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Perché il GP di Monaco merita il suo posto in Formula 1

Lo scorso Gran Premio di Monaco è stato avaro di duelli in pista, ma nonostante le poche emozioni l'evento del Principato merita di restare in calendario per via delle numerose sfide che comporta a piloti e team.

Carlos Sainz Jr., Ferrari SF21, Lando Norris, McLaren MCL35M, Pierre Gasly, AlphaTauri AT02, Lewis Hamilton, Mercedes W12, e Esteban Ocon, Alpine A521

Carlos Sainz Jr., Ferrari SF21, Lando Norris, McLaren MCL35M, Pierre Gasly, AlphaTauri AT02, Lewis Hamilton, Mercedes W12, e Esteban Ocon, Alpine A521

Andy Hone / Motorsport Images

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Il Gran Premio di Monaco è noto per non offrire mai una gara divertente. La pista stretta e tortuosa, le attuali auto larghe, pesanti, sensibili all'aerodinamica e i pneumatici critici da gestire sono una combinazione perfetta per ottenere un trenino di piloti che si inseguono per due ore in un pomeriggio di domenica.

Ogni anno (salvo rare eccezioni) assistiamo ad una processione e ogni anno si ripropongono le domande se Monaco meriti o meno il suo slot nel calendario. I critici sostengono che la F1 farebbe molto meglio a correre in circuiti più favorevoli allo spettacolo.

Se ci fosse la volontà da parte della Formula 1 di modificare il layout del tracciato per aumentare le possibilità di sorpasso sarei il primo a sostenerla, ma c'è un elemento del valore di Monaco che va oltre la gara.

Se vi venisse offerto un gran premio in cui cinque diversi team partono dai primi cinque posti in griglia, dove l'uomo della pole, a sorpresa, si è schiantato in qualifica e non è sicuro di partire dalla prima posizione per poi alzare bandiera bianca nei minuti finali, dove il comando della classifica piloti passa di mano e dove le squadre commettono errori di strategia, la maggior parte di voi prenderebbe al volo l’opportunità di assistere ad una gara del genere.

Charles Leclerc, Ferrari SF21

Charles Leclerc, Ferrari SF21

Photo by: Jerry Andre / Motorsport Images

Monaco è molto di più di quello che succede la domenica pomeriggio; si tratta di storie, sorprese, successo e delusioni. Certo, c'è l'aspetto glamour con gli yacht, le feste e le celebrità che servono ad aumentare l'interesse per la gara più famosa della F1.

In termini di spettacolo sportivo, però, Monaco offre una sfida per i piloti che non si trova da altre parti.

Vedere i piloti che spingono al limite, sfiorano le barriere, sfrecciano attraverso il tunnel e, soprattutto, pagano un prezzo pesante quando le cose vanno male, piuttosto che sfruttare le infinite vie di fuga in asfalto, significa che le prove e le qualifiche di Monaco sono molto più emozionanti di quanto lo siano in altre location.

Quanto è stato rinfrancante vedere Ferrari e McLaren al vertice durante il fine settimana e dimostrare di essere una spina nel fianco di Red Bull e Mercedes?

Avere team differenti in lotta per la vittoria su differenti tipologie di circuiti è un qualcosa di essenziale per la Formula 1. Se ogni tracciato facesse emergere sempre gli stessi punti di forza delle monoposto avremmo soltanto dei risultati copia e incolla.

Se la gara di domenica non ha offerto lo stesso spettacolo ruota a ruota visto in Portogallo, o la stessa strategia tattica ammirata in Bahrain ed in Spagna, quello che ha mostrato è stato un crescendo di tensione in vista della prima sosta.

Con i gap tra i piloti che sono rimasti stabili e non sono aumentati è stato difficile per le squadre scegliere quando montare gomme fresche, perché il pericolo di sbagliare la chiamata è molto più elevato a Monaco rispetto ad altri circuiti. Se ci si ferma per primi a Barcellona, ad esempio, è sempre garantito che l’undercut consentirà di superare chi precede.

A Monte Carlo la situazione è differente. Il tracciato sforza meno le gomme e cedere la posizione in pista può spesso rivelarsi controproducente.

Quando la Mercedes ha aperto il walzer dei pit chiamando Hamilton ai box per montare gomme dure, le sue speranze di sopravanzare Gasly sono immediatamente svanite. Le cose sono addirittura peggiorate quando Sebastian Vettel e Sergio Perez, grazie all’overcut, sono riusciti a sopravanzare il duo Gasly-Hamilton restando in pista più a lungo.

Pierre Gasly, AlphaTauri AT02

Pierre Gasly, AlphaTauri AT02

Photo by: Erik Junius

La mancanza di opportunità di sorpasso ha significato che Mercedes non ha potuto sfruttare semplicemente una vettura più veloce per sopravanzare i rivali che avevano fatto un lavoro migliore con la strategia.

Il tracciato si rivela insidioso non solo per i piloti, punendo ogni minimo errore, ma anche per i team che rischiano di rovinare tutto se adottano una strategia errata. Questo fa parte del fascino di Monaco.

Bisogna però notare che se da un lato è vero che il layout di Monaco non agevola i sorpassi, le attuali monoposto non sono particolarmente adatte a correre su questo tracciato.

L’enorme deportanza e l’infinita potenza sono elementi fantastici che giocano un ruolo fondamentale quando si ammira una vettura sfidare il cronometro al sabato, ma cozzano con ciò che serve per ravvivare la domenica.

La sensibilità aerodinamica significa che le auto semplicemente non possono seguire le traiettorie dell'altra. Non appena l'ala anteriore comincia a perdere carico le gomme cominciano a scivolare di più, si surriscaldano e il degrado aumenta. Questo porta a una situazione in cui, sfortunatamente, il modo migliore per arrivare alla fine della gara è quello di stare a circa due secondi di distanza dall’auto che precede e sperare di poter fare qualcosa ai pitstop.

Se i piloti avessero vetture meno sensibili aerodinamicamente e pneumatici che consentano di spingere senza il timore di degrado precoce si avrebbe una atmosfera di gara totalmente diversa.

Piloti come Hamilton, costretto a seguire per tutta la gara Gasly in attesa che accadesse qualcosa, avrebbero la possibilità di mettere molta più pressione con vetture del genere ed anche nel caso in cui non riuscissero a portare a termine un sorpasso, sarebbero in grado di indurre in errore chi li precede.

Sarà quindi affascinante capire che tipo di Gran Premio di Monaco vedremo nel 2022, quando le auto a effetto suolo, e pneumatici differenti, saranno i nuovi protagonisti in F1.

Anche se la gara del prossimo anno non dovesse essere avvincente, ciò che conterà sarà il dramma, gli incidenti, le sfide offerte dalla pista nel corso dell’intero fine settimana.

Mettete insieme tutti questi elementi e capirete perché Monaco merita il suo posto nel calendario della Formula 1.

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