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Toro Rosso, Kvyat: "Sono più maturo dopo lo stop del 2018? Preferisco che sia la pista a parlare"

Dopo aver lavorato al simulatore per la Ferrari lo scorso anno, il pilota russo è pronto ad iniziare una terza parentesi in Toro Rosso. Sulle speculazioni secondo cui l'anno passato lontano dalla Formula 1 gli abbia fatto bene, preferisce non sbilanciarsi.

Daniil Kvyat, Scuderia Toro Rosso

Daniil Kvyat, Scuderia Toro Rosso

Mark Sutton / Motorsport Images

Il casco di Daniil Kvyat, Scuderia Toro Rosso
Scuderia Toro Rosso STR14
Alex Albon, Daniil Kvyat, Toro Rosso
Il casco di Daniil Kvyat, Scuderia Toro Rosso
Scuderia Toro Rosso STR14
Scuderia Toro Rosso STR14
Scuderia Toro Rosso STR14
Il casco di Daniil Kvyat, Scuderia Toro Rosso
Scuderia Toro Rosso STR14
Scuderia Toro Rosso STR14
Scuderia Toro Rosso STR14
Daniil Kvyat, Scuderia Toro Rosso
Sean Gelael, Scuderia Toro Rosso STR13
Sean Gelael, Toro Rosso STR13
Daniil Kvyat, Scuderia Toro Rosso
Daniil Kvyat, Scuderia Toro Rosso STR13
Daniil Kvyat, Scuderia Toro Rosso STR13
Daniil Kvyat, Scuderia Toro Rosso STR13

L’impressione, netta, è che la lontananza forzata dalla Formula 1 nel 2018 porterà Daniil Kvyat a godersi ogni momento di questo nuovo capitolo della sua carriera. A soli 24 anni il pilota russo ha agganciato una seconda chance per proseguire una storia troncata di netto dopo il Gran Premio degli Stati Uniti del 2017, e sembra avere tutto ciò che serve per riprendere in mano la sua carriera portandola dove sembrava destinata ad arrivare, ovvero molto in alto.

È un Kvyat calmo, quello che si appresta a tornare in pista, che ha ritrovato la squadra che aveva lasciato a piedi in modo traumatico la sera del 22 ottobre 2017, dopo un brevissimo colloquio con Helmut Marko. Il manager austriaco è tornato sui suoi passi, e ora sta a Kvyat dimostrare che ha ancora molto da dire. Un anno lontano dalle piste lo ha aiutato a rielaborare ciò che serve per emergere in Formula 1, e l’esperienza al simulatore della Ferrari si è rivelata preziosa sul fronte del background tecnico. Il Kvyat 2.0 è pronto, ora (come sottolinea lui stesso) la parola passa alla pista.

Quando hai lasciato la Formula 1 e la Toro Rosso nel 2017, pensavi che un giorno saresti tornato in pista nel Circus a tempo pieno?
"È una bella sensazione essere di nuovo qui, e questo conferma che non bisogna mai abbandonare la speranza. L'anno scorso mi sono divertito collaborando con la Ferrari, è stato un impegno che mi ha aiutato a tenermi in forma ed in contatto con la Formula 1, in particolare con il fronte tecnico".

A quando risale il tuo ultimo Gran Premio?
"Il GP degli Stati Uniti del 2017. Ma, a parte tutto il lavoro fatto nel 2018 al simulatore, mi sono tenuto attivo grazie al kart, un bel modo per restare in forma".

Pensi di essere e maturato in questa pausa che ti ha visto lontano dal paddock di Formula 1?
"Non sta a me dirlo. So che ci sono state molte speculazioni su questo aspetto, e preferisco che sia la pista a rispondere. Non vedo l’ora di salire in macchina, ci attende molto lavoro nei quattro giorni in pista a Barcellona, saranno prove molto importanti per tutti".

Credi che il ruolo di pilota di ‘sviluppo’ che hai rivestito lo scorso anno alla Ferrari ti abbia consentito di migliorare il tuo background?
"Ho apprezzato molto l'opportunità che mi ha concesso la Ferrari. È stata una grande esperienza, e da parte mia ho cercato sempre di dare il massimo, devo dire che mi è davvero piaciuto lavorare per loro. Sono stati tutti molto gentili nei miei confronti, e spero di averli ripagati lavorando sempre al massimo e mettendomi a disposizione anche per impegni non previsti. È stato un piacere. Ad essere onesti, penso che guidare su questa generazione di simulatori, decisamente sofisticata, mi abbia aiutato a non dimenticare il feeling con la guida di una Formula 1 ed in generale come ci si sente in macchina".

Hai guidato la Toro Rosso nel test di fine stagione ad Abu Dhabi. Come è stato tornare nel mondo ‘reale’?
"Dopo cinque giri tutto mi è sembrato normale! In generale è stata una sensazione molto bella, che mi ha ricordato i miei primi test in Formula 1. Sono stato felice di poter tornare in pista, ed ho completato 155 giri senza problemi. Mi sono goduto il momento, e penso che sarà sempre così ogni volta che uscirò dai box, quindi mi immagino una stagione ricca di bei momenti".

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A parte le diversità legate alla power unit Honda, quando sei tornato in pista hai sentito molte differenze rispetto alla monoposto che avevi guidato nel 2017?
"È trascorso un anno dal mio stop al mio rientro, ed è normale che ci sia stata un’evoluzione della monoposto. Ma le cose non sono cambiate radicalmente, quindi sono stato in grado di riadattarmi senza grossi problemi".

Nella sede di Faenza hai incontrato qualche volto nuovo ma anche tanti visi familiari. Hai notato un’evoluzione nel team che avevi salutato nel 2017?
"A dire il vero i volti più familiari sono stati di gran lunga maggiori rispetto a quelli di persone che non conoscevo. Credo che il cambiamento più importante sia stato quello del fornitore di motore, ovvero la novità Honda, mentre sul fronte ‘monoposto’ il lato ingegneristico è praticamente quello che ricordavo".

Ti sei posto degli obiettivi precisi per il Mondiale 2019?
"Non sappiamo ancora dove ci potremo collocare come potenziale tecnico. Come tutti i nostri avversari stiamo lavorando sodo per mettere insieme il miglior pacchetto possibile, e da parte mia so bene che quello che posso fare è lavorare sulla mia performance. Credo molto nei ragazzi della squadra, sanno molto bene cosa stanno facendo, e faremo tutto il possibile per spremere il massimo dal pacchetto tecnico che avremo a disposizione. Vedo tutti molto motivati e concentrati, e questo mi da grande fiducia".

Ti aspetti di essere il ‘leader’ della squadra, visto che il tuo compagno di squadra è un debuttante?
"Quello che dovrò fare sarà uscire dai box e fare il mio lavoro nel miglior modo possibile. Ovvero: andare veloce e fornire il mio feedback per trovare la direzione su cui lavorare. È un lavoro di squadra".

Sei di nuovo l'unico russo sulla griglia di partenza, ed è facile immaginare che la tappa di Sochi sarà un appuntamento speciale per te.
"Certo, ma non voglio aspettare fino al Gran Premio di Russia per avere un momento speciale, sarebbe un’attesa molto lunga! Voglio divertirmi in ogni gara, e andare avanti weekend dopo weekend. Ovviamente Sochi sarà un bel fine settimana, ma spero che possano esserlo anche Australia, Bahrain e Cina, visto che sono le prime tre gare in calendario. Non vedo davvero l’ora che inizi la stagione, ora ci aspettano i test a Barcellona poi penseremo a Melbourne, un passo alla volta".

Quest’anno ci saranno al via molti volti nuovi, ma anche dei ritorni, visto che oltre a te tornerà in pista Robert Kubica. Credi che possa essere una stagione con un po' di sapore ‘vintage’?
"Ci sono sempre degli aspetti interessanti in ogni stagione in Formula 1. Quest'anno c'è stato un bel rimpasto nel gruppo di piloti al via, e il ritorno di Robert è una delle grandi sorprese. L'ho conosciuto quando ero più giovane, e correre contro di lui speciale. È stato il ragazzo che per primo mi ha portato in un box di F1, nel 2009: ero in kart, e lui aveva una sua squadra in karting in quel momento. È successo che ho vinto una gara e mi sono aggiudicato un biglietto per assistere ai test di F1 a Barcellona. Quando ho visto Robert nel paddock mi ha riconosciuto ‘Oh, ma sei tu!’. Mi ha fatto fare un giro nel garage BMW, mostrandomi il volante, la monoposto, la stanza degli ingegneri, tutto. È un bellissimo ricordo che porto con me. Per quanto riguarda il resto, spero che i divari tra le varie squadre non si confermino troppo grandi, e se sarà così vedremo delle gran gare".

Quali sono le tue prime impressioni sulla power unit Honda?
"Ho seguito i lavori abbastanza da vicino, e posso confermare che sono tutti molto motivati. Stanno dando il massimo, lavorando duramente per ottenere il miglior motore possibile, ed è esattamente ciò di cui ha bisogno la squadra. C’è un grande spirito di gruppo, e spingerci a vicenda è il miglior modo per andare avanti puntando sempre più in alto".

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