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Il mio lavoro in Formula 1... L'ingegnere di pista

Ci sono persone che non si vedono in televisione, ma che aiutano a portare avanti lo show della Formula 1. Motorsport.com vi mostra alcuni di loro: ecco Julien Simon-Chautemps, ingegnere di Marcus Ericsson alla Sauber.

Marcus Ericsson, Sauber, Julien Simon-Chautemps

Foto di: Sauber F1 Team

Il mio lavoro è...

Sono un ingegnere di pista. Sono responsabile dell'auto di Marcus. C'è un gruppo di sei ingegneri e sei meccanici che lavorano con me. In parole semplici, ho la responsabilità di rendere la vettura il più veloce possibile.

Il programma del mio weekend di gara...

Normalmente arriviamo in pista al giovedì. E' abbastanza tardi rispetto ad altre squadre, ma funziona. Il set-up della vettura viene invitato ai meccanici dalla fabbrica e quando arriviamo devo dare delle indicazioni anche all'ingegnere delle gomme. Poi facciamo subito delle riunioni, riguardo le strategie, i piani per le gomme ed il set-up. Pianifichiamo i run insieme ai piloti, spiegando cosa dovranno fare venerdì in ognuno di essi. Inoltre bisogna portare le vetture alle verifica FIA, dove viene controllato che siano legali.

Venerdì arriviamo in pista molto presto per fare una riunione un'ora prima della sessione, che serve solo ad assicurarsi che tutti abbiano le informazioni necessarie a portare a termine il programma.

C'è un briefing anche dopo la prima sessione e diversi incontri dopo la seconda. La riunione di venerdì è molto importante, perché dobbiamo mettere insieme tutte le informazioni raccolte nelle libere. Serve quindi per definire la strategia per il resto del weekend e soprattutto per la gara.

Маркус Эрикссон, Sauber C36
Photo: LAT Images

Sabato e domenica è molto simile, escluso il fatto che sabato mattina abbiamo una sessione aggiuntiva. Prima delle qualifiche c'è una riunione, dove discutiamo la preparazione delle gomme e cosa faremo in ogni run. Dopo le qualifiche ci incontriamo ancora una volta per discutere di cosa abbiamo capito e definire la strategia per la gara, sapendo quale sarà la nostra posizione di partenza. Poi abbiamo un ultimo briefing domenica mattina.

La cosa più importante nel mio lavoro...

Potrei sorprendervi, ma non credo che essere un tecnico specializzato sia la cosa più importante. Il mio compito non è quello di specializzarmi su qualcosa. Lavoro con tanti ingegneri che coprono diversi aspetti, quindi devo capire cosa mi dicono un po' tutti. Penso, dunque, che la qualità più importante per il mio ruolo sia avere delle buone capacità di comunicazione. Raccolgo informazioni e parlo con tante persone diverse: meccanici, ingegneri, il team principal. Sono persone molto diverse tra loro, quindi credo che la capacità principale per fare questo lavoro e rapportarsi con tutti loro ed estrarre il meglio da ogni individuo.

Tre strumenti di cui non posso fare a meno...

Il primo è il computer portatile. E' sempre pieno di informazioni importanti da ogni reparto. Poi c'è il mio cronometro, che è uno strumento molto importante sulla griglia, perché la preparazione per una gara è quasi come un'operazione militare. Tutto deve essere perfetto e il timing è cruciale.

Маркус Эрикссон и Жульен Симон
Photo: Sauber F1 Team

Anche se pure il nostro team manager lo fa, devo sempre controllare che avvenga tutto ciò che è pianificato. Quando montare le gomme, quando far salire il pilota in macchina e tutte le cose di questo tipo. Per questo devo avere un cronometro per capire se stiamo rispettando le tabelle di marcia. Non devo dire cosa devono fare, perché ormai sono meccanismi automatici, ma dobbiamo essere molto precisi ed assicurarci che tutto funzioni senza problemi. L'ultima cosa è una buona penna per poter prendere qualche appunto.

Le persone con cui sono sempre in contatto...

Naturalmente il pilota e dopo di lui probabilmente l'ingegnere delle performance. Si tratta di quello che raccoglie tutti i dati, quindi parliamo principalmente del set-up della macchina.

Quando non sono in pista...

Quando torniamo in fabbrica dopo la gara, trascorriamo uno o due giorni ad analizzare il fine settimana di gara che abbiamo alle spalle. Ciò che abbiamo fatto male, quello che invece abbiamo fatto bene e quello che potremmo fare meglio. Alla fine produciamo una lunga relazione, dove raccogliamo tutte le informazioni e poi la inviamo al pilota. Dopo due giorni poi iniziamo a pensare al prossimo evento.

Senza di me...

Fondamentalmente senza un ingegnere di pista il team non può funzionare. E' una posizione molto importante, un po' come il direttore d'orchestra. Organizzo il flusso di lavoro di un grande gruppo di persone. Non è il lavoro di un solo uomo, ma ricevo tutte le informazioni dagli altri ingegneri e devo coordinarle e dire loro cosa fare.

Маркус Эрикссон, Sauber C36, Фернандо Алонсо, McLaren MCL32, Джолион Палмер, Renault Sport F1 RS17
Photo: LAT Images

La Formula 1 è...

Molto impegnativa. E' uno sport fantastico, qualcosa che ho sempre voluto fare fin da quando ero piccolo. Mio padre mi portò a Monaco per il mio primo GP quando avevo otto anni e ricordo ancora ogni piccolo dettaglio. Da quando ho dei ricordi, ho sempre voluto lavorare in F.1 come ingegnere. Ho capito subito che non sarei mai stato un pilota, ma gli aspetti tecnici della F.1 mi hanno sempre stupito. La sfida tecnica qui è straordinaria. Ma la F.1 richiede molto tempo: ho una famiglia molto giovane e i viaggi sono molto lunghi e pesanti. E' difficile. In TV vedete sempre le ragazze sulla griglia, le macchine tirate a lucido, ma non è così tutto il tempo. In F.1 c'è tanto lavoro, poco sonno ed uno stress costante. Non voglio dipingerla come negativa, ma anche la gente deve capire che questo mondo non è tutto rose e fiori. E' un mondo molto interessante, ma anche molto esigente ed impegnativo.

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