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Qualifiche F.1: McLaren e Red Bull contro e si torna al format di Melbourne

McLaren e Red Bull si sono opposte alla qualifica mista (Q1 e Q2 a eliminazione e Q3 con il vecchio sistema) proposta in votazione dalla FIA, perché i team volevano tornare all'antico. Cosa si nasconde dietro a questa scelta?

Jenson Button, McLaren MP4-31 in the pits

Foto di: XPB Images

Sebastian Vettel, Ferrari SF16-H
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 Team W07
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 Team
Jenson Button, McLaren pitlane board
Pascal Wehrlein, Manor Racing MRT05
Fernando Alonso, McLaren MP4-31
Robert Fernley, Sahara Force India F1 Team Deputy Team Principal
Sauber C35, il volante
Kevin Magnussen, Renault Sport F1 Team RS16
Kimi Raikkonen, Ferrari
Daniel Ricciardo, Red Bull Racing RB12 nella pitlane
Daniel Ricciardo, Red Bull Racing RB12
David Coulthard, Consulente Red Bull Racing e Scuderia Toro e Commentatore Channel 4 F1 con Daniil K
Un giovane tifoso della Red Bull Racing
Romain Grosjean, Haas F1 Team

I piloti scrivono un documento contro l’attuale Governance della Formula 1, Bernie Ecclestone gli risponde per le rime sostenendo che appoggia le rimostranze dei protagonisti del mondiale, ma le colpe sono delle squadre, mentre la FIA quatta, quatta cambia le regole a modo suo, per non cambiare niente.

Il Circus della Formula 1 non ha più un timone. Ognuno va per la sua strada, cercando di lucrare il massimo vantaggio possibile, senza mostrare il minimo interesse per il Campionato che, invece, andrebbe salvaguardato sopra ogni cosa.

Qualsiasi argomento diventa motivo di una battaglia sportiva, tecnica e… politica. Come se vincendo una di queste baruffe, incomprensibili per la gente che non fa parte di questo mondo ormai totalmente scollegato dalla realtà, si conquistasse un punto per la classifica Costruttori.

No, nessun punto: solo un po’ più di potere. Personale. A scapito della credibilità della categoria.

Eravamo rimasti che in Australia, dopo la disarmante Q3 di Melbourne, la qualifica a eliminazione andava rivista e corretta, se non buttata via.

Il pathos per la conquista della pole position si p sciolto come neve al sole: quando è stata sventolata la bandiera a scacchi che metteva fine alle qualifiche, Vettel si era già cambiato, Hamilton aveva completato la formalità del peso e Rosberg si stava dissetando con una bibita fresca come fosse al bar. E in pista? Non c’era più nessuno.

Era già tutto deciso: un giro e via. Come una sveltina. Un’incompiuta. La reazione delle squadre è stata immediata: si sono riunite la domenica mattina con Charlie Whiting, direttore di prova, e hanno convenuto che era meglio tornare indietro alle qualifiche 2015. Senza se e senza ma…

A Melbourne c'era l'unanimità dei team

Una volta tanto Christian Horner era d’accordo con Toto Wolff e Maurizio Arrivabene. Che la ragione di Stato avesse unito, anziché dividere? Undici team principal, un solo pensiero. Incredibile, ma vero. Aveva prevalso la logica.

Manco per niente: è bastato disputare la gara per vedere cambiare le opinioni. Bob Fernley, vice team principal della Force India, ha aperto il dissenso: “Non ha senso buttare a mare il nuovo regolamento che contiene alcune cose buone, va rivisto. Dobbiamo riflettere…”. Il sasso nello stagno era stato lanciato.

I distinguo Force India e di Hembery

Paul Hembery, direttore di Pirelli Motorsport, si è messo in scia a Fernley, proponendo una riflessione prima di tornare all’antico. A parlare sono stati due esponenti del Circus molto vicini a Ecclestone. In particolare la Force India, che con i chiari di luna del suo titolare, Vijay Mallya, è tenuta in vita dagli anticipi della FOM sui proventi dei diritti televisivi.

Gli appassionati erano rimasti che fra l’Australia e il Bahrain sarebbe stato discusso il ritorno alla qualifica 2015. Manco per niente. Il parere unanime (un fatto storico!) non è stato tenuto in minima considerazione dalla FIA.

La Federazione Internazionale, proprio come nel Consiglio Mondiale di marzo che si è riunito a Ginevra e che ha messo al voto la qualificazione a eliminazione, anche se questo tema non era nell’ordine del giorno, ha convocato la F1 Commission per un voto e-mail.

Una qualifica di... compromesso

Jean-Louis Valentin, segretario generale della FIA, ha chiesto un voto segreto entro le 17 di ieri su una proposta di qualifica di… compromesso: Q1 e Q2 a eliminazione, con Q3 disputata secondo lo schema 2015. Questo format sarebbe stato valido solo e soltanto in Bahrain, per vedere se la correzione avrebbe sortito degli effetti più positivi e solo dopo ci sarebbe stata una discussione su come affrontare il resto della stagione. Un piccolo passo avanti, per cercare di cancellare la vergogna di Melbourne.

A… urne aperte Bernie Ecclestone ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport nella quale si diceva sicuro che la votazione sarebbe fallita e a Sakhir la qualifica si sarebbe disputata ancora una volta con il sistema a eliminazione fallito in Australia. Mister E, quindi, già sapeva chi sarebbe stato il… Giuda nella settimana di Pasqua.

Voto contrario di McLaren e Red Bull!

A mettersi di traverso fra i team questa volta sarebbe stata la McLaren insieme alla Red Bull Racing: hanno fatto abortire una soluzione che, se non altro, aveva una certa logica, anche se andava frontalmente contro il volere delle squadre.

Non è piaciuto che Jean Todt abbia cambiato le carte in tavola. Il presidente della FIA pare che cerchi di riprendersi il diritto (dovere) di scrivere le regole, senza cercare sempre il consenso delle squadre. Ma c’è chi, dietro alle quinte, riesce puntualmente a far saltare tutto.

I piloti della GPDA, quindi, hanno ragione da vendere nel chiedere un ruolo nella Governance della Formula 1, criticando l’attuale conduzione del Circus. Ma con chi devono prendersela? Con Ecclestone, la FIA o le squadre che gli garantiscono la pagnotta?

Se non si riesce a trovare un filo comune per le qualifiche, come è pensabile trovare un accordo entro il 30 aprile sulle regole 2017? Si cambia tutto, per non cambiare niente…

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