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Pochi giri sul bagnato in FP3 non è un problema di gomme, perche i team...

Siccome la FIA non ha autorizzato un treno di rain in più prima delle libere del sabato, le squadre hanno preferito non girare per risparmiare le gomme per l'eventuale qualifica bagnata o per timore di sbattere prima del turno cronometrato.

Charles Leclerc, Sauber C37

Foto di: Manuel Goria / Motorsport Images

Kimi Raikkonen, Ferrari SF71H
Sebastian Vettel, Ferrari SF71H
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W09
Carlos Sainz Jr., Renault Sport F1 Team R.S. 18
Carlos Sainz Jr., Renault Sport F1 Team R.S. 18
Max Verstappen, Red Bull Racing RB14
Kevin Magnussen, Haas F1 Team VF-18
Pneumatico Pirelli da bagnato

Nel paddock si parla molto di gomme in attesa del GP di Germania. Ai tedeschi non è piaciuto affatto che i piloti di fatto non abbiano girato nella terza sessione di prove libere di sabato mattina che si è svolta sotto una pioggia battente.

Nella prima mezz’ora solo Nico Hulkenberg aveva chiuso un tempo, mentre il compagno di squadra Carlos Sainz era finito in testacoda con le gomme wet. Solo negli ultimi dieci minuti tutte le macchine hanno effettuato almeno un giro, ma appena otto piloti hanno chiuso una tornata cronometrata con Charles Leclerc con la Sauber più rapido di tutti.

Come mai? La risposta è semplice: la Pirelli aveva dato la sua disponibilità a fornire un treno di gomme da bagnato in più ai team, come è previsto dal regolamento, ma stranamente la FIA non ha dato il suo ok. Le squadre, quindi, hanno preferito preservare i 3 treni di full wet (fascia di colore blu) e i 4 treni di intermediate (fascia di colore verde) per l’eventuale uso in qualifica, visto che le previsioni meteo davano come possibile un acquazzone nel pomeriggio che poi non c’è stato.

Il direttore di prova della FIA, Charlie Whiting, forse, si è dimenticato di autorizzare il treno di aggiuntivo di pneumatici che avrebbe permesso agli spettatori tedeschi di assistere a qualche passaggio in più delle monoposto, ma la sensazione è che i responsabili delle squadre non se ne siano importati un fico secco degli spettatori in tribuna e abbiamo preferito tenere al box le monoposto temendo che un eventuale uscita di pista con danni avrebbe potuto pregiudicare la qualifica.

In effetti il fondo di Hockenheim è molto vecchio e con un’aderenza molto scarsa. Non solo, ma in diversi punti del tracciato si sono formate delle pozze e dei rivoli di acqua che attraversavano la pista, rendendo la guida pericolosa per i piloti che temevano di finire in aquaplaning non tanto per la mancanza di grip delle gomme visto che le Pirelli Intermediate disperdono 25 litri di acqua al secondo alla massima velocità e le full wet arrivano a 65 litri,

quanto per la perdita di direzionalità che si verifica quando lo splitter anteriore “galleggia” sull’acqua, sollevando di quel poco che basta le gomme anteriori.

Il tema del bagnato è un argomento che andrebbe affrontato in modo più articolato anche nelle regole per il futuro: l’obbligo di mantenere lo stesso assetto fra le qualifiche e la gara era stato studiato per contenere i costi, evitando che i team realizzassero delle vetture pensate con regolazioni fatte apposta per il giro secco (c’erano motori che duravano 100 km!).

Non si pretende di tornare alla libertà assoluta, ma almeno alla possibilità di cambiare le altezze da terra per evitare proprio che il pattino vada in aquaplaning, ammorbidendo magari le sospensioni per assicurare un po’ più di trazione. Sarebbero variazioni senza costi che potrebbero garantire più sicurezza e anche più spettacolo in pista. Forse è troppo facile da farsi…

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