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Ocon doveva essere punito con la bandiera nera! Altro che voglia di sdoppiarsi

Esteban ha attaccato Verstappen, leader del GP del Brasile perché aveva da poco montato le gomme Supersoft ed era più veloce di qualche decimo della Red Bull. Non ha chiuso il tentativo di sorpasso e ha causato un crash inaccettabile. Andava punito in modo esemplare.

Il leader della corsa Max Verstappen, Red Bull Racing RB14 viene colpito dal doppiato Esteban Ocon, Racing Point Force India VJM11

Manuel Goria / Motorsport Images

Max Verstappen, Red Bull Racing RB14 Tag Heuer, supera Esteban Ocon, Force India VJM11 Mercedes, prima del contatto
Il leader della corsa Max Verstappen, Red Bull Racing RB14 viene colpito dal doppiato Esteban Ocon, Racing Point Force India VJM11
Il leader della corsa Max Verstappen, Red Bull Racing RB14 viene colpito dal doppiato Esteban Ocon, Racing Point Force India VJM11
Il leader della corsa Max Verstappen, Red Bull Racing RB14 viene colpito dal doppiato Esteban Ocon, Racing Point Force India VJM11
Il leader della corsa Max Verstappen, Red Bull Racing RB14 viene colpito dal doppiato Esteban Ocon, Racing Point Force India VJM11
Il leader della corsa Max Verstappen, Red Bull Racing RB14 viene colpito dal doppiato Esteban Ocon, Racing Point Force India VJM11

Le immagini televisive del Gran Premio del Brasile non hanno chiarito del tutto quanto accaduto nel corso del quarantaquattresimo giro di gara. Il contatto tra Max Verstappen ed Esteban Ocon è stato l’episodio che ha influito maggiormente sull’ordine d’arrivo finale, e le polemiche sono proseguite anche dopo la gara, verbalmente e non solo.

Per ricostruire l’accaduto bisogna iniziare dal giro 41, ovvero la tornata in cui Ocon torna in pit-lane per il cambio gomme. Montato un set nuovo di pneumatici supersoft, il francese è tornato in pista dietro alla Red Bull di Verstappen, che ha doppiato la Force India mentre quest’ultima era in pit-lane.

In quel momento Verstappen, leader della corsa, aveva portato a tre secondi il suo margine su Lewis Hamilton, e l’olandese, dopo un’intensa prima metà di gara, aveva tirato un po' il fiato per gestire gli pneumatici. Nel giro 43 Max ha girato in 1’13”116, mentre Ocon è stato più veloce grazie alle gomme fresche, con il crono di 1’12”876, e sulla spinta di un ritmo molto veloce ha chiesto al team se fosse il caso di provare a sdoppiarsi. Ricevuto l’okay, Ocon ci ha provato innescando il fattaccio della domenica.

Il team principal della Force India, Otmar Szafnauer, ha deciso di utilizzate l’attacco come sistema di difesa:
“Le regole stabiliscono che è permesso sdoppiarsi, e Esteban è stato molto più veloce di Max in quella fase di gara. Sfortunatamente Max non gli ha lasciato spazio, e questo ha danneggiato la gara per entrambi”.

Questa la versione di Szafnauer, ma mai come in questa occasione Verstappen ha avuto tutti dalla sua parte.
“Se questo è ciò che ha detto la Force India credo che anche la squadra debba prendersi le proprie responsabilità – ha commentato Christian Horner – Ocon era doppiato, cosa pensava di fare? Se davvero ha pensato che stesse perdendo tempo dietro Max lo avrebbe dovuto far presente alla squadra e come accade di solito, Charlie (Whiting) ci avrebbe avvisati. La verità è che Ocon ha gestito la situazione in modo irresponsabile, totalmente irresponsabile”.

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“Ci sono precedenti tra i due… ma sei doppiato, non sei nei punti e ti metti a lottare con il leader della gara con una manovra assurda”.

La linea di Horner è chiara, e il suo riferimento ai trascorsi risalgono al 2014, quando i due erano avversari in Formula 3 e furono più volte protagonisti di contatti in gara. Ma se il quadro fosse davvero questo, sarebbe ancora peggiore di quanto visto oggi in pista, e decisamente meno perdonabile della rabbia manifestata da Verstappen a fine gara, un gesto che ha riportato alla mente Nelson Piquet con Eliseo Salazar nel Gran Premio di Germania del 1982, con il venezuelano che speronò la Brabham del campione del Mondo brasiliano in fase di doppiaggio.

Ha fatto discutere ovviamente molto quanto accaduto in pista, ma anche la mancanza di una punizione esemplare da parte della direzione gara.

“Bandiera nera? – ha concluso Horner – dal nostro punto di vista è irrilevante, noi sappiamo qual è stata la nostra punizione, tocca ai commissari decidere cosa è giusto fare in questi casi”.

Comprensibile il punto di vista Red Bull, ma la direzione gara ha perso una chance per dare un segnale importante. Una bandiera nera sarebbe stata un monito importante, e non sarebbe cambiato nulla nell’economia del risultato finale di Ocon, giunto quindicesimo ad un giro dopo uno stop-and-go con dieci secondi.

Dopo la corsa c’è stata anche una piccola parte di addetti ai lavori che ha cercato di difendere l’indifendibile, motivando la manovra di Ocon come un gesto da ‘duro’.

Essere piloti di Formula 1 non vuol dire solo saper portare una monoposto al limite e farsi largo nel mucchio, ma riuscire a farlo nel rispetto degli avversari.

Il Gran Premio del Brasile ha offerto oggi uno splendido esempio di come si possa correre in modo aggressivo senza danneggiare la gara altrui, grazie ad un gigantesco Daniel Ricciardo che ha messo sul piatto un campionario di manovre che andrebbe mostrata e studiata nelle scuole di pilotaggio. Ciò che ha compiuto l’australiano lo sanno fare in pochissimi al mondo, quanto fatto da Ocon molti di più. La differenza è tutta li.

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