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Ocon: "Il mio obiettivo 2017? Un podio e stare davanti a Perez"

Il pilota francese è molto soddisfatto della Force India, una squadra che lo ha stupito per l'incredibile motivazione che spinge tutti a migliorare. Esteban è ancora nella fase in cui deve imparare ma vuole fare meglio di Perez.

Esteban Ocon, Force India

Foto di: Sutton Motorsport Images

Sergio Perez, Sahara Force India VJM10, Esteban Ocon, Sahara Force India VJM10
Esteban Ocon, Force India
Esteban Ocon, Force India VJM10
Sergio Perez, Esteban Ocon, Sahara Force India
Esteban Ocon, Sahara Force India VJM10
Esteban Ocon, Sahara Force India VJM10
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 F1 W08 , Esteban Ocon, Sahara Force India VJM10 lottano per la posiz
Esteban Ocon, Force India, passa accanto a un ritratto di Ayrton Senna
Esteban Ocon, Sahara Force India F1
Esteban Ocon, Sahara Force India F1 con delle ragazze
Esteban Ocon, Sahara Force India F1 VJM10
Esteban Ocon, Force India, in the drivers parade
Sergio Perez, Sahara Force India VJM10, Esteban Ocon, Sahara Force India VJM10 and Sebastian Vettel,
Esteban Ocon, Sahara Force India
Esteban Ocon, Sahara Force India VJM10 waves to the fans
Esteban Ocon, Sahara Force India F1 VJM10
Esteban Ocon, Sahara Force India F1
Esteban Ocon, Sahara Force India VJM10
Esteban Ocon, Sahara Force India F1 VJM10
Esteban Ocon, Sahara Force India VJM10 pit stop
Esteban Ocon, Sahara Force India F1 VJM10
Esteban Ocon, Sahara Force India
Esteban Ocon, Sahara Force India VJM10
Esteban Ocon, Sahara Force India F1 VJM10
Esteban Ocon, Force India

Il prossimo fine settimana Esteban Ocon festeggerà il suo primo compleanno da pilota titolare di Formula 1. Dodici mesi intensi, quelli vissuti dal ventenne pilota francese, nei quali è riuscito a consolidare la sua posizione nel Circus.

Ha convinto la Mercedes (che detiene il suo cartellino) di valere più di Pascal Wehrlein, anche lui nel vivaio della Casa di Stoccarda, e lo scorso inverno è arrivata la chance in Force India, dove in poche gare è riuscito a mettere sotto pressione un osso duro come Sergio Perez.

Tutto iniziò lo scorso anno, alla vigilia della tappa di Spa, quando arrivò la chiamata della Manor:
“E’ stato un momento molto importante – ricorda oggi Ocon – che ha dato il via ad un’esperienza preziosa, nove Gran Premi che mi hanno permesso di esordire ufficialmente in Formula 1 e di imparare molto. Il paddock, però, lo frequentavo già dal 2013. Ho avuto l’opportunità di scendere in pista per dei test con Lotus, Ferrari, Mercedes, Force India e Renault, squadre molto diverse tra loro. Interagendo con filosofie di lavoro differenti, ho capito l’importanza dei dettagli, che alla fine sono ciò che fanno la differenza in Formula 1. Prima lo si capisce e meglio è”.

E’ sembrato che il tuo approccio alla Formula 1 sia stato meno problematico rispetto, ad esempio, agli esordi di Stroll e Vandoorne.
“Ho avuto l’opportunità di esordire con la vecchia generazione di monoposto, e questo credo sia stato un vantaggio, ma comunque non è stato semplice anche per me. E’ soprattutto una questione di pneumatici, e della ormai famosa finestra di funzionamento. Parliamo di un range di temperature molto stretto, e riuscire a lavorare in questa forchetta è tutt’altro che semplice".

"Le nove gare del 2016 mi hanno aiutato, ed una volta capito come far funzionare il tutto, le performance ne hanno subito beneficiato. Non ho ovviamente smesso di curare questo aspetto, cruciale nella Formula 1 di oggi, e lavoro costantemente sia in pista che al simulatore, che trovo molto utile”.

La Force India continua a stupire. Cosa ha di speciale questa squadra?
“Quello che fa la differenza credo sia l’incredibile motivazione. E’ un team dalle dimensioni contenute, e quando arrivi per la prima volta vieni accolto come in una famiglia. Subito dopo a colpirti è la motivazione di questo gruppo di professionisti, davvero affamati di successo. Non si pongono limiti di tempo, non ci sono ore lavorative a scandire l’attività, si va avanti fino a quando non si raggiunge l’obiettivo. E tutto viene fatto con il sorriso, un altro aspetto che fa la differenza e che rende questa squadra diversa rispetto alle precedenti con cui ho lavorato. Mi piace molto essere qui”.

Se soddisfatto della tua prima metà del Mondiale 2017?
“Non del tutto, perché l’obiettivo era quello di conquistare punti in ogni gara. Non mi aspettavo di avere a disposizione una monoposto così competitiva, mi ero immaginato un campionato in cui avrei avuto la possibilità di ambire alla parte bassa della top-10, magari con la possibilità di cogliere una chance nelle gare con più imprevisti. Ma al contrario, siamo stati spesso a ridosso del podio grazie al nostro ritmo sul giro, non per favori altrui”.

Quanto è importante per te riuscire a terminare il Mondiale in corso davanti a Perez?
“E’ importante, certamente. Checo è un grande pilota e se riuscirò a precederlo sarà un altrettanto grande risultato. Sto ancora imparando molto, ma da adesso in poi arrivano piste che conosco, e potrò concentrarmi maggiormente sulla performance sin dalle prime prove libere. Finora sui circuiti che conoscevo mi sono trovato molto bene, quindi sono fiducioso”.

Credi che sarebbe stato più difficile esordire direttamente al volante della monoposto 2017?
“Penso di sì. Come ho detto lo scorso anno mi sono concentrato sulla gestione degli pneumatici, non avevo altri problemi particolari con la monoposto 2016. Con le vetture attuali, considerando il passo avanti sul fronte della performance, sarebbe stato più critico”.

Sei un pilota Mercedes, che relazione hai con il team Campione del Mondo?
“Un ottimo rapporto. Ogni due gare ho un incontro con Toto (Wolff) e Gwen (Lagrue, responsabile dei piloti junior Mercedes), facciamo il punto valutando insieme aspetti in cui posso migliorare, ed ovviamente mi fanno sapere se sono contenti o meno del mio lavoro. Dopo i weekend di gara ci sentiamo telefonicamente, credo di essere seguito molto bene, ed è giusto che sia così”.

Alla fine del prossimo anno ci sarà un mercato-piloti molto aperto, Mercedes inclusa. Hai pensato a questa opportunità?
“No, non sto davvero pensando a nulla su questo fronte. Credo di essere ancora in una fase in cui devo essere concentrato gara per gara, e penso sia la cosa giusta, perché alla fine parlano i risultati. Se fai un buon lavoro allora sai che arriveranno delle buone opportunità, ed è ciò che mi ripeto spesso. Nella mia carriera è sempre stato così, quando ho ottenuto buoni risultati sono arrivate anche le chance”.

Passiamo al rapporto con i compagni di squadra: come è andata lo scorso anno con Wehrlein?
“Ovviamente c’è stata un po’ di rivalità, ma sempre con reciproco rispetto”.

Quest’anno sembra che la situazione con Perez sia un po’ più tesa….
“Non siamo andati in vacanza insieme… Però all’interno del team non è cambiato il nostro modo di lavorare, quando è necessario ci parliamo, come sempre”.

Se in Canada ti fossi trovato tu davanti a Perez e la squadra ti avesse chiesto di cedere la posizione, cosa avresti fatto?
“Avrei obbedito, e questa è probabilmente la differenza tra lui e me. Ma alla fine credo che il team abbia deciso di non insistere troppo, quindi rispetto la decisione della squadra”.

Abbiamo visto lo scorso anno il duello Rosberg-Hamilton arrivare a limiti molto estremi. E’ parte del lavoro del pilota dover mettersi alle spalle il compagno di squadra?
“Sì, è una situazione che un pilota impara subito a capire nelle categorie minori. Se non fai di tutto per metterti dietro il tuo compagno… beh, c’è qualcosa che non va. Penso che continuerò a combattere sempre più con Sergio durante questa stagione, ma dobbiamo farlo nella correttezza prevista dal regolamento e senza danneggiare la squadra. E’ importante che entrambi i piloti portino punti al team”.

Cosa cambia nel dover confrontarsi con il compagno di squadra in Formula 1 rispetto al farlo nelle formule minori?
“Di base non ci sono differenze, anche se esistono interessi ben diversi dietro, questo indubbiamente. Ma in passato non sono mai stato coinvolto in incidenti con il mio compagno di squadra, quindi non sono un esperto in materia”.                                                                                         

Perez è il compagno di squadra più impegnativo che hai avuto finora?
“Credo sia il compagno più tosto che ho avuto sul fronte del confronto in pista”.

Ripercorrendo la tua carriera non hai mai avuto vita facile, intesa come caratura dei tuoi compagno di squadra...
“Si, è vero. Ho avuto Daniil Kvyat, Antonio Fuoco, Marvin Kirchhöfer, in DTM ero con Gary Paffett, uno molto aggressivo in pista..”

Hai concluso la tua prima stagione di Formula 1 e… ricominci da Spa. Quanto hanno pesato i circuiti a te sconosciuti in questo primo ‘giro’ di Mondiale?
“Non è un problema di per sé, ma arrivare per la prima volta su una pista richiede un lavoro che toglie tempo alla preparazione del weekend, e la performance ne risente. Se rileggiamo i risultati, a Barcellona, pista che conosco bene, sono stato subito al passo e molto veloce. Anche se commetti un errore, non è cruciale, perché conosci bene dove sei ed hai i riferimenti per tornare in pista e spingere subito al massimo”.

Hai ancora un decimo da Perez in qualifica. Ci stai lavorando?
“Sì, ma è meno di un decimo, e mi sto avvicinando sempre più. Non è un aspetto che mi preoccupa, so che con weekend dopo weekend ci sto arrivando”.

Che obiettivo è prioritario nel 2017? Terminare la stagione davanti a Perez o conquistare il tuo primo podio?
“Entrambi. Sì, vorrei salire sul podio prima della fine dell'anno, e anche concludere il Mondiale davanti a Sergio”.

Credi che la Mercedes sarà influenzata dall’esito di questo confronto nel valutare la tua stagione?
“La prima cosa che viene valutata è sempre il risultato”.

Un piazzamento sul podio sarebbe comunque un buon biglietto da visita…
“Onestamente ci tengo, ma è una cosa mia. Non è per la gente o per la visibilità, il primo podio è per me, è un obiettivo che mi sono posto. Finora quando ho fissato un target sono sempre riuscito a raggiungerlo, e vorrei continuare così. A Montreal e Baku c’è stata una possibilità, ma è andata male. Spa? Non è impossibile”.

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