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Intervista

Raikkonen è carico: "In Alfa l'ambiente è più rilassato e c'è meno politica!"

Il finlandese ha trascorso una giornata a Balocco e si è concesso in un'intervista a Motorsport.com in vista del debutto dell'Alfa Romeo Racing a Fiorano: "Giovinazzi? Non è un rookie ha già corso due GP!"

Kimi Raikkonen, Alfa Romeo Racing e Antonio Giovinazzi, Alfa Romeo Racing, a bordo di una Alfa Romeo Tipo 33 TT12

Kimi Raikkonen, Alfa Romeo Racing e Antonio Giovinazzi, Alfa Romeo Racing, a bordo di una Alfa Romeo Tipo 33 TT12

Alfa Romeo

Antonio Giovinazzi, Alfa Romeo Racing e Kimi Raikkonen, Alfa Romeo Racing, posano con una Alfa Romeo GP Tipo 159
Antonio Giovinazzi, Alfa Romeo Racing e Kimi Raikkonen, Alfa Romeo Racing
Kimi Raikkonen, Alfa Romeo Racing
Kimi Raikkonen, Alfa Romeo Racing
Kimi Raikkonen, Alfa Romeo Racing
Antonio Giovinazzi, Alfa Romeo Racing e Kimi Raikkonen, Alfa Romeo Racing, si stringono la mano accanto a una Alfa Romeo Tipo 33 TT12

La cornice è quella del circuito di Balocco. Il tracciato piemontese, realizzato nel 1962 dall’Alfa Romeo, è oggi il centro sperimentale FCA, un fulcro frenetico di attività, per lo più legato ai test e allo sviluppo di modelli stradali. Lo si percepisce camminando nelle curatissime strade interne, dove si incrociano modelli Fiat, Ferrari, Maserati ed ovviamente Alfa Romeo. Qualcuno riconoscibile, qualche altro mascherato, rigorosamente top-secret.

In questo contesto è apparso un raggiante (proprio così) Kimi Raikkonen, in divisa bianco-rossa e cappellino con stemma Alfa Romeo. In attesa della monoposto 2019 (che muoverà i primi passi domani sul circuito di Fiorano) lo strumento di lavoro per l’occasione è stata una Stelvio, rigorosamente in versione Quadrifoglio.

Kimi Raikkonen, Alfa Romeo Racing

Kimi Raikkonen, Alfa Romeo Racing

Photo by: Alfa Romeo

Per i fortunati presenti la chance di un giro di pista con un pilota d’eccezione, in grado di umiliare il passeggero con un pizzico di guida sportiva (basta un pizzico…) e raccontare, proprio come se fosse sul salotto di casa, feeling ed aspettative a quattro settimane dal via del Mondiale 2018 sul circuito di Melbourne.

“Mancano davvero quattro settimane? – ha esordito Kimi – sei sicuro? Mi sembrano poche…”.

Sembri più rilassato del solito. È un’impressione corretta o il cambio di divisa che trae in inganno?
“Non credo, non lo so. Ogni squadra ha i suoi impegni, le sue scadenze. Alcuni team hanno più cose da fare, altri meno, in alcuni c’è più politica, in altri meno o proprio zero. Ognuno cerca di arrivare allo stesso risultato, ma non sempre le strade sono le stesse, a volte i percorsi sono differenti. Qui l’ambiente è sicuramente più rilassato, è tutto focalizzato su aspetti ‘racing’ e meno su politica e ‘…zzate’. Penso che così sia più facile per tutti”.

Che differenza c’è tra il Raikkonen che ha lasciato la Formula 1 a fine 2009 e quello attuale che ha deciso di restare in Formula 1 con Alfa Romeo con un contratto biennale?
“Sono la stessa persona. Ad essere diverse sono state le circostanze, e poi, ciò che è fondamentale, è che mi diverto a correre. Mi sento bene, questo ha fatto la differenza nella mia scelta, e credo che anche le cose in generale possano andare bene”.

Avere due anni di Formula 1 davanti a te è una prospettiva che ti piace?
“Si. Quello che mi interessava è fare una cosa che mi piace cercando di eliminare gli aspetti che mi piacciono di meno. Questo è ciò che conta, ed è il motivo per cui ho firmato un contratto biennale”.

Hai già visto la monoposto 2019?
“A pezzi. Ero presente quando c’è stata la prima accensione, ma la vettura non era ancora completa. Ovviamente la vedrò molto presto”.

Conoscevi già Fred Vasseur?
“No, anche se ovviamente sapevo quanto ha ottenuto la sua squadra in F2, GP2 e GP3. Ma personalmente non lo conoscevo fino a quando non sono arrivato in Alfa Romeo, e devo dire che mi sembra una persona molto ‘racing’, concentrato su ciò che serve per andare in pista e fare bene”.

Quest’anno avrai un compagno senza esperienza in Formula 1… (Kimi interrompe)
“Si che ce l’ha! Ha corso due Gran Premi”.

Ma sono passati due anni….
“Meglio di niente, dai”.

Il tuo sarà comunque un ruolo chiave per la squadra...
“In un certo senso sì, ma nel team tanti hanno ruoli chiave, non c’è una singola persona che ha un ruolo superiore. Ci sono tante figure cruciali, molto importanti. Sono il pilota più esperto, è vero, ma entrambi saremo chiamati a dare il massimo al team”.

Sei stato sorpreso quando hai saputo della conclusione del rapporto tra la Ferrari e Maurizio Arrivabene?
“L’ho letto come tutti, anzi no. Il compagno di mia madre mi ha detto ‘hai sentito di Maurizio?’. Ho risposto di no, perché ero in Finlandia e non eravamo interessati a ricevere notizie… non ne avevo proprio idea. E anche ora non ho idea dei motivi, ma non sono affari miei chiedere questo genere di cose”.

Sei un pilota Alfa Romeo, ora. Hai studiato un po' di storia del Biscione?
“Non proprio, ma ovviamente ci è stata spiegata un po', diciamo così. Ma ricordo bene il periodo DTM, ero più giovane e mi aveva colpito quanto fossero competitivi in quella serie notoriamente molto combattuta. Erano vetture velocissime, e la 155 era bella ed andava molto forte. Poi, vediamo…mia cugina aveva un Alfa Romeo ed anche una mia amica, e mi sono sempre sembrate belle. Poi, ovviamente, so che hanno vinto due mondiali in Formula 1 e che hanno scritto una lunga storia”.

Non ti tirare indietro: sulla base della tua esperienza in Ferrari, cosa consiglieresti a Leclerc?
“Onestamente, è impossibile dare consigli. Poi lui conosce già la squadra da anni, non è un pilota che arriva in un contesto del tutto nuovo, ed ha maturato una prima esperienza in Formula 1. Quello è un posto speciale in cui essere, lo sappiamo, a volte ci possono essere dei momenti di confusione e sono convinto che sia sempre meglio non farsi coinvolgere e semplicemente fare ciò per cui sei stato assunto”.

Come hai fatto tu?
“Ho sempre creduto che sia meglio restare concentrati su ciò che devi fare e non lasciarsi coinvolgere in altro. Ma lui (Leclerc) conosce bene le persone, ha già lavorato con loro, quindi credo che non avrà problemi”.

Ti sei posto degli obiettivi stagionali?
“Dopo i primi giri (di test) credo che un pilota abbia già un certo feeling, buono o meno buono. Ovviamente per avere un’idea dei risultati a cui potremo ambire serviranno i riscontri delle prove, ipotizzare prima è solo una speculazione. Come sensazione generale credo che sia positiva, e se tutti continueranno a dare il massimo, come sta accadendo ora, non si potrà che andare bene”.

Hai esordito in monoposto esattamente venti anni fa. Cosa c’è ancora in Kimi di quel ragazzo che iniziava a calcare le piste in Formula Renault?
“Ricordo che eravamo al Mugello, giusto? Ero primo, ma ruppi una sospensione e vinse Felipe (Massa)… Sono ancora lo stesso ragazzo, anche se ovviamente ho più esperienza maturata in tanti anni di questa attività, vivendo e vedendo molte cose. Ma in generale non credo di essere molto cambiato, se non per qualche aspetto che credo sia normale. Invecchiando si vedono alcune cose in modo differente, sei spinto a cambiare qualcosa, ma dentro sento di essere ancora quel Kimi”.

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