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Perché l'indagine sull'incidente di Grosjean non sarà semplice

Conoscere la concatenazione di cause che hanno portato al tremendo incidente del Bahrain potrebbe rimanere un mistero secondo le teorie di Pat Symonds.

I Marshal spengono le fiamme causate dall'incidente di Romain Grosjean, Haas VF-20, al primo giro

I Marshal spengono le fiamme causate dall'incidente di Romain Grosjean, Haas VF-20, al primo giro

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La stagione 2020 di Formula 1 sarà ricordata per molte cose. L'implacabile programma di 17 gare disputate in 165 giorni non sarà certamente dimenticato da coloro che hanno partecipato al campionato, e le intense battaglie tra i team di metà classifica hanno impegnato le menti della maggior parte delle squadre.

I fan hanno avuto la possibilità di vedere daccapo le monoposto di Formula 1 sia su tracciati classici che su circuiti totalmente inediti, ma se si dovesse scegliere un singolo episodio che sarà ricordato a lungo, questo sarebbe senza dubbio il tremendo rogo del Bahrain che ha visto protagonista Romain Grosjean.

Gli incidenti fanno parte del motorsport. Qualsiasi posto di lavoro può essere pericoloso, ma gli sport motoristici devono essere classificati, insieme al combattimento militare, come una delle professioni più pericolose. Nonostante ciò, come abbiamo visto in Bahrain, fortunatamente la percentuale di infortuni è bassa e questo grazie alla costante attenzione alla sicurezza sia da parte delle squadre che della FIA.

I commissari rimuovono i resti dell'auto di Romain Grosjean, Haas VF-20, dopo l'incidente

I commissari rimuovono i resti dell'auto di Romain Grosjean, Haas VF-20, dopo l'incidente

Photo by: Zak Mauger / Motorsport Images

Le indagini sugli incidenti sono un compito scientifico e devono essere affrontate con un occhio forense.

Nella maggior parte dei casi, in particolare quando si considerano gli incidenti aerei o stradali, l'obiettivo principale è stabilire la causa dell'incidente, ma nel caso di Grosjean la causa era evidente. Il video ha mostrato chiaramente l'errore del pilota che ha successivamente perso il controllo della monoposto.

Delle volte, però, la causa non è così ovvia ed ancora oggi non si conosce con certezza la causa dell’incidente che portò alla morte Ayrton Senna ad Imola nel 1994. Con probabilità il bottoming del telaio dovuto ad una bassa pressione degli pneumatici dopo un periodo di neutralizzazione dietro safety car è stato precursore dell’impatto (questa versione non è condivisa dalla redazione italiana ndr.).

Le indagini che devono svolgere gli investigatori sono davvero accurate. Quando Jules Bianchi è morto dopo l’incidente in Giappone nel 2014, il rapporto è arrivato ad una lunghezza di 396 pagine anche se in quel caso la causa dell’incidente era nota con certezza.

Il report si è focalizzato sia sulle circostanze che hanno portato a quell’incidente, sia sugli accorgimenti che si sarebbero potuti prendere in futuro. Senza dubbio questo ha accelerato il lavoro che era in corso da qualche tempo per quanto riguarda la protezione frontale per la testa del pilota e che ha portato all'introduzione dell'Halo. Questo dispositivo avrebbe salvato la vita di Grosjean diversi anni dopo.

I vigili del fuoco spengono le fiamme causate dall' incidente di Romain Grosjean, Haas VF-20, al primo giro della gara

I vigili del fuoco spengono le fiamme causate dall' incidente di Romain Grosjean, Haas VF-20, al primo giro della gara

Photo by: Andy Hone / Motorsport Images

Dire che tutte le circostanze che portano all'esito di un incidente sono note è un'affermazione audace. È molto raro che un singolo evento sia sufficiente determinare le conseguenze di un incidente.

Di solito vengono impiegate altre teorie, come la "teoria della catena di eventi" o la "teoria della catena di eventi ramificata". La scienza dietro queste teorie non è nuova, ma gli studi si sono diffusi rapidamente dopo che la navetta spaziale Challenger ha subito un guasto catastrofico al lancio nel 1986.

Nel caso dell'incidente di Grosjean, mentre la causa può essere nota, il risultato è stato parzialmente determinato da una catena lineare di eventi, tra cui l'impatto con un'altra auto, con la barriera ed il cedimento strutturale di alcune componenti, ma altri fattori sono stati altrettanto importanti.

La catena ramificata di eventi può portare ad indagare sul posizionamento e la costruzione delle barriere, sulle specifiche di progettazione dell'auto, o anche sul ruolo dei primi soccorritori dell'incidente.

In Formula 1 siamo fortunati ad avere un'ampia copertura video sia all'interno che all'esterno dell'auto.

Certamente le dichiarazioni dei testimoni – ed in particolare del pilota - sono preziose, ma grazie ai video la distorsione cognitiva che i testimoni spesso mostrano è attenuata. Inoltre, c'è una infinità di dati, compresi gli accelerometri integrati negli auricolari di ogni pilota, dedicati alle indagini sugli incidenti.

Queste prove, tuttavia, sono utili solo se vengono raccolte e analizzate in modo rigoroso. Alcuni anni fa ho scritto una procedura dettagliata per la mia squadra su come gli eventi che portano ad un guasto di un componente ed al successivo ritiro in gara, o ad un grave incidente, devono essere indagati.

Questa si basa su operazioni di raccolta ed ispezione dei dati e delle componenti oltre che sulla garanzia che le prove non vengano alterate prima che tutti i dettagli vengano analizzati. Naturalmente, nel caso del Bahrain è stato difficile rispettare questa procedura dato che la gara doveva ripartire, ma sono state scattate numerose fotografie per stabilire lo stato luoghi prima che si procedesse al ripristino del tracciato.

Anche con un'indagine così approfondita, tuttavia, può essere difficile stabilire l'esatta sequenza degli eventi. Vari canali di dati sono stati registrati a frequenze diverse e il filtraggio elettronico può introdurre ritardi tali che al livello più granulare la sequenza degli eventi può essere travisata a meno che non si comprendano tutte le caratteristiche del sistema di acquisizione dati.

Il guard rail distrutto dall'auto di Romain Grosjean, Haas VF-20

Il guard rail distrutto dall'auto di Romain Grosjean, Haas VF-20

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

Per giungere a una conclusione valida, quindi, devono essere studiati tutti gli aspetti dell'incidente e delle volte, così come visto nelle storie di Sherlock Holmes, l'eliminazione delle cause potenziali è altrettanto importante nel determinare l'origine di un risultato.

Detto ciò, la FIA ha una esperienza di primissimo livello in questa materia e grazie anche alla volontà di spingere sempre a livelli più alti la sicurezza sono stati fatti dei passi avanti enormi da quel fatidico primo maggio 1994.

Il motorsport non sarà mai completamente sicuro, ma quanto accaduto in Bahrain dovrebbe essere celebrato come un tributo ai risultati raggiunti sino ad ora ed essere considerato come uno stimolo ulteriore per continuare nella ricerca di soluzioni che aumentino ulteriormente la sicurezza dei piloti.

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