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Perez: l'alfiere di re Max nella partita a scacchi per il titolo

Con la vittoria a Baku il messicano ha portato punti preziosi nel Costruttori ed ha dimostrato come in questa stagione, nella lotta tra Verstappen e Hamilton, le seconde guide dei due team di punta avranno un ruolo determinante.

Sergio Perez, Red Bull Racing RB16B, e Lewis Hamilton, Mercedes W12

Foto di: Andy Hone / Motorsport Images

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Un avvio di stagione incerto, complice un adattamento ancora da perfezionare ad una vettura ed un team totalmente nuovi, e poi l’esplosione. Sergio Perez è riuscito a conquistare a Baku la sua seconda vittoria in carriera confermando la bontà della scelta della Red Bull di voler puntare su un pilota di esperienza e non su un talento acerbo pescato dal vivaio.

Quanto visto in Azerbaijan domenica scorsa, però, ha fornito al team di Milton Keynes un ulteriore motivo per sorridere. Perez, infatti, si è rivelato un gregario fondamentale per Max Verstappen ed ha svolto quel lavoro sporco che non è riuscito a compiere un Bottas in crisi di identità.

Finalmente il feeling con la RB16B

Già in occasione della presentazione della nuova monoposto, Perez aveva messo le mani avanti dichiarando come sarebbero state necessarie almeno 5 gare prime di riuscire ad entrare in piena sintonia con la Red Bull RB16B.

La previsione del messicano si è rivelata corretta. In Bahrain, complice un problema riscontrato nel giro di formazione, Checo è riuscito a rimontare fino al quinto posto in classifica, mentre ad Imola, complice anche un meteo bizzarro, Perez ha sofferto tagliando il traguardo in undicesima posizione dopo un brillante secondo tempo in qualifica.

In Portogallo, Spagna il pilota della Red Bull ha sfiorato il podio chiudendo in quarta e quinta piazza, mentre a Monaco, complice una gestione gomme come sempre da professore, Perez si è prodigato in una rimonta clamorosa (coadiuvata anche dalla mancata partenza di Leclerc e dal ritiro di Bottas ndr.) che l’ha visto passare dalla nona casella di partenza sino alla quarta piazza.

Sergio Perez, Red Bull Racing RB16B

Sergio Perez, Red Bull Racing RB16B

Photo by: Charles Coates / Motorsport Images

Baku avrebbe rappresentato la prova del nove per capire se il cambio di passo pronosticato dalla nuova guida Red Bull si sarebbe concretizzato o meno, ed alla fine ha Sergio Perez Mendoza  da Guadalajara ha avuto ragione.

Dopo aver chiuso le FP1 con il quarto tempo, Perez si è portato in cima alla classifica al termine delle FP2 precedendo Max Verstappen – finito colpevolmente a muro – di 1 decimo.

“Dopo Monaco abbiamo svolto delle analisi approfondite ed oggi, finalmente, mi è sembrato di capire meglio questa vettura ed il modo in cui deve essere guidata” ha dichiarato un Sergio particolarmente soddisfatto al termine della sessione.

“Penso che questo sia il mio miglior venerdì della stagione, sia per i tempi che per le sensazioni che ho provato alla guida. Non mi sono mai sentito così a mio agio. L’obiettivo è quello di andare in pole, ma dobbiamo lavorare questa sera per cercare di guadagnare qualche altro decimo”.

La pole non è arrivata, complice un’uscita di pista di Tsunoda nel finale che ha impedito a tutti i piloti di migliorare i cronologici ottenuti al termine del primo run, ma questo non ha impedito a Perez di guardare con fiducia alla gara di domenica nonostante la partenza dalla sesta casella.

Lo protezione di Verstappen

Il via dalla terza fila non ha impensierito il messicano che in poche tornate è riuscito a risalire sino alla terza piazza. La Red Bull, ad inizio gara, ha però scelto di utilizzare Perez come scudiero di un lanciatissimo Verstappen giocando di strategia.

Quando Hamilton è entrato ai box al giro 15 per montare le hard, e lasciare la piazzola con qualche secondo di troppo (4,3''), il team di Milton Keynes ha deciso di sacrificare la gara del messicano che con le mescole soft stava facendo segnare tempi di tutto rispetto.

Perez è stato chiamato al pit un giro dopo ed è riuscito a tornare in pista davanti al sette volte campione del mondo, seppure per un soffio, complice una sosta per nulla breve, almeno stando agli standard della Red Bull (4,1 secondi).

Un sacrificio utile alla causa Verstappen. L’olandese, infatti, si è trovato al comando con un margine di tutta sicurezza sul proprio compagno di team, mentre il messicano è riuscito a tenere a bada un Hamilton decisamente più veloce sui rettilinei, ma in grande difficoltà di trazione nei settori guidati, "rovinandogli" la gara.

Sergio Perez, Red Bull Racing RB16B, Lewis Hamilton, Mercedes W12

Sergio Perez, Red Bull Racing RB16B, Lewis Hamilton, Mercedes W12

Photo by: Andy Hone / Motorsport Images

Lewis, via radio, ha chiesto più volte al team di trovare il modo di sopravanzare Perez, ma dal muretto Mercedes è solamente arrivato un invito a mantenere la calma.

L’esplosione della posteriore sinistra di Verstappen al giro 46 ha sì segnato la fine della fuga mondiale dell’olandese, ma ha anche evidenziato la forza della Red Bull nel poter finalmente contare quest’anno su due punte a differenza della Mercedes.

Il paragone con Bottas

Perez ha ereditato una vittoria che sino a pochi giri dal termine nessuno si sarebbe mai atteso, ma non ha rubato niente a nessuno. E, soprattutto, ha fatto capire quanto in un campionato così combattuto per Mercedes e Red Bull saranno fondamentali i secondi piloti.

Se il messicano avesse condotto la stessa gara incolore di Bottas, oggi saremmo qui a parlare della fuga mondiale di Hamilton, e invece i giochi sono ancora apertissimi.

Valtteri ha vissuto a Baku il momento più basso della stagione. Se a Monaco la dea bendata ha deciso di voltargli la spalle quando poteva comodamente conquistare il secondo gradino del podio, in Azerbaijan il finlandese ha decisamente perso la bussola.

Sin dal venerdì sia Bottas che Hamilton hanno faticato nel trovare il giusto feeling con la W12, ma Lewis si è imposto nelle scelte di set-up optando al sabato per un assetto con minor carico, mentre Valtteri ha preferito mantenere una configurazione a maggiore incidenza.

Risultato? Hamilton ha chiuso le qualifiche con il secondo tempo, mentre Bottas ha faticato ottenendo il decimo crono per poi retrocedere ancora più indietro al via e viaggiare sempre nelle posizioni di rincalzo senza avere mai la possibilità di attaccare sui rettilinei le monoposto che lo precedevano.

Lando Norris, McLaren MCL35M, Valtteri Bottas, Mercedes W12

Lando Norris, McLaren MCL35M, Valtteri Bottas, Mercedes W12

Photo by: Andy Hone / Motorsport Images

La Red Bull ha così potuto giocare di strategia contando su due punte, mentre la Mercedes, con il solo Hamilton nelle posizioni di vertice, non ha potuto fare altro che rispondere di rimessa aspettando gli eventi.

Perez ha svolto il ruolo dell’alfiere in difesa del re Max in una partita a scacchi che si preannuncia estremamente complessa e se le sue performance dovessero confermarsi di questo livello nel corso della stagione della stagione per Hamilton e la Mercedes sarà dura difendere il trono e portare a casa la partita dell’ottavo titolo iridato.

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