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F1 protocollo anti-Covid: ecco le regole del paddock

Laurent Mekies, direttore sportivo Ferrari, ci spiega come cambierà la vita del personale (ridotto) nel paddock di F1 nell'era del Covid-19. Ogni team può costruire bolle, gruppi di lavoro diversi che saranno monitorati da una App.

Sebastian Vettel, Ferrari SF71H

Foto di: Ferrari

Sarà una Formula 1 inedita quella che vedremo in pista tra sette giorni sul circuito di Spielberg. Non vedremo novità o abbinamenti inediti sul fronte team-piloti, ma le attività sul Red Bull Ring dovranno sottostare ad un rigido protocollo che andrà a cambiare il volto del Circus.

La FIA ha aggiunto un’appendice (S) all’International Sporting Code che definisce la nuova condotta Anti Covid-19, una lunga serie di normative che tutti gli addetti ai lavori dovranno tassativamente osservare per poter essere in pista.

Norme non proprio semplici ad un primo approccio ed in alcuni casi anche abbastanza complesse, che resteranno in vigore fino a nuovo ordine (si spera per tanti e differenti motivi il meno possibile) e che rappresentano il prezzo da pagare per rivedere in pista la Formula 1, una realtà sulla quale tre mesi fa in pochi erano disposti a scommettere.

Per comprendere meglio cosa cambierà nell’attività degli addetti ai lavori è venuto in aiuto Laurent Mekies, Direttore Sportivo e responsabile delle operazioni in pista della Scuderia Ferrari.

Laurent Mekies, Sporting Director, Ferrari

Laurent Mekies, Sporting Director, Ferrari

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

Convivere con le ‘bolle’

Il primo aspetto sottolineato da Mekies è la necessità di fare i conti con una gestione dei weekend di gara con un numero ridotto di personale in pista. Il numero di tecnici che lavorerà nei box sarà lo stesso previsto per regolamento già da tempo (60 persone) ma in tutti gli altri ruoli il taglio richiesto è notevole.
“Come sappiamo i primi eventi del 2020 si svolgeranno senza spettatori, ospiti, sponsor e con un numero molto ridotto di media. Anche i team saranno presenti in pista con sole ottanta persone, che è il numero massimo concesso in questa situazione includendo tutti i ruoli, ed ovviamente non avremo hospitality e motorhome".

"Il concetto di base del progetto descritto dalle norme FIA è quello relativo al concetto di bolla. Il Paddock nel suo insieme sarà la bolla principale, all’interno del quale ci saranno altre bolle, una per ogni squadra, e gli stessi team al loro interno avranno un ulteriore schema a bolle, ognuna delle quali includerà persone che opereranno insieme”.

Seabstian Vettel con l'ingegnere di pista, Stefano Adami

Seabstian Vettel con l'ingegnere di pista, Stefano Adami

Photo by: Ferrari

Interazioni al minimo possibile

“Siamo abituati a vedere persone di diversi team che si incontrano nel paddock e scambiano due chiacchiere: questo sarà uno degli aspetti vietati. Non vedremo più personale di una squadra avere interazioni con colleghi di altri team, se non per necessità note e pianificate. Anche all’interno di ogni singolo team i contatti saranno ridotti al minimo, ci potrà essere, ad esempio, una bolla per la macchina numero 5 ed una per la 16, ed in ognuna di esse ci saranno ingegneri e meccanici che lavoreranno solo sulla monoposto assegnata".

"Nel caso in cui si riscontrasse un caso di positività, con questo sistema sarà possibile isolare il gruppo con cui il soggetto positivo era a contatto, e si farà in modo che il numero delle interazioni risulti il più basso possibile”.

Sebastian Vettel, Ferrari SF71H

Sebastian Vettel, Ferrari SF71H

Photo by: Ferrari

Test Covid e ‘app’ dedicata

“Tutto il personale che sarà presente in pista dovrà sottoporsi ad un test Covid-19 entro i quattro giorni prima della partenza dalle sedi dei rispettivi team. Questa è la prima condizione per poter accedere al paddock, poi sarà necessario svolgere ulteriori test ogni cinque giorni, per essere certi che tutto il personale presente nell’area sia sotto controllo”.

Tutti coloro che avranno accesso al paddock, alla struttura in cui è allestita la direzione gara e alla pit-lane, saranno classificati come personale di “Profilo 1”, e dovranno attenersi rigidamente ai test imposti dalle norme. Inizialmente i test Covid erano previsti ogni 48 ore, poi è stato deciso di portare questa norma a cinque giorni.
“Si cerca di trovare il giusto compromesso e stiamo operando ben al di sopra di qualsiasi legge nazionale o di diritto dei lavoratori. C’è stato un momento in cui si è parlato della possibilità di svolgere un test ogni due giorni, ma vista la rigidità dei protocolli si è deciso di estendere il periodo a cinque. Bisogna tenere in considerazione il quadro generale, non un singolo provvedimento”.

Sarà inoltre resa disponibile un’applicazione ‘Track and Trace’ progettata appositamente per gestire gli spazi ristretti, che consentirà di identificare, in caso di soggetto positivo, le persone con chi è stato a stretto contatto il membro del team infetto.

Sebastian Vettel, Ferrari e Charles Leclerc, Ferrari

Sebastian Vettel, Ferrari e Charles Leclerc, Ferrari

Photo by: Ferrari

La mascherina sarà l’aspetto più impattante

“Ci sono tante sfide da affrontare in questa situazione. Abbiamo lavorato a stretto contatto con FIA e Formula 1 su vari fronti: logistica, amministrazione e supporto medico, con l’obiettivo di mettere in atto una serie di misure compatibili con le situazioni attuali, ma la difficoltà maggiore sarà soprattutto quella che dovrà affrontare il personale al lavoro nei box, che dovrà indossare una mascherina praticamente a tempo pieno".

"Nella vita di tutti i giorni ci siamo abituati a farlo, ma una cosa è indossare una mascherina in ufficio, tutt’altra in un box quando lavori con temperature di 40 gradi. Stiamo portando avanti un programma per allenare il personale ad operare in questa situazione, per esempio con esercizi di respirazione ad alte temperature, l’obiettivo è provare ad essere più in forma possibile. Anche la FIA ci è venuta incontro concedendoci un’ora di lavoro in più, in modo da poter pianificare più pause nell’arco della giornata”.

Charles Leclerc, Ferrari SF1000, fa un pit stop

Charles Leclerc, Ferrari SF1000, fa un pit stop

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

Nessun impatto sui pit-stop

Quando sono trapelate le prime indiscrezioni sulle misure restrittive applicate al personale in pista, si è ipotizzato che la riduzione potesse impattare sulla procedura di cambio gomme in gara, ma Mekies ha smentito definitivamente questo rischio.
“Il taglio al numero di persone in pista riguarda gente ‘non tecnica’, di conseguenza le varie attività come i pit-stop, o le attività degli ingegneri, non subiranno modifiche e non saranno influenzate. Non vedrete grandi variazioni nell’attività ai box, inteso come numero di persone, abbiamo rivisto alcuni aspetti cercando di remotizzare attività che possono essere svolte da casa, ma il numero di persone che operano sui cambi gomme sarà lo stesso”.

Charles Leclerc, Ferrari

Charles Leclerc, Ferrari

Photo by: Ferrari

La cooperazione nei box dipenderà delle bolle

Non è ovviamente frequente, ma nell’arco di una stagione abbiamo visto in più occasioni un pilota che sfortunatamente ha riscontrato dei problemi alla power unit nella sessione FP3 del sabato mattina. Se diventerà indispensabile la sostituzione del motore, per i meccanici inizierà un vero e proprio tour de force per completare l’operazione in tempo per poter essere in pista nella sessione di qualifica, e solitamente i meccanici dell’altra monoposto giungono in aiuto. Sarà ancora possibile contare su un aiuto da parte del personale dell’altra vettura in caso di necessità?
“Dipenderà da come è strutturata la bolla, lo decide ogni team in modo autonomo. Cercheremo di progettare questi gruppi tenendo presente la varie situazioni possibili, ma le necessità operative dovranno accettare qualche compromesso”.

Una bolla di maggiori dimensioni comporta maggiori rischi qualora si riscontrasse un caso positivo, ma sarebbe un vantaggio per l’operatività. Sarà uno degli aspetti che saranno visibili solo a Spielberg.

Seabstian Vettel, Ferrari

Seabstian Vettel, Ferrari

Photo by: Ferrari

I ‘positivi’ saranno sostituiti

“Per quanto ci riguarda abbiamo potenziato il supporto medico sia in pista che negli hotel dove alloggia il nostro personale, in modo da poter monitorare la situazione nel miglior modo possibile. Se fosse necessario abbiamo del personale in sede che può subentrare a colleghi impossibilitati ad essere in pista, ma c’è un limite a questo aspetto”.

Alcune squadre, indipendentemente da malaugurati problemi di positività, hanno comunque già provveduto a pianificare una turnazione importante del personale in pista. Otto Gran Premi in dieci settimane è un record nella storia della Formula 1 e il ritmo incalzante delle gare ha convinto le squadre (dove possibile) a garantire una rotazione nei ruoli più impegnativi soprattutto sul fronte fisico.

Charles Leclerc, Ferrari

Charles Leclerc, Ferrari

Photo by: Ferrari

Le bolle… fuori dalla pista

Uno degli aspetti che ha creato qualche interrogativo a non pochi addetti ai lavori è la necessità di gestire in pista il sistema a bolle per poi rischiare di ritrovare gruppi di bolle differenti insieme in Hotel o duranti i trasferimenti circuito-albergo.
“Ci sono delle raccomandazioni concordate con le squadre a cui tutti sono pregati di attenersi, e tra queste ci sono i trasferimenti (dall’Hotel all’aeroporto, e dal circuito all’Hotel) e la necessità che i pasti vengano consumati esclusivamente in pista e negli alberghi in cui si soggiorna”.

Un contesto, quello esterno al perimetro del circuito, in cui tutto sarà delegato alla piaanificazione delle squadre e al senso di responsabilità del personale.

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