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Pierre Gasly: storia della rinascita di un pilota

La vittoria conquistata a Monza è stata l'apice della rinascita del francese. Pierre ha saputo sfruttare la retrocessione dalla Red Bull all'AlphaTauri per crescere e diventare il faro del team di Faenza.

Pierre Gasly, AlphaTauri, primo classificato, seduto sul podio con il trofeo a contemplare la sua vittoria

Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images

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"Oh mio Dio! Abbiamo appena vinto la gara!"

E’ stato questo ciò che ha urlato Pierre Gasly al termine di un incredibile GP di Monza. Pierre ha poi ringraziato la squadra e ad un certo punto è sembrato che stesse per scoppiare in lacrime. Ma invece di ricevere complimenti dal suo muretto quello che ha sentito sono stati i numeri. "Ottantaquattro!", ripeteva insistentemente la voce.

La voce apparteneva ad un altro Pierre, Pierre Hamelin, l’ingegnere di gara di Gasly all'AlphaTauri che stava cercando di correggere l'unico errore commesso dal suo pilota quel pomeriggio.

“E' una cosa che mi fa sentire un po' frustrato”, ha dichiarato Hamelin ridendo mentre racconta la sua versione della storia dell'emozionante gara di Gasly all'Autodromo Nazionale di Monza.

“Quando effettuiamo il giro di rientro chiediamo sempre al pilota di effettuare dei cambiamenti tramite i comandi sul volante e questi sono fondamentali per preservare l’affidabilità della vettura fino a quando questa non è ferma. L’ho chiamato per fare una modifica, ma nella foga del momento ha sbagliato ed ha apportato un cambiamento che avrebbe potuto danneggiare l’auto”.

“Volevo davvero essere felice ed avevo un sacco di bei messaggi pronti, ma è stato un momento critico perché avrebbe potuto danneggiare la monoposto”.

Tutto però è stato perfetto per Gasly a Monza quella domenica.

Pieno supporto

“Ovviamente è un qualcosa che ho sempre sognato” ha commentato Gasly a freddo. “Tagliare il traguardo, portare la macchina davanti alla tabella P1, festeggiare con i ragazzi del team, salire sul podio. Sapevo che prima o poi ci sarei riuscito, ma non pensavo sarebbe successo così presto e soprattutto al volante di una AlphaTauri”.

“Credo che l’ultima volta che una vettura di centro gruppo sia riuscita a vincere una gara sia stato nel 2012. Solitamente sappiamo già chi vincerà, ma tu provi sempre a fare del tuo meglio nel corso di ogni weekend perché una gara folle può capitare in ogni stagione e questo rende la vittoria ancora più speciale”.

Da quando Gasly è tornato a Faenza il pilota francese è diventato un punto di riferimento per la crescita della squadra.

Pierre Gasly, AlphaTauri. Il francese, contro ogni pronostico, ha vinto il GP d'Italia

Pierre Gasly, AlphaTauri. Il francese, contro ogni pronostico, ha vinto il GP d'Italia

Photo by: Andy Hone / Motorsport Images

“Abbiamo la stessa mentalità e non diamo mai nulla per scontato. Riescono sempre a capire cosa mi serve e mi danno la possibilità di esprimermi al meglio. E’ una cosa che apprezzo moltissimo perché è quello che ti serve per emergere in uno sport di squadra. Col passare del tempo la nostra relazione migliora sempre di più”.

Il primo incontro

Non è la prima volta che un pilota della Red Bull viene retrocesso verso la squadra di Faenza. Già nel 2016 era accaduto con Daniil Kvyat retrocesso dal team maggiore per fare spazio a Max Verstappen. Anche in quel caso il russo era finito a lavorare con Pierre Hamelin per un anno e mezzo prima che il suo posto venisse preso proprio da Gasly.

Quando il francese ha fatto il proprio debutto in Formula 1 nel 2017 in occasione del GP di Malesia Hamelin non era presente perché stava nascendo suo figlio, e quando è tornato in pista Gasly è stato assegnato alla crew che un tempo aveva assistito Sainz.

Alla fine i due hanno avuto occasione di lavorare insieme quasi due anni dopo quando Gasly è stato retrocesso dalla Red Bull alla Toro Rosso ripetendo il percorso del 2016 di Kvyat. Forse proprio questo ripetersi di una scena già vista ha aiutato il team e Pierre ad affrontare al meglio questa situazione.

Hamelin ha dichiarato: “Forse non lo sapete, ma quando Daniil è tornato da noi dopo essere stato retrocesso dalla Red Bull era molto provato mentalmente. Pierre, invece, ha avuto un approccio differente ed ha voluto dimostrare di cosa fosse capace. Non l’ho mai visto triste o deluso. Ha sempre pensato spingere ed a lavorare in modo molto professionale”.

Il ritorno a Spa

Hamelin ha poi spiegato come è andata la prima gara del ritorno di Gasly in Toro Rosso a Spa nel 2019. “Abbiamo cercato di non parlare della situazione, di non toccare l’aspetto dei suoi sentimenti. Abbiamo solamente lavorato in modo molto professionale”.

“E’ sempre difficile cercare di capire come gestire una situazione simile perché non sai mai come uno sportivo possa reagire a livello psicologico. L’approccio è stato sempre professionale, ma quando Pierre si è sentito pronto per parlare con noi di quanto accaduto lo abbiamo ascoltato con attenzione”.

Pierre Gasly, Toro Rosso STR14. La gara del ritorno con il team di Faenza ha dato il via alla sua rinascita

Pierre Gasly, Toro Rosso STR14. La gara del ritorno con il team di Faenza ha dato il via alla sua rinascita

Photo by: Jerry Andre / Motorsport Images

La prima gara del ritorno a Faenza si è conclusa con il nono posto di Spa. Gasly ha commentato quel piazzamento così: “E’ stato un momento duro da un punto di vista mentale, nonostante sappia di essere solido. Ho ricevuto un sacco di insulti da persone che non conoscevano la situazione. Non è stato corretto, ma la mia priorità è stata quella di riscattarmi”.

“Sapevo che ci sarei riuscito, era solo questione di tempo per capire quanto velocemente mi sarei riuscito ad adattare alla vettura. Volevo davvero fare bene e dimostrare i miei punti di forza. Sono un ragazzo che non si arrende mai e che combatte sempre per quello che vuole. E se mi fanno cadere mi rialzo per lottare ancora più duramente”.

Come se non se ne fosse mai andato

Gasly ha avuto bisogno di poco tempo per ritrovare il feeling con la Toro Rosso nonostante il passaggio ad un'auto completamente nuova a metà stagione. Hamelin ha dichiarato come questo risultato sia arrivato per via di una combinazione tra conoscenza della squadra e l'utilizzo dello stesso motore Honda e degli stessi sistemi della Red Bull.

Hamelin, però, ha voluto sottolineare come l’adattamento di Pierre in Toro Rosso sia stata "soprannaturale, come se il francese non se ne fosse mai andato veramente.

“E’ un grande lavoratore, fa un sacco di domande. Onestamente non abbiamo dovuto fare nulla di speciale, è stato lui a fare tutto”.

Alla sua terza gara con i colori della Toro Rosso, Gasly ha sorpreso tutti conquistando l’ottavo posto a Singapore, ma il meglio doveva ancora venire.

Pierre Gasly, Toro Rosso STR14. In Brasile il francese strappa il secondo gradino del podio a Lewis Hamilton in volata

Pierre Gasly, Toro Rosso STR14. In Brasile il francese strappa il secondo gradino del podio a Lewis Hamilton in volata

Photo by: Andy Hone / Motorsport Images

“Il Brasile per me è stata una gara addirittura migliore di Monza perché eravamo competitivi sin da subito. Sono partito in settima posizione e sono sempre stato al vertice del gruppo di metà classifica. Abbiamo preso delle decisioni corrette per essere in grado di battere Lewis in volata. Ce lo siamo meritato”.

Lezione imparata

La retrocessione in Toro Rosso ha reso Gasly più forte: “Onestamente non ho mai dubitato di me stesso. Forse tutti pensavano che mi sarei perso come Dany, ma io non sono quel tipo di persona. Non ho mai modificato il mio stile di guida, il mio approccio. Ho sempre spinto al massimo perché sono una persona competitiv”.

Tuttavia per Gasly è servito un breve periodo di adattamento per cancellare i fantasmi della tribolata avventura in Red Bull che non ha mai funzionato.

Hamelin ha rivelato: Quando è iniziata la stagione invernale con i test 2020 è stato strano. Forse aveva ancora in mente i test dell’anno prima quando era andato a sbattere a Barcellona. E’ stato un periodo difficile per lui”.

“Quest’anno i test sono stati strani. Ha iniziato in modo conservativo sia nella guida che nell’approcciarsi a tutto il resto. Quando è iniziata la stagione, però, ha fatto un ulteriore passo avanti ed è sempre riuscito a spingere”.

L’ambiente giusto

La resistenza di Gasly è stata notevole. Da quando è tornato in Toro Rosso ha sempre surclassato il suo compagno di team. C’è una chimica speciale che consente a Gasly di esprimersi al meglio con la scuderia di Faenza. Secondo Hamelin la trasparenza tecnica e la pazienza di AlphaTauri con i giovani piloti ha aiutato Pierre ad avere il controllo della situazione.

“Sono ancora la stessa persona. Ovviamente è stata una situazione difficile, ma ho affrontato momenti simili sin dagli inizi della mia carriera ed anche nella mia vita privata” ha sottolineato Gasly.

“Per me la retrocessione non ha significato una bocciatura. Semmai quello che è successo lo scorso anno mi ha dato ancora più forza per riprendermi e dimostrare che non in passato non riuscivo ad essere competitivo per determinati motivi”.

“In AlphaTauri sono stato circondato dalle persone giuste che mi hanno dato la possibilità di esprimermi al meglio. Penso che ci si dovrebbe sempre liberare da tutte quelle persone negative che non ti aiutano a dare il massimo. Questo si applica non solo alla Formula 1, ma a tutti gli sport ed anche alla vita di tutti i giorni”.

Pierre si è ripreso in maniera superba da quando è stato scaricato dalla Red Bull e come afferma Hamelin, Gasly ha dimostrato di meritare la F1 già prima di quella incredibile domenica pomeriggio a Monza.

“Se foste a stretto contatto con lui capireste che non è cambiato. Sono certo che lo stesso Gasly visto con noi si è visto anche in Red Bull. Ciò che doveva cambiare era la percezione che gli altri, dall’esterno, avevano di lui. Credo che ci sia riuscito”.

 

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