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Intervista

Newey: "L'abolizione dei gettoni non livellerà le prestazioni"

Il responsabile tecnico della Red Bull critica le volontà dello Strategy Group in tema di “gettoni”. E giudica negativamente una Formula 1 che, a suo dire, dipende dai motoristi.

Adrian Newey, Capo Ufficio Tecnico di Red Bull Racing

Foto di: XPB Images

Daniel Ricciardo, Red Bull Racing RB11
Daniel Ricciardo, Red Bull Racing RB11
Daniel Ricciardo, Red Bull Racing RB11
Daniel Ricciardo, Red Bull Racing RB11
Daniel Ricciardo, Red Bull Racing RB11
Daniil Kvyat, Red Bull Racing RB11
Daniel Ricciardo, Red Bull Racing RB11
Daniel Ricciardo, Red Bull Racing RB11
Daniel Ricciardo, Red Bull Racing RB11
Daniel Ricciardo, Red Bull Racing RB11

Adrian Newey non è tra coloro che vedono nell’abolizione del sistema a gettoni il modo migliore per livellare le performance delle power unit.

Secondo il responsabile tecnico della Red Bull ci sarà un incremento dei costi, e non sarà comunque semplice per Honda e Renault riuscire a colmare il ritardo nei confronti delle performance con Mercedes e Ferrari.

"Quando nel periodo 2012/2013 ci si incontrava per definire i regolamenti “ibridi” – ha spiegato Neweyl’accordo era che i motori più performanti ad un certo punto sarebbero stati congelati, consentendo a chi era indietro di avvicinarsi. Ma non è ciò che è avvenuto. Io credo che se il sistema dell’abolizione dei gettoni non aiuterà alcun livellamento di prestazioni, ma avrà solo l’effetto di incrementare enormemente le spese di sviluppo che dovranno affrontare i motoristi. E non credo che case come Renault vogliano stanziare cifre folli, quindi il rischio è che paradossalmente le lacune possano diventare ancora più ampie".

"Trovo anche curioso – ha proseguito Neweyche i regolamenti che obbligano i costruttori di power unit a fornire ai clienti lo stesso hardware, non abbiano previsto lo stesso vincolo anche per il software. Quindi non c’è alcuna garanzia che le prestazioni siano le stesse. Ma nessuno protesta, semplicemente perché le squadre clienti non possono lamentarsi poiché il contratto che firmano con i fornitori non lo permette".

Su quest’ultimo aspetto ci sarebbe comunque da discutere, visto che proprio la Red Bull lo scorso anno non si tirò indietro criticando la Renault a più riprese (sempre con i media) a causa della scarsa competitività della sua power unit: "Ma Renault – ha spiegato Neweyha sempre dato le stesse power unit, software compreso,  a tutti i loro team".

Newey non ha dubbi sulla correttezza del costruttore francese (che in questa stagione vedrà i suoi motori marchiati Tag-Heuer) ma teme solo per la competitività della power unit rispetto alla concorrenza di vertice: «Se la Renault non potrà competere con i rivali sul fronte della spesa stanziata per lo sviluppo, difficilmente potremo essere competitivi».

Poi il tecnico inglese fa un tuffo nel passato, ricordando che negli anni ’60 Colin Chapman aveva garantito alla Lotus l’utilizzo esclusivo del motore Cosworth DFV, ma accettò di rinunciare alla clausola contrattuale a suo favore per dare una mano ai rivali piuttosto che vincere contro una concorrenza più debole: "Purtroppo questo approccio oggi non sembra esserci più", riferendosi ai “no” arrivati da Mercedes e Ferrari quando la scorsa estate la Red Bull chiese la disponibilità di fornire loro le power unit.

Un ragionamento che può anche filare, ma che diventa strano pronunciato da Newey. Quando dal 2010 al 2013 la Red Bull ha dominato la scena (ricordiamo le nove vittorie consecutive di Vettel nelle ultime nove gare del 2013) non si ricorda la volontà della Red Bull di condividere i suoi segreti tecnici, a dispetto di un dominio che non offriva neanche il patos legato al confronto interno alla squadra, a causa della superiore velocità di Vettel su Mark Webber.

"Diciamo che il vantaggio di motore è diverso – spiega Neweyuna monoposto la puoi fotografare, ma l’interno di una power unit no. Quindi se una power unit ha un vantaggio rischia di mantenerlo a lungo. Lo scorso anno la Ferrari ha recuperato terreno anche perché hanno ingaggiato alcuni ingegneri che erano alla Mercedes, attingendo alla loro conoscenza".

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