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Raikkonen: ecco le tre ragioni di una vittoria mancata

Kimi, ma anche il suo ingegnere di pista Greenwood, avevano il muso lungo dopo il secondo posto al GP di Monaco. La Ferrari al pit stop ha fatto il gioco di squadra a favore di Vettel? Analizziamo cosa dicono i tempi ed emerge che...

Kimi Raikkonen, Ferrari SF70-H precede Sebastian Vettel, Ferrari SF70-H alla partenza

Kimi Raikkonen, Ferrari SF70-H precede Sebastian Vettel, Ferrari SF70-H alla partenza

Sutton Motorsport Images

Kimi Raikkonen, Ferrari, il vincitore della gara Sebastian Vettel, Ferrari sul podio con lo champagn
Sebastian Vettel, Ferrari SF70-H
Kimi Raikkonen, Ferrari SF70-H precede Sebastian Vettel, Ferrari SF70-H alla partenza
Kimi Raikkonen, Ferrari SF70H
Sebastian Vettel, Ferrari, Kimi Raikkonen, Ferrari, nella conferenza stampa post qualifiche
Kimi Raikkonen, Ferrari SF70H, Sebastian Vettel, Ferrari SF70H, Valtteri Bottas, Mercedes AMG F1 W08
Kimi Raikkonen, Ferrari SF70H, Sebastian Vettel, Ferrari SF70H
Conferenza stampa: il poleman Kimi Raikkonen, Ferrari, il secondo qualificato Sebastian Vettel, Ferr
Kimi Raikkonen, Ferrari SF70H, in pole position
A Ferrari fan hat
Riccardo Adami, ingegnere di pista Ferrari, festeggia sul podio con Kimi Raikkonen, Ferrari
Il vincitore della gara Sebastian Vettel, Ferrari
Un meccanico Ferrari festeggia con il trofeo

Kimi Raikkonen è sceso oggi in pista a Monte Carlo con un solo obiettivo: vincere. ‘Iceman’ ha iniziato al meglio, superando alla grande lo scoglio della partenza. Fino al sedicesimo giro Raikkonen ha proseguito a scrivere un buon copione, con Vettel a 1”8 e soprattutto Bottas a 7”816. Poi per Kimi sono iniziati i primi problemi, iniziando a girare sul piede dell'1’17” a causa delle difficoltà nel doppiare il tandem Button-Ericsson. Un ritmo blando, che ha favorito il recupero di Bottas e Verstappen, l'olandese è arrivato nel giro 32 a 4 secondi dal leader della corsa e a 3 secondi da Vettel.

Max con la Red Bull ha iniziato le soste al giro numero 32, poi la tornata successiva è stata la volta di Bottas, che si è protetto dalla possibilità di undercut dell’avversario. Nel box Red Bull hanno così deciso di tenere in pista Ricciardo, che ritardando la sua sosta fino al giro numero 38, è riuscito a superare sia Bottas che Verstappen grazie ad un forcing notevole che ha esaltato il ritmo dell’australiano.

Nel frattempo, il muretto Ferrari aveva richiamato Kimi in pit-lane al giro 34, ed è in queste fasi che si è decisa la corsa. Secondo gli uomini del Cavallino si è trattato di un cambio di pneumatici programmato, ma non tutti ne sono convinti.

La domanda dei tifosi di Raikkonen è semplice: perché Kimi non è stato tenuto in pista fino alla sosta di Ricciardo? E’ stata una decisione premeditata per favorire Vettel o una normale strategia di gara? Il protocollo prevede che sia sempre chi è davanti ad avere la precedenza nel pit-stop, ma oggi a Monte Carlo fermarsi in anticipo (aspetto che di solito garantisce il vantaggio di poter tornare in pista e spingere con pneumatici freschi) si è dimostrato tutt’altro che un beneficio. Nel caso di Raikkonen in realtà sono stati tre i fattori che gli sono costati la gara.

Il primo è stato il traffico, ovvero Wehrlein, dietro il quale Raikkonen una volta tornato in pista ha perso qualche decimo. Poi la gomma supersoft, che Kimi ha spinto al massimo ma senza il vantaggio atteso da un pneumatico nuovo. Un po’ a sorpresa le ultrasoft usate per ben quaranta giri si sono confermate comunque in grado di garantire tempi all’altezza delle supersoft nuove.

Ed infine, l’incredibile exploit di Vettel, che con gomma usata ha completato due giri impressionanti prima del pit-stop: 1’15”587 e 1’15”238. Dopo la sosta Seb ha sfilato Kimi all’uscita della Saint Devote per pochi metri, e da li è volato verso la sua seconda vittoria nel Principato.

Questa la cronaca che si presta a molte interpretazioni. I numeri dicono che Vettel oggi sul toboga monegasco era decisamente il pilota più veloce in pista, ma è anche vero che sul Principato essere più veloci non è garanzia di successo, se non si è davanti agli avversari.

Se al muretto box del Cavallino avessero atteso la fermata di Ricciardo per richiamare Seb e Kimi, probabilmente sarebbe stato Raikkonen a vincere il Gran Premio di Monaco. Ma, se ci fosse la volontà di favorire Vettel, il disegno avrebbe del diabolico, visto il margine con cui Seb è sfilato in testa alla gara e soprattutto visti i due giri “monstre” del tedesco difficilmente prevedibili.

Con un'altra strategia Kimi avrebbe potuto vincere, ma allo stesso tempo se Kimi avesse spinto con più convinzione nei momenti cruciali (come ha fatto Vettel) e se si fosse dimostrato più deciso nei doppiaggi, si sarebbe messo al riparo dagli attacchi del compagno.
“Non sono stato io a decidere quando essere chiamato ai box”, ha voluto chiarire Iceman. Ma in merito al suo calo di performance ha spiegato che ad influenzarlo sono stati soprattutto i doppiaggi.

La Ferrari ha ritrovato la testa della classifica riservata ai Costruttori, consolidata la posizione di Vettel in quella piloti, e ritrovato una doppietta che mancava da Hockenheim 2010, quando tra le polemiche Fernando Alonso vinse precedendo Felipe Massa.

Era la gara del famoso “This is ridiculous” pronunciato via-radio dalla spagnolo al suo muretto box, colpevole di non comunicare a Massa di dargli strada. A sette anni di distanza il livello di tensione nel box del Cavallino non è stato così elevato come ai tempi di Alonso, ma a fine gara sia Raikkonen che il suo ingegnere Dave Greenwood non avevano certo l’espressione delle grandi giornate.

Perdere Monte Carlo quando si passa al comando alla prima curva è dura, quando ci si vede sfilare dall’avversario appena uscito dai box forse anche di più.

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