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Analisi

Perché la McLaren può tornare ad essere una grande forza in F1

Il secondo team di Formula 1 di maggior successo della storia è rimasto attardato ed è precipitato a centro gruppo all’inizio dell’era turbo ibrida. Ma, una volta concluso il periodo Honda, finalmente un impero rivitalizzato si prepara a risalire di nuovo la china con la potenza Mercedes e una line-up molto forte.

Lando Norris, McLaren MCL35M

Lando Norris, McLaren MCL35M

McLaren

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Per quanto fosse frustrato dal suo terzo posto finale, Lewis Hamilton aveva parlato con grande sincerità e orgoglio delle prestazioni della sua ex squadra, la McLaren, nelle qualifiche dell’ultimo Gran Premio della stagione 2020 di Formula 1, ad Abu Dhabi.

Lando Norris si era qualificato quarto a Yas Marina. A valore nominale, era un risultato decente ma non particolarmente straordinario. Inoltre non era nemmeno il miglior sabato della stagione della squadra. Ma il divario di 0,251 secondi dalla pole position era veramente minimo e, pur sbilanciato un po’ dalla power unit fresca di Norris, era la prova di quanta strada avesse fatto la McLaren.

Il consueto divario che Mercedes e Red Bull avevano con gli altri team si è poi fatto vedere di nuovo in gara, ma Norris e l’ormai ex compagno di squadra Carlos Sainz sono stati in grado di tagliare il traguardo rispettivamente in quinta e sesta posizione, permettendo così alla McLaren di conquistare il sesto posto nella classifica costruttori. Questa è stata la migliore stagione della Casa di Woking dal 2012 e un passo avanti nella sua ascesa dopo lo stallo di solamente pochi anni fa.

L’ottimismo di Hamilton nel credere che la McLaren possa lottare per il titolo nel 2021 è forse un pensiero troppo ottimista, ma è rappresentativo del fatto che questa considerazione è una prova della trasformazione della squadra. Quest’anno può essere troppo presto, ma, data la sua traiettoria e le fondamenta che sono state messe in atto, la McLaren sta ancora una volta cominciando ad avere il gusto del successo.

L’ascesa della McLaren ha avuto luogo in gran parte sotto la direzione di Zak Brown, che è entrato nel team a novembre del 2016, inizialmente come direttore esecutivo prima di diventare CEO della McLaren Racing. Al suo arrivo a Woking, l’americano ha trovato una squadra con un disperato bisogno di cambiamento.

"Quella in cui sono entrato era una squadra in declino in quasi tutti gli aspetti – ricorda Brown – La sponsorizzazione di Vodafone, Johnnie Walker, GSK e ExxonMobil era finita, fino ad avere una monoposto quasi vuota di sponsor. In termini di risultati, i fatti sono i fatti: eravamo noni in campionato nel 2015. Questo si è manifestato in una forza lavoro molto infelice. Quando camminavi per la fabbrica, le teste erano basse”.

Ha costretto al cambiamento. Ron Dennis aveva lasciato alla fine del 2016 dopo una lotta per il controllo della McLaren, ponendo fine alla sua lunga permanenza nel team. Jost Capito ha lasciato dopo soli quattro mesi come CEO. Un miserabile 2017 ha portato alla scissione con la Honda, ponendo fine allo status di fabbrica de facto della McLaren.

Fernando Alonso, McLaren MCL32

Fernando Alonso, McLaren MCL32

Photo by: Glenn Dunbar / Motorsport Images

Anche se la McLaren aveva chiuso al sesto posto in classifica dopo il passaggio alla Renault, l'auto era ancora lontana dall’essere competitiva e la perdita della Honda aveva lasciato a Brown un notevole buco finanziario da colmare. Cercava di mettere le toppe mentre metteva insieme il suo team di gestione.

“Non credo che sia colpa di una singola persona, non c'è un gioco di colpe qui – dice Brown riflettendo sul declino della McLaren – Ma c’è stato un cambio radicale di leadership, a partire dal vertice. Avevi una battaglia degli azionisti ben documentata e pubblicizzata. Avevi un’azienda automobilistica che si stava avviando e costruendo, quindi penso che non avevi così tanta attenzione e leadership e visione sulla vettura di Formula 1”.

"C’erano Ron fuori e Martin Whitmarsh dentro, poi Martin fuori, Ron dentro, Eric Boullier e Jost dentro, Jost fuori...penso che qualsiasi squadra da corsa o azienda, se avesse cinque leader nell’arco di cinque anni, non riuscirebbe ad avere successo e mantenere la leadership di un team che gareggia. Questo si è manifestato in un ambiente molto malsano”.

La McLaren aveva anche perso una certa quantità di calore. Per quanto Dennis avesse avuto successo nel costruire l'impero McLaren, le sue tendenze ossessive avevano probabilmente intaccato parte della personalità della squadra, in particolare quando il gioco si faceva duro. Brown rende chiara la sua ammirazione per Dennis, prima di portare la conversazione in una...galassia molto, molto lontana.

“Ho sempre sentito che la McLaren è Star Wars, ma siamo diventati un po’ Darth Vader. Solo che avevamo bisogno di essere un po’ più Luke Skywalker – afferma Brown – Si trattava di cercare di spostare l’attenzione del team e del marchio su 'Cosa vuole la gente dalla McLaren?', sia che si tratti di trasformare l’auto in papaya perché è quello che vogliono i fan, o qualcos’altro. Mettendo le persone giuste al posto giusto, lavorando sull’organizzazione e portando un po’ di energia e cambiamento, ora stiamo iniziando a vedere che tutto questo funziona”.

La forza della McLaren è aumentata man mano che i pezzi andavano al loro posto. L'ex capo Porsche LMP1 Andreas Seidl ha ricoperto il ruolo di team principal nel 2019, mentre James Key ha assunto il ruolo di direttore tecnico. La monoposto ha continuato a riempirsi di sponsor. Il calore che la McLaren aveva avuto in passato è tornato in massa, in parte grazie alla nuova line-up formata da Norris e Sainz per il 2019 che ha portato un’immagine giovane e divertente alla squadra.

Anche i risultati in pista sono migliorati velocemente. La McLaren è salita al quarto posto nel campionato costruttori nel 2019, restando dietro solo ai "tre grandi" team: Mercedes, Ferrari e Red Bull.

Sainz ha conquistato il suo primo podio in oltre cinque anni al Gran Premio del Brasile, dopo che Hamilton è stato penalizzato dopo la gara, scatenando festeggiamenti incredibili che hanno visto il maggior numero possibile di personale McLaren salire sul podio di Interlagos ore dopo la fine della gara. La mossa è stata derisa ingiustamente da alcune delle squadre più grandi, ma ha dimostrato quanto il risultato fosse stato importante e significativo per l’intera operazione.

Non sarebbe un caso isolato, tra l’altro. La McLaren ha iniziato la stagione 2020 con Norris che ha ottenuto il suo primo podio in Formula 1 in Austria (di nuovo grazie a una penalità inflitta a Hamilton, questa volta applicata in tempo per la squadra affinché potesse partecipare alla cerimonia vera e propria). Inoltre Sainz ha mancato di pochissimo la vittoria a Monza, dove è arrivato secondo dietro Pierre Gasly.

Anche se alla MCL35 era mancato il ritmo dei rivali diretti, Racing Point e Renault, per gran parte dell’anno, la McLaren è stata in grado di battere entrambi al terzo posto nella classifica costruttori, avanzando di una posizione grazie al tracollo della Ferrari.

Ma Brown non è uno che si adagia o si vanta troppo.  Anche dopo due stagioni impressionanti, avverte che la McLaren “ha ancora molta strada da fare”.

“Abbiamo avuto molte più giornate positive negli ultimi due anni, ma questo ha portato le cose a diventare più difficili – spiega – Abbiamo bisogno di tenere i piedi per terra in questo viaggio di essere nono, sesto, quarto, terzo nel campionato. Non credo che questo significhi secondo e primo nei prossimi due anni. Man mano che ci si avvicina alla testa, diventa più difficile”.

È per questo motivo che la McLaren sa che non può permettersi di stare ferma. Nel 2019, il team ha firmato un accordo per passare ai motori Mercedes per il 2021 ed è rimasto fedele al piano nonostante il congelamento delle monoposto per quest’anno, sulla scia della pandemia Covid-19. Anche se questo ha costretto la McLaren a spendere i suoi due gettoni di sviluppo consentiti per lavorare sul posteriore della sua monoposto per montare la nuova power unit, Norris è fiducioso che offrirà un passo avanti.

“Nel complesso, è un pacchetto migliore – dice – È più potente. Toccando ferro, offre più affidabilità e questo tipo di cose. È un pacchetto leggermente più adatto, quindi nel complesso ci sono molti aspetti positivi. Sono sicuro che ci saranno alcune cose che sono un po’ più complicate, ma come pacchetto dovrebbe essere decisamente migliore e questo ci infonde la fiducia del fatto che ci porterà ad avvicinarci di più alla vetta”.

L’altra spinta per la McLaren arriva sul fronte dei piloti. Dopo che le prestazioni di Sainz nel 2019 hanno spinto la Ferrari a prenderlo per sostituire il quattro volte campione del mondo Sebastian Vettel, la McLaren ha perso poco tempo a cercare Daniel Ricciardo come sostituto. L’australiano ha ricambiato la sua smania firmando con la Casa di Woking, andando via dal team Renault per il quale aveva lasciato la Red Bull meno di due anni prima. È stata un’enorme dimostrazione di fiducia nel progetto messo insieme a Woking. Non bisogna dimenticare inoltre che l’australiano è un collaudato vincitore di gare di Formula 1.

Ma il 2020 non è stato tutto una buona notizia per la McLaren. L’impatto finanziario della pandemia del Covid-19 ha reso “fragile” il suo modello di business (per citare il presidente esecutivo Paul Walsh) e lo ha costretto ad agire. È stato contrattato un prestito di 150 milioni di sterline con la National Bank of Bahrain per alleviare i problemi di liquidità a breve termine, mentre il McLaren Group ha annunciato piani per 1200 licenziamenti, circa 70 dei quali provengono dalle operazioni di Formula 1.

Ha anche fatto dei passi verso la vendita del McLaren Technology Centre a Woking per poi essere riaffittato per liberare un po’ di liquidità immobilizzata. Molti dei progetti, come la costruzione di una nuova galleria del vento, hanno subìto ritardi a causa della pandemia. Ma, anche in mezzo alle preoccupazioni economiche mondiali del 2020, la McLaren è riuscita a far passare un nuovo accordo di investimento.

Zak Brown, CEO, McLaren Racing

Zak Brown, CEO, McLaren Racing

Photo by: Steven Tee / Motorsport Images

Con l’annuncio dato poche ore prima dell’ultima gara della stagione ad Abu Dhabi, la McLaren Racing ha accolto il nuovo azionista di minoranza MSP Sports Capital, un consorzio americano, che ha preso una quota iniziale del 15% nella società per 185 milioni di sterline. È stata una mossa che non solo ha portato in McLaren il know-how dal mondo del baseball, del basket e delle trasmissioni sportive, ma ha anche alleviato le preoccupazioni finanziarie.

“Tutti i problemi finanziari che abbiamo avuto sono ora alle nostre spalle – dice Brown – Ci abbiamo lavorato per un bel po’ di tempo. Come si può immaginare, portare quel livello di investimento mentre si vive con il Covid non è facile e penso che questo dica molto sulla fiducia che MSP ha riposto nella McLaren, nella Formula 1 e il nostro piano a lungo termine”.

“Ma questo ha fatto sparire da un giorno all’altro tutte le sfide finanziarie che avevamo. Sono investitori molto intelligenti e accorti, quindi ho bisogno di spendere i loro soldi saggiamente e fornire loro un ritorno sul loro investimento. Ma il conto in banca è lì per sostenere il business plan che io e il mio team di leadership hanno messo insieme per tornare ad essere competitivi nel mondiale e aggiungendo al portfolio motorsport quando e se ha senso”.

L'investimento assicura che tutti i progetti su cui McLaren sta lavorando possano andare avanti come previsto, con Brown che ha detto di offrire “le risorse necessarie per competere al massimo livello”. Anche se ha ammesso che ci vorranno un paio d’anni per recuperare i suoi piani di spesa di capitale, sono stati messi in atto i blocchi di costruzione per diventare di nuovo una squadra in lotta per il vertice in Formula 1.

La McLaren non lotta per il mondiale dal 2012, quando Hamilton e Jenson Button erano i due piloti della squadra. La perdita di Mercedes e dei fondi di sponsorizzazione avevano portato a una lotta inutile per tenere il passo con la spesa ingente degli attuali team di Formula 1 altamente competitivi e questo cambiamento significava che non fosse realistico per la McLaren a mantenersi tra i top team in Formula 1. Non importa quanti risultati positivi avesse ottenuto o che uso avesse fatto delle sue risorse, semplicemente non era abbastanza.

Ma le cose stanno cambiando. L’arrivo di un budget cap di 145 milioni di dollari nel 2021 rappresenta l’inizio di una nuova era per la Formula 1, mettendo fine alla spesa libera che ha portato al grande squilibrio sulla griglia attuale. Non vanno dimenticati anche i cambiamenti significativi ai vertici della categoria sotto il nuovo Patto della Concordia, così come una ridistribuzione dei premi in denaro che aiuterà anche a colmare il divario tra chi ha e chi non ha.

“Ora abbiamo la possibilità di essere una grande squadra, perché stiamo correndo con il budget cap – dice Brown – Questo ha anche portato più competitività ai team che erano alle spalle e penso che alla fine sia una cosa buona per lo sport. Credo che ora abbiamo una migliore possibilità di raggiungere i ragazzi davanti a noi, ma dobbiamo prestare attenzione, perché direi anche quelli che stanno cercando di prenderli, quel campo è ora più profondo.

"Ci sono sei o sette squadre che correranno tutte con il budget cap. Penso che AlphaTauri sia molto ben finanziata. Chiaramente Lawrence Stroll sta investendo un sacco di soldi nel suo team Aston Martin. Poi c'è Renault Alpine, che penso sia al nostro livello. Hai sette squadre che penso stiano tutte giocando con gli stessi mezzi, se vuoi, e penso che sia fantastico”.

Questo dovrebbe rendere lo schieramento molto più competitivo e, mentre ci vorranno alcuni anni per le squadre più grandi per tornare con i piedi per terra e sentire veramente l'impatto di un portafoglio più magro, la Formula 1 dovrebbe arrivare a un punto in cui non si tratta di quanto si spende, ma come si spende.

La McLaren recupererà anche un certo grado di potere politico, qualcosa che Brown ritiene sia stato perso con i 'blocchi' di produttori che “a volte abusavano” della loro influenza sui clienti sotto il vecchio Patto della Concordia.

“Dà più potere alla Formula 1 e alla FIA rispetto alle squadre, perché i team con tutto il potere politico nella precedente governance, erano in grado di mantenere meglio le cose modellate intorno alla loro agenda – spiega – Penso che questo venga neutralizzato. Questo è un bene, perché non avevamo il potere politico di alcuni degli altri che sono produttori di motori”.

Rivedere Mercedes, Red Bull e Ferrari non è un’impresa facile, anche con le regole che cambiano. Ma McLaren ha il vantaggio di dover fare solo alcuni piccoli cambiamenti per scendere al livello di budget-cap, a differenza dei suoi rivali meglio finanziati.

 

McLaren sta già operando in questo senso, il che significa che dovrà affrontare un periodo di adattamento minore. Anche l’uscente Sainz vede lo slancio che la McLaren ha costruito, molto di esso arrivato nella sua permanenza di due anni.

“La squadra ha fatto un lungo, lungo, lungo cammino da quel test ad Abu Dhabi alla fine del 2018 – dice Sainz – Il gruppo di persone è forte e la squadra si sta formando davvero bene verso il 2022, che rappresenta il grande cambiamento delle regole, e penso che in quel momento la squadra sarà pronta a colpire per essere della parte. Avendo una struttura molto più specifica e consolidata, le persone lì penso che saranno molto più consolidate. Sarà una forza da tenere in considerazione in futuro, credo”.

Per quanto Sainz sia stato impressionante, gli manca qualcosa che Ricciardo porterà: esperienza di vittoria in gara con un top team.

"Daniel ha lavorato con la Red Bull, sa come vincere le gare e come una squadra vince le gare e la macchina di cui ha bisogno, questo è qualcosa che Carlos non ha – dice Norris – Questo sarà molto buono per quando Daniel arriverà, dando quelle idee fresche e aiutando la squadra ad andare avanti. È bello per me lavorare con qualcuno di diverso e imparare dalle cose, ma anche andare contro un pilota che ha vinto delle gare e la gente dice che è uno dei migliori sulla griglia. È una buona occasione per me di confrontarmi con lui e lavorare con pilota che ha vinto gare”.

I pezzi del puzzle stanno andando tutti al posto giusto per la McLaren. I suoi grandi svantaggi degli ultimi sette o otto anni - vale a dire la sua mancanza di status di fabbrica e la mancanza di potere finanziario - non sarà così decisivo per avere successo in Formula 1 tra qualche anno. Non sarà più come portare un coltello in un combattimento con le armi.

Brown è d’accordo che la nuova era della Formula 1 sta per “giocare proprio nel nostro punto debole”, ma è veloce a fare un promemoria che, proprio come il processo di recupero, la strada per il successo richiede tempo.

“Mi piace dove stiamo andando, e dobbiamo tenere la testa bassa – dice – Penso che abbiamo tutto ciò di cui abbiamo bisogno ora, sia che si tratti di piloti, team principal, direttore tecnico, power unit, partner sponsor, investitori, le risorse, il CapEx. Ma ci vorrà più tempo per consolidare”.

“Se si guarda alle due dominazioni più recenti: Mercedes, ci è voluto un po’ di tempo per costruire quello slancio per arrivare lì, poi una volta arrivati lì, sono difficili da buttare giù dalla cima della montagna. E prima di questo, è stata la Red Bull. Gli ci è voluto un po’ di tempo per arrivarci. Questo è un business di slancio. Penso che abbiamo uno slancio buono. Ma abbiamo ancora molta strada da fare”.

Brown fa un confronto interessante con le ere costituite da Red Bull (2010-13) e Mercedes (2014-presente). Entrambi i progetti hanno avuto alcuni anni formativi difficili in cui sono passati attraverso vari piloti, approcci e, nel caso della Mercedes, leader. Ma lo slancio che ha costruito li ha portati a raggiungere il picco proprio al momento giusto, capitalizzando i cambiamenti che la Formula 1 ha affrontato con le nuove regole.

 

La sensazione è simile per la McLaren, anche se viene da una posizione molto diversa rispetto ai suoi predecessori. Il panorama competitivo in Formula 1 sembra pronto a cambiare più rapidamente che in qualsiasi altro momento della storia della categoria, rendendo possibile per la squadra sognare di vincere di nuovo.

“Il mio primo lavoro da sogno sarebbe stato salire sul podio in Formula 1 in una tuta da pilota McLaren, ma, poiché non li fanno più della mia taglia, se posso stare lassù in uniforme della squadra, è la cosa migliore”, scherza Brown.

Ha il motore giusto. Ha i piloti giusti. Ha la giusta quantità di denaro e presto non dovrà più affrontare gli svantaggi competitivi di una volta. Tutto ciò è di buon auspicio per un futuro incredibilmente luminoso per la McLaren.

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