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Ora Alonso denigra la F1: "E' troppo prevedibile" ed esalta il WEC, in cui però lotta contro... se stesso!

L'asturiano della McLaren ha da poco annunciato che al termine del 2018 lascerà la F1 e ora l'attacca, ma si contraddice. Il Mondiale attuale è uno dei più incerti degli ultimi anni, mentre Fernando esalta categorie in cui il destino dei titoli è stato scritto in partenza. La storia della volpe e l'uva...

Fernando Alonso, McLaren, is interviewed on stage

Foto di: Zak Mauger / Motorsport Images

Fernando Alonso ha parlato per la prima volta dopo l’annuncio che ha ufficializzato la sua decisione di lasciare la McLaren e la Formula 1 al termine del Mondiale in corso. Ha parlato alla…Alonso, ovvero motivando la sua scelta con motivi che vanno al di là della sua situazione personale, puntando il dito contro una Formula 1 che, a suo dire, non è più quella che lo ha visto protagonista.

“L'azione in pista non è più quella che ho sognato quando sono arrivato in F1 – ha spiegato nella conferenza stampa che ha aperto il weekend WEC a Silverstone - o quella che ho vissuto quando ero in altre categorie. Mi sono fermato perché oggi, secondo me, ciò che vediamo in pista è uno show più povero. In realtà, ciò di cui si discute di più in F1 sono polemiche o team-radio. Parliamo di queste cose, e quando si commenta così tanto questo tipo di argomenti è un brutto segno. Vuol dire che nell’arco di un fine settimana l'azione in pista è stata molto scarsa, ed è ciò che sento in Formula 1 oggi. Penso che ci siano altri campionati che probabilmente offrono uno spettacolo migliore, più gioia e più felicità, ed è quello che sto cercando di trovare”.

“Nelle stagioni 2003, nel 2004, nel 2008, nel 2009 ed anche nel 2011 non ho vinto molte gare – ha proseguito Alonso - ma erano campionati in cui era comunque difficile prevedere cosa potrebbe accadere a Spa e Monza. Oggi sappiamo già cosa accadrà nelle prossime due gare, possiamo prevedere le prime 15 posizioni con un margine di uno o due errori. Arriviamo a Barcellona per i primi test invernali e dopo il primo giorno di test sappiamo già cosa accadrà fino a novembre ad Abu Dhabi, e così è dura. Ma per me non è un problema, perché dopo 18 anni ho ottenuto più di quello che sognavo. Ma il problema è per i giovani piloti, a cui resta solo da sperare che il team in cui corrono possa fare un salto in avanti incredibile, o che ricevano una chiamata da uno dei team di vertice: è diventato difficile per i piloti che hanno ambizioni”.

La Volpe e l’Uva

La celebre fiaba di Esopo che narra della Volpe e l’Uva è sempre di grande attualità. La morale è chiara: chi non riesce a raggiungere un obiettivo, a volte anziché discutere se stesso accusa le circostanze. Il motivo per cui Fernando Alonso ha lasciato la Formula 1 è abbastanza chiaro: l’impossibilità di aver accesso ad un team in grado di fornirgli una monoposto competitiva. Vedere un pilota come Alonso lasciare quando è ancora in un ottimo stato di forma non è una buona notizia per la Formula 1, ma questo non vuol dire che la colpa sia del Circus, come vuol far credere lo spagnolo.

Alonso ha parlato di una Formula 1 prevedibile, come se fosse una novità emersa negli ultimi anni. A dirla tutta gli esiti del Mondiale in corso sono tutt’altro che scontati molto meno prevedibili se paragonati a stagioni citate da Alonso, come il 2004, ad esempio, quando Michael Schumacher vinse 13 delle 18 gare in calendario, o nella cavalcata della Brawn GP nel 2009 o il filotto di 9 vittorie consecutive messo a segno da Sebastian Vettel nel 2013. È chiaro che la Formula 1 non entusiasma più Alonso, ma a cambiare è stata la visione di Fernando, semplicemente perché vivere nella seconda parte dello schieramento non è appassionante come nelle prime file. Ci sta, è il gioco delle parti, ed il primo a saperlo è proprio Alonso, un ragazzo troppo intelligente per non pesare attentamente ogni parola pronunciata.

L’azione, lo show, lo spettacolo offerto da questo Mondiale (che nelle ultime tre tappe di Silverstone, Hockenheim e Budapest ha registrato sempre il tutto esaurito sulle tribune) è decisamente migliore di ciò che abbiamo visto in alcune stagioni passate. Un Mondiale così tirato non la si vedeva dal 2010, come è possibile negare una realtà sotto gli occhi di tutti? È vero che si è parlato anche di team-radio, ma sono stati soprattutto quelli di Fernando a tenere banco come argomenti di secondo o terzo livello, perché la polpa quest’anno c’è, e c’è stata per lunga parte del Mondiale anche nel 2017 grazie al confronto Mercedes-Ferrari dopo stagioni, quelle si, molto più scontate.

Andiamo Fernando, accusare la Formula 1 di essere “prevedibile” per esaltare uno dei contesti più scontati nella storia del motorsport, come il WEC LMP1 attuale, proprio non ci sta, non è qualcosa di vendibile agli appassionati di motori. Se Alonso conosce gli esiti dei prossimi Gran Premi farebbe bene a scommettere, perché dopo anni anche i bookmakers sono indecisi. Viceversa sembra davvero scontato l’esito del WEC, dove tutto è pronto per il trionfo Toyota, di fatto senza
avversari. Scommettiamo?

Informazioni aggiuntive di Ed Straw

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