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Intervista

Pontremoli: "Il Motorsport torna a trainare l'Automotive"

Il CEO della Dallara ci fa il punto della situazione con il Motorsport e l'Automotive fermi per il Coronavirus. Le corse torneranno a essere il volano dell'automotive. A Varano realizzato una banca ore ferie per salvaguardare gli stipendi. L'importanza dell'arrivo di Aldo Costa.

Andrea Pontremoli, Boris Rotenberg

Andrea Pontremoli, Boris Rotenberg

Dallara

Nessuna azienda al mondo ha una visione globale del motorsport come la Dallara. La sede di Varano de' Melegari è una sorta di ombelico del mondo sportivo su quattro ruote, dove prendono forma centinaia di monoposto destinate a scendere in pista ovunque ci sia un autodromo.

Dalla Formula 1 del team Haas, alle serie propedeutiche della FIA (Formula 2 e Formula 3), al mondo statunitense, con Indycar e Indy Lights, alla Super Formula giapponese.

Senza contare le vetture IMSA e Wec, oltre ad un numero davvero impressionante di consulenze che spaziano dal mondo sportivo a quello dell’Automotive, contesto in cui Dallara è presente anche direttamente con la sua Stradale.

In un momento in cui l’automobilismo condivide con il mondo intero le problematiche causate dalla crisi Covid-19, non c’è posto migliore della Dallara per capire quali saranno le difficoltà che il motorsport sta affrontando e dovrà affrontare nell’immediato futuro.

Abbiamo così posto all’Amministratore Delegato del Dallara Group, Andrea Pontremoli (al timone dell’azienda dal 2007) una serie di domande per far luce su un argomento spinoso e di difficile lettura, soprattutto in un momento in cui i punti interrogativi sono di gran lunga maggiori delle certezze.

Iniziamo proprio dalla situazione della Dallara. Quali ripercussioni ha avuto l’azienda nelle ultime sei settimane?
“Il nostro settore motorsport è ovviamente fermo. Tra i mercati in cui siamo presenti, solo in Giappone c’è qualche piccola attività, ma parliamo di test. Siamo fermi dal punto di vista produttivo, ma andiamo avanti con i reparti di progettazione, abbiamo 200 ingegneri che lavorano in remoto, ma per lo più si tratta di attività di consulenza per il settore Automotive ed Aerospace”.

I vostri impegni con le categorie in cui siete coinvolti sono motivo di preoccupazione?
“Per fortuna abbiamo completato in tempo la produzione per il 2020 ed avevamo consegnato anche la ricambistica ai vari organizzatori dei campionati che utilizzano le nostre vetture. È chiaro che la parte di progettazione, ad iniziare dalla Formula 1, è ferma come previsto dalle misure adottate dalla FIA. I nostri dipendenti sono in ferie ed è emersa una grande dimostrazione di solidarietà”.

Spieghi meglio…
“La nostra azienda è giovane, l’età media è di 34 anni, e in pochi avevano accumulato ferie, ma i dipendenti hanno deciso di creare una “banca” ore. I dipendenti con maggiore anzianità che ne avevano accumulate di più le hanno cedute ai più giovani, ed il monte ferie complessivo è stato così diviso equamente tra tutto il personale".

"Questo ha permesso di garantire la retribuzione piena a tutti i dipendenti, ed in Dallara la media degli stipendi è 2700 euro al mese. La cassa integrazione avrebbe garantito circa 1200 euro mensili, ma in un momento di difficoltà, il nostro gruppo si è compattato anche più del solito”.

Quali prevede che saranno i primi effetti di questa crisi sul mondo del motorsport?
“Si discuterà e si lavorerà sulla riduzione dei costi, un tema che oggi sta affrontando la Formula 1 ma che diventerà una priorità in tutti i campionati".

È un aspetto che coinvolgerà anche la Dallara?
“Noi siamo sempre stati attenti ai costi, da tempo c’è chi viene nella nostra azienda per capire come facciamo a produrre un telaio al costo che proponiamo o ad affrontare uno studio aerodinamico con un budget molto ridotto rispetto agli standard".

"È un aspetto che va oltre il mondo del motorsport e vi confermo che proprio la realtà sportiva è tornata ad essere il bacino ‘ricerca e sviluppo’ da cui attinge ed attingerà sempre più l’Automotive. Nella produzione di serie si stanno riscoprendo l’importanza di concetti base come ad esempio la riduzione del peso, una sfida che oggi è possibile affrontare visti gli alti standard di sicurezza. Abbiamo grandi Case che ci chiedono studi su come diminuire il peso delle loro vetture di serie o studi aerodinamici per migliorarne l’efficienza”.

Tornando al mondo delle monoposto, come crede sarà affrontata la sfida della riduzione dei costi?
“Nelle categorie monomarca, la monoposto incide dal 7 al 9% nel budget complessivo dei team. I costi maggiori sono la logistica e il personale, quindi in questo contesto non credo si possa incidere in modo significativo. In Formula 1 il discorso è diverso…”

Ovvero?
“La Formula 1 spende budget elevatissimi in ricerca e sviluppo. Se si congelassero delle componenti, il risparmio sarebbe immediato, e non ci sarebbero impatti sullo show, anzi. Oggi se un top-team riesce con maggiori risorse a fare un salto in avanti, si assiste ad un dominio che non è certo d’aiuto alla spettacolarità, che rappresenta una delle peculiarità dello sport".

"Credo che gli appassionati vogliamo vedere confronto, competizione, che in parte è ciò che vediamo in Indycar. Ci sono sempre delle aree in cui una squadra fa la differenza, anche negli Stati Uniti ci sono team più competitivi di altri, ma senza spendere cifre altissime”.

Ma come è attuabile questa filosofia in Formula 1?
“In un certo senso ci sono già esempi in questo senso nella stessa Formula 1: tra i team che utilizzano la stessa power unit la differenza in termini di performance esiste comunque, ci sono sempre aree in cui si fa la differenza, ed è questa la sfida. In IMSA e Wec stiamo partecipando alla stesura del nuovo regolamento e c’è una grande attenzione ai costi. Quello che ci chiedono è molto indicativo: se possiamo spendere 100 euro, come è meglio spenderli al fine di migliorare la competizione?”.

Ma in Formula 1 ci sono i Costruttori, i quali non sembrano sentirci molto se si parla di standardizzare componenti tecniche...
“Sul fronte della riduzione dei costi il massimo lo si ottiene standardizzando tutto, ma se tutto è uguale togli la competizione tecnica ed un team ovviamente si chiede come possa fare la differenza. La sfida, per chi deve redigere i regolamenti, è nel riuscire a trovare un equilibrio tra questi due aspetti. Faccio un esempio: ha senso spendere le cifre che si sborsano oggi in Formula 1 per le trasmissioni? Non sarebbe più sensato fare un cambio comune per tutti? Il risparmio sarebbe immediato e notevole, e sarebbe solo un’area di sviluppo in meno che costa molti soldi e come l’esempio del cambio ce ne sono tanti altri”.

Quali difficoltà dovranno affrontare le singole categorie?
“Sono convinto che sarà cruciale per tutti i campionati riuscire a tornare in pista nel 2020. Se in qualche modo sarà possibile disputare una stagione, sia pur ridotta come numero di eventi, ci saranno ovviamente delle perdite in termini economici rispetto ai piani previsti, ma sarà comunque possibile recuperare parte del budget, e alla fine ci saranno in bilancio comunque anche meno spese del previsto".

"Se invece nel 2020 non si tornerà in pista, allora il problema sarà molto più grave, perché non ci saranno ingressi economici, intendo da sponsor, diritti televisivi ed eventi in pista, la situazione diventerebbe molto più dura. E credo che tornare a correre nel 2020 sia anche importante anche per tenere vivo il rapporto con i fans, non bisogna rischiare di perderli, perché altri sport ripartiranno”.

La Formula 1 soffrirà più o meno di altre categorie?
“Credo che avrà dovrà affrontare delle difficoltà maggiori rispetto alle serie monomarca. In queste ultime categorie il materiale tecnico è di fatto congelato, il personale si spera possa essere aiutato anche da ammortizzatori sociali, e le spese di trasferta sono ovviamente azzerate".

"La Formula 1 è un modello di azienda più complesso da gestire, basti pensare al numero di dipendenti e alle tante voci di costo che ci sono, e non parlo solo nel top team”.

Sulla Dallara il posticipo di dodici mesi del regolamento F1 2021 ha avuto o avrà un impatto?
“Ovviamente se il regolamento non fosse variato avremmo venduto più materiale, ma essendoci stato lo stop imposto dalla FIA abbiamo fermato il programma, quindi anche i costi. Mancherà il guadagno, ma nessuno penso che quest’anno possa pensare di poter realizzare degli utili”.

La Dallara nel 2020 ha visto l’ingresso nell’organico di un tecnico di assoluto valore come l’Ing. Aldo Costa.
“Già, un arrivo molto positivo per tutti noi. Ha un’esperienza incredibile, un aspetto fondamentale per l’obiettivo che abbiamo: costruire una nuova generazione di tecnici, i talenti che porteranno la Dallara nel futuro. Il suo innesto è cruciale in questo senso, perché ha le conoscenze per individuare e supportare la crescita di chi dovrà guidare l’azienda nei prossimi anni”.

È vero che Toto Wolff le ha chiesto come ha fatto a convincere l’Ing.Costa a sposare la causa Dallara?
“Sì. Credo che per Aldo abbia giocato un ruolo importante anche il desiderio di trasmettere ai giovani ciò che ha appreso nel corso di un’avventura professionale straordinaria. È tornato nella sua Parma, e ha portato una ventata di futuro in Dallara. Allo stesso tempo sta familiarizzando nel capire come sviluppare i progetti con fondi molto più bassi di quelli che abitualmente sono a disposizione in Formula 1, perché senza budget sostenibili la Dallara non starebbe in piedi”.

Crede che il motorsport reagirà velocemente quando arriverà il semaforo verde per la ripartenza?
“Dovrebbe essere in grado di avere tempi di reazioni più rapidi rispetto a tante altre realtà, compreso lo stesso mondo dell’Automotive, perché le nostre filiere sono abituate a lavorare in tempi stretti. Ma serve ripartire al più presto, ogni giorno di stop è un giorno perso che mette sempre più a rischio tante realtà”.

Ci aspetta un futuro in grado di recuperare quanto perso?
“Il motorsport è un mondo molto vasto. Oggi non possiamo dire quanto ci vorrà per tornare alla situazione precedente la pandemia, ma ci sono dei settori che vedo in crescita in tempi brevi. Sono convinto che questa crisi abbia fatto riflettere tutti, e quando si tornerà alla normalità prevedo che ci saranno diverse persone che vorranno godersi di più ciò che hanno".

"Già da tempo, ad esempio, ho constatato che negli Stati Uniti il mondo dei ‘gentleman drivers’ sta crescendo. In America è già così, ci sono dei Country Club dove al posto del campo a golf ora c’è un circuito che la gente può utilizzare con la propria auto".

"Oggi, soprattutto chi ha vetture con prestazioni medio-alte, è giustamente limitato nel loro utilizzo sulle strade comuni e per questo motivo c’è una riscoperta delle piste. Ci sarà sempre più un concetto di mobilità legata alle richieste della vita quotidiana, ma anche uno di mobilità mirata al divertimento e alla passione”.

Al momento però le uniche gare sono virtuali…
“Avete visto la serie Indycar virtuale? È una piattaforma davvero di alta qualità, il modello matematico è stato fornito dalla Dallara ed è lo stesso che abbiamo utilizzato al simulatore per lo sviluppo della monoposto reale. Inoltre ci sono alcuni team che utilizzano questo software per studiare gli assetti delle vetture dopo averne valutato l’attendibilità".

"Ho anche apprezzato l’atteggiamento di tutti i piloti titolari Indycar, nessuno si è tirato indietro quando sono stati invitati a disputare una gara virtuale, e questo conferma l’attenzione del mondo USA per lo spettatore, in tutte le attività che svolge anche in momenti difficili come quello che stiamo vivendo. Alla base c’è lo stesso spirito che contraddistingue ogni scelta che viene fatta: gli appassionati al centro di tutto”.

Andrea Pontremoli, CEO Dallara (a destra) con Claudio Domenicali (Ducati) e Stefano Bonaccini (Governatore dell'Emilia Romagna).

Andrea Pontremoli, CEO Dallara (a destra) con Claudio Domenicali (Ducati) e Stefano Bonaccini (Governatore dell'Emilia Romagna).

Foto di: Motor Valley

Romain Grosjean, Haas F1 Team VF-20

Romain Grosjean, Haas F1 Team VF-20

Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images

Dettaglio dell'anteriore Haas F1 Team VF-20

Dettaglio dell'anteriore Haas F1 Team VF-20

Foto di: Giorgio Piola

Il diffusore della Haas F1 Team VF-20

Il diffusore della Haas F1 Team VF-20

Foto di: Giorgio Piola

Franco Nugners, direttore responsabile di Motorsport.com Italia e l'ingegner Giampaolo Dallara

Franco Nugners, direttore responsabile di Motorsport.com Italia e l'ingegner Giampaolo Dallara

Innovazione Aeroscreen safety su NTT Data Honda

Innovazione Aeroscreen safety su NTT Data Honda

Foto di: IndyCar

Innovazione Aeroscreen safety su NTT Data Honda

Innovazione Aeroscreen safety su NTT Data Honda

Foto di: IndyCar

Alex Palou,  Dale Coyne Racing with Team Goh Honda

Alex Palou, Dale Coyne Racing with Team Goh Honda

Foto di: Phillip Abbott / LAT Photo USA

Il team ART Grand Prix festeggia la vittoria del titolo Piloti di FIA Formula 2 con Nyck De Vries, ART Grand Prix

Il team ART Grand Prix festeggia la vittoria del titolo Piloti di FIA Formula 2 con Nyck De Vries, ART Grand Prix

Foto di: Joe Portlock / Motorsport Images

Mick Schumacher, Prema Racing

Mick Schumacher, Prema Racing

Foto di: FIA Formula 2

Logo della FIA Formula 3

Logo della FIA Formula 3

Foto di: FIA F3

#10 Wayne Taylor Racing Cadillac DPi: Renger Van Der Zande, Ryan Briscoe, Scott Dixon festeggiano la vittoria

#10 Wayne Taylor Racing Cadillac DPi: Renger Van Der Zande, Ryan Briscoe, Scott Dixon festeggiano la vittoria

Foto di: Barry Cantrell / Motorsport Images

#10 Wayne Taylor Racing Cadillac DPi-V.R. Cadillac DPi, DPi: Renger Van Der Zande, Ryan Briscoe, Scott Dixon, Kamui Kobayashi takes the checkered flag

#10 Wayne Taylor Racing Cadillac DPi-V.R. Cadillac DPi, DPi: Renger Van Der Zande, Ryan Briscoe, Scott Dixon, Kamui Kobayashi takes the checkered flag

Foto di: Barry Cantrell / Motorsport Images

Dallara Stradale

Dallara Stradale

Foto di: Dallara

Dallara Stradale

Dallara Stradale

Foto di: Dallara

Test Dallara Stradale

Test Dallara Stradale

Test Dallara Stradale

Test Dallara Stradale

Test Dallara Stradale

Test Dallara Stradale

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