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Motori F1 2021: niente MGU-H, consumo libero e regime più alto?

La FIA delinea uno scenario sulle power unit future che in un mese dovrà trasformarsi in un regolamento sul quale i Costruttori inizieranno a lavorare. Non si parla di parti comuni, per cui si è fatto un passo avanti, ma dov'è il punto di... rottura.

Mercedes-AMG F1 W09 diffuser detail

Mercedes-AMG F1 W09 diffuser detail

Giorgio Piola

Red Bull Racing RB14, dettaglio del motore
Jean Todt, Presidente FIA
Ferrari SF71H, dettaglio del motore
Chase Carey, Chief Executive Officer and Executive Chairman of the Formula One Group and Sergio Marchionne, CEO FIAT  at Ferrari 70th Anniversary
Force India VJM11, dettaglio del motore
Kimi Raikkonen, Ferrari SF71H lotta con Valtteri Bottas, Mercedes-AMG F1 W09 EQ Power+
Toto Wolff, Mercedes AMG F1 Director of Motorsport and Maurizio Arrivabene, Ferrari Team Principal
Daniel Ricciardo, Red Bull Racing RB14 con fumo e fiamme dal motore nelle FP3

Cosa sta succedendo fra i Costruttori dopo che la FIA ha presentato la sua proposta motori per il 2021? A Parigi nello Strategy Group seguito dalla F1 Commission, la Federazione Internazionale ha messo sul tavolo le sue carte per definire il futuro delle power unit.

Gli uomini di Jean Todt hanno riproposto in fotocopia quanto Liberty Media aveva lanciato in autunno, prendendosi delle sonore pernacchie dai motoristi. Ora lo scenario, a distanza di qualche mese, sembra cambiato.

Ci sono molti punti di convergenza, ma anche alcune divisioni che potrebbero portare a clamorose prese di posizione tutt’altro che unitarie, se non a vere e proprie spaccature fra i motoristi presenti in F1 che, almeno finora, si erano mossi tutti insieme. Si arriverà al divide et impera, oppure siamo solo in una fase di passaggio per arrivare a una pace armata?

Gilles Simon, direttore tecnico FIA, dopo uno studio approfondito delle idee che sono arrivate sulla sua scrivania da parte dei quattro marchi impegnati nel Circus e da quelli, come l’Aston Martin, interessati a entrare nei GP, ha stilato un documento: motore 6 cilindri Turbo ibrido da 1,6 litri di cilindrata.

Fin qui siamo nel solco del conosciuto. I cambiamenti riguardano l’abolizione della MGU-H associata alla liberalizzazione dei consumi e all’aumento del regime di rotazione.

Se così fosse concepita la proposta della FIA, possiamo anticipare che delle attuali power unit non si terrà niente o quasi e si dovrà progettare il motore 2021 da un foglio bianco, con costi esorbitanti nonostante la semplificazione dei concetti.

Si passerebbe da motori turbo che girano con mappature “magrissime” a propulsori molto “grassi”. Senza il flussometro che limita il consumo istantaneo del carburante a 105 kg/h a 10.500 giri/min ci sarebbe un modo semplice per arrivare a compensare la perdita di potenza dovuta alla rinuncia della MGU-H.

Potendo immettere più benzina è possibile incrementare il regime di rotazione, mettendo a repentaglio l’affidabilità dei motori. È chiaro che non si potrà pensare di portare in pista delle unità che devono avere la stessa vita (7 GP) di un propulsore che partecipa alla 24 Ore di Le Mans, per cui si potrebbero spazzare via alcune delle meschinità che alimentano la F1 di oggi.

Ma è chiaro che si tratta di una grande sterzata rispetto alla politica verde che ha accompagnato la nascita dell’era ibrida nei GP. La FIA si era fatta vanto che la F1 avesse i motori più efficienti (ad esclusione della Formula E, ovviamente): la Mercedes l’anno scorso aveva dichiarato che durante un test al banco dinamico la power unit della W08 aveva superato il 50% di rendimento, un valore mai raggiunto da nessun altro propulsore endotermico.

Se il regolamento 2021 portasse verso consumi meno vincolati e l’escalation del regime di rotazione (oggi i V6 girano con un cambio marcia di 12.800 giri/min mentre il regolamento consentirebbe di arrivare a 15 mila giri), certi valori di efficienza ce li potremo sognare, anche se ci sarebbe un indubbio aumento del suono (ma è davvero un tema ancora al centro della discussione?).

Stando a questa proposta la Ferrari avrebbe avuto la garanzia che non ci saranno parti standard nei motori del 2021 per cui la minaccia di vedere la F1 trasformata in una sorta di NASCAR pare essere scongiurata, lasciando ai Costruttori la piena libertà della ricerca.

Si dice che Mercedes e Renault sarebbero intenzionate ad andare incontro alla volontà della Federazione Internazionale, rinunciando alla MGU-H, non trovando con questo motore elettrico che recupera l’anergia del Turbo un diretto trasferimento di tecnologia sulle vetture di serie.

Questo è il tema tecnologico che solo Mercedes e Ferrari hanno saputo risolvere brillantemente ed è lo “scoglio” che più spaventa i motoristi che si vorrebbero avvicinare alla F1, mentre il Cavallino non vorrebbe ridurre il valore dell’ibrido nella prestazione delle power unit.

In realtà qualcuno lucidamente sostiene che Sergio Marchionne abbia ormai indossato il ruolo del “poliziotto cattivo”, lasciando a Toto Wolff quello del “poliziotto buono”, del mediatore per avere la possibilità di portare avanti la politica dei “due forni” nei prossimi incontri fra la FIA e i Costruttori, visto che si vorrebbe chiudere la questione entro la fine del mese di maggio.

C’è un mese di tempo per trovare un accordo e scongiurare il minacciato scisma (alimentato anche dalla disponibilità di Bernie Ecclestone a dare una mano): la F1 vista in Cina è stata meno peggio di quanto gli addetti ai lavori vanno dicendo. Su quali basi verrà trovato il punto di incontro?

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