della pista?
“Penso che la parte principale del problema sia causato dei circuiti che hanno molto spazio ai lati della pista. Poi dipende da caso a caso, ovvero dalla tipologia di una curva e a volte anche dalla condizioni in cui si sta girando. Ma ovviamente quando c’è molto spazio asfaltato nelle vie di fuga è più probabile che venga utilizzato".
"Nei miei primi anni di attività in pista i circuiti avevano la ghiaia fuori dalla sede stradale, quindi nessuno ha mai pensato di uscire dalle traiettorie. Ma anno dopo anno l’asfalto ha preso il posto della ghiaia, e solo in alcune piste sono state introdotte delle regole chiare. Sono convinto che fino a quando non si deciderà di rimettere la ghiaia dove era una volta, avremo sempre questo tipo di discussioni. Come per le bandiere blu… non si finisce mai”.
A Suzuka e Interlagos questo tipo di problema non sorge. E’ quello il tipo di pista a cui fai riferimento?
“Non ci sono perché i circuiti più vecchi non sono stati cambiati molto. E dove sono stati cambiati si può vedere la differenza in modo chiaro, come a Spa. Nei circuiti ‘old-style’ se un pilota sbaglia paga un prezzo più elevato, è quello il punto".
"Poi c’è da considerare che molte delle piste su cui corriamo ospitano anche gare motociclistiche, e da quello che so, i motociclisti non amano la ghiaia e preferiscono l’asfalto. Quindi per i circuiti non è semplice accontentare tutte le categorie, ed una pista non può pensare di avere solo la Formula 1. Credo che si possa però lavorare per un compromesso”.
Negli ultimi due anni la Ferrari non ha raccolto molto qui in Messico. Credi che quest’anno ci sia tutto per far bene?
“Siamo stati competitivi su molte piste in questo stagione, quindi non vedo perché non ci si possa confermare anche qui”.
Hai parlato con Sebastian dopo la gara a Austin? E’ sembrato abbastanza chiaro che tu lo abbia aiutato cedendogli la seconda posizione...
“No, perché dovremmo parlare? Di cosa dovremmo parlare? Per noi è normale, quindi non vedo un motivo perché si debba parlare”.
Saresti favorevole ad un Collegio di Commissari sportivi permanente?
“Non cambierebbe molto, perché se viene presa una decisione a tuo favore sei contento, in caso contrario molto meno. Nessun incidente è identico ad uno precedente, quindi il risultato finale non sarà sempre lo stesso, perché ci saranno sempre delle differenze nelle valutazioni di caso in caso. Purtroppo sono aspetti che fanno parte delle corse”.
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