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Mercedes: è vera crisi o è ancora Toto bluff?

Per la prima volta negli ultimi anni Toto Wolff non ha puntato l'attenzione sui rivali ma si è concentrato sulle evidenti difficoltà della Mercedes in Bahrain. L'austriaco starà bluffando come sempre?

Valtteri Bottas, Mercedes W12

Foto di: Steve Etherington / Motorsport Images

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“Una partenza orribile. Non siamo veloci e non abbiamo affidabilità”. Non ha usato mezzi termini Toto Wolff nel descrivere lo stato di forma della Mercedes al termine della seconda giornata di test in Bahrain.

La W12 ha stupito tutti, ma in negativo. Al venerdì la nuova arma della scuderia sette volte campione del mondo è stata fermata nel corso dell’installation lap da un problema al cambio che ha costretto Valtteri Bottas a rientrare immediatamente ai box per poi tornare in pista soltanto nei minuti conclusivi della sessione mattutina e percorrere appena sei giri.

La situazione non è migliorata il giorno successivo quando in mattinata è toccato a Lewis Hamilton calarsi all’interno dell’abitacolo della monoposto. Il campione del mondo, però, non è apparso a proprio agio con la W12 e con il suo retrotreno particolarmente ballerino ed al 58° giro è finito in testacoda alla curva 13 per poi restare intrappolato nella ghiaia della via di fuga e mettere così fine in netto anticipo alla sua giornata di prove.

Meno problematica è stata l’ultima giornata di prove della domenica, almeno sotto il profilo dell’affidabilità. Anche in questa occasione, però, Hamilton non è riuscito a trovare  il giusto feeling con la vettura finendo ancora una volta in testacoda, questa volta all’ultima curva, sempre dopo aver perso il retrotreno.

Il bilancio di questa tre giorni non si può dire certamente positivo per la Mercedes. Il team anglo-tedesco è inaspettatamente finito in fondo alla classifica dei chilometri percorsi con un totale di 1.645 Km, 639 in meno di AlphaTauri ed Alfa Romeo Sauber che hanno primeggiato in questa particolare graduatoria.

Per il team di Toto Wolff è scattato un inatteso campanello d’allarme? Forse, ma non dobbiamo dimenticare come il manager austriaco sia da sempre abilissimo a confondere le acque con le sue dichiarazioni date in pasto ai media.

Allarme affidabilità

Nella valutazione della tre giorni di test della Mercedes non si può prescindere da quanto accaduto anche sulla Aston Martin AMR21. La monoposto inglese, copia quasi conforme della W12, ha adottato un fondo pressoché identico a quello della vettura anglo-tedesca sollevando non pochi dubbi circa la collaborazione tra i due team.

Così come accaduto sulla W12, però, anche sulla splendida “verdona” il cambio ha ceduto improvvisamente in occasione della seconda giornata di test. Una casualità? Non proprio.

La AMR21 utilizza un cambio 2020 realizzato da Mercedes, ma l'estremizzazione del retrotreno (simile a quella vista sulla W12), con un cofano motore dotato di sfoghi per l’aria calda decisamente ridotti, ha comportato un notevole innalzamento delle temperature che ha mandato K.O. la trasmissione.

Sebastian Vettel, Aston Martin AMR21

Sebastian Vettel, Aston Martin AMR21

Photo by: Zak Mauger / Motorsport Images

A ben vedere una situazione simile, per quel che riguarda l’affidabilità, si era verificata anche lo scorso anno al termine delle due sessioni di test a Barcellona. Le power unit della Stella, infatti, avevano accusato problemi di lubrificazione che avevano colpito non soltanto la W11 affidata ad Hamilton e Bottas, ma anche, ed in più occasioni, la Williams.

Il ritardo dell’avvio della stagione, avvenuto poi soltanto a luglio in Austria a causa della pandemia, ha giocato a favore dei tecnici Mercedes che sono riusciti a curare i difetti di gioventù della power unit e consentire così alla W11 di imporsi in ben tredici gare sulle diciassette in programma.

Si ripeterà la stessa storia anche quest’anno? Presto per dirlo, ma a far trapelare una certa preoccupazione è stato  Andrew Shovlin, capo degli ingegneri di pista del team sette volte campione del mondo, che al termine della prima giornata di prove non si è nascosto dietro un dito.

“È stato un pessimo inizio di stagione da parte nostra oggi.  Abbiamo perso più o meno tutta la mattina con Valtteri con un problema al cambio e il nostro carico di lavoro durante il pranzo ci ha fatto arrivare tardi alla sessione pomeridiana con Lewis”.

“Una volta che abbiamo iniziato a girare era chiaro che la nostra vettura non aveva il corretto equilibrio. Non siamo felici di come la macchina si sta comportando ed è abbastanza chiaro che abbiamo del lavoro da fare.  Siamo abbastanza indietro nel nostro programma di test”.

La conferma che la W12 sia ancora lontana dalla perfezione è arrivata poi al termine dell’ultima giornata di prove, sempre per bocca di Shovlin.

“Abbiamo fatto un po' di progressi con il bilanciamento con un maggiore carico di benzina e la macchina era più prevedibile, ma possiamo vedere dai dati che abbiamo raccolto negli ultimi giorni che sul passo di gara non siamo veloci come la Red Bull”.

Pensare che queste dichiarazioni provengano dai membri del team che ha monopolizzato le ultime sette stagioni in Formula 1 fa specie, ma il problema, come confermato dallo stesso Shovlin, non è solo di affidabilità.

W12: in “equilibrio precario”

Ciò che ha colpito nei tre giorni di test è stato vedere tutte le difficoltà di Hamilton nel riuscire a guidare in maniera pulita la sua monoposto. Ammirando i camera car si è potuto vedere come in più di una occasione l’inglese abbia dovuto effettuare numerose correzioni col volante, evento rarissimo negli ultimi anni.

Già dal primo giorno, stando alle indiscrezioni, il sette volte campione del mondo si è lamentato di uno scarso feeling con l’anteriore e di uno sterzo troppo leggero che non gli permetterebbe di disegnare le solite traiettorie, provocando comportamenti della vettura imprevedibili e fastidiose instabilità.

Da cosa derivano queste difficoltà alla guida? Probabilmente dall’estremizzazione di alcuni concetti applicati al retrotreno della monoposto 2021.

La Mercedes, così come la Ferrari, ha alzato la scatola del differenziale con l’intento di creare un flusso aderente alla chiglia della W12 in modo da recuperare il carico aerodinamico perduto con il taglio in diagonale del fondo.

Il fondo della Mercedes F1 W12

Il fondo della Mercedes F1 W12

Photo by: Giorgio Piola

Inoltre, sulla monoposto anglo-tedesca, il nostro Giorgio Piola ha scoperto uno sfogo d’aria che pesca il flusso sotto al fondo per poi soffiarlo sul canale centrale dell’estrattore. Una soluzione complessa, che sicuramente necessita ancora di un notevole lavoro di affinamento per poter ottenere i risultati espressi in galleria del vento.

Wolff bluffa?

La situazione in casa Mercedes non è certamente delle più rosee ed è stato lo stesso Toto Wolff ad ammettere candidamente come qualcosa non abbia funzionato a dovere in Bahrain.

“Quest’anno è stata una partenza orribile per noi. Non come gli altri anni. Non siamo veloci, abbiamo problemi di affidabilità. Dobbiamo però dimostrare la nostra caparbietà e la nostra capacità di lavorare e spingere”

Il manager austriaco ha poi voluto smorzare sul nascere qualsiasi polemica legata ad un presunto nervosismo di Lewis Hamilton.

“Lui nervoso? No, non lo è lui e non lo siamo noi. Dobbiamo semplicemente capire quello che non funziona e migliorare il bilanciamento”.

Per la prima volta negli ultimi sette anni Wolff non ha puntato a mettere pressione sugli altri team, ma ha sottolineato tutte le difficoltà della propria squadra.

Toto, infatti, è sempre stato un abile comunicatore ed in passato ha sempre cercato di mascherare la supremazia della propria monoposto facendo cadere l’attenzione dei media su una concorrenza a suo dire temibile.

Lewis Hamilton, Mercedes W12

Lewis Hamilton, Mercedes W12

Photo by: Charles Coates / Motorsport Images

Come dimenticare, infatti, quanto accaduto solo 12 mesi fa quando Wolff non si fidava delle prestazioni della SF1000?

“La Ferrari ha sicuramente un secondo a livello di motore da esprimere e sta girando con alti carichi di benzina. La Rossa la vedo abbastanza forte e anche la Red Bull lo è, anche un po' di più della Ferrari. Non ‘giocano’ con la benzina e noi crediamo che possa essere più forte della Ferrari”.

Come è finita la scorsa stagione lo sappiamo tutti. La W11 ha conquistato il successo in 13 gare su 17 diventando così una delle vetture di maggior successo della storia della F1.

Anche nel 2019, sempre il manager austriaco aveva messo in guardia tutto il paddock dalla minaccia rappresentata dalla Ferrari, forte anche della convinzione degli uomini in rosso di avere tra le mani una SF90 da primato.

“Quello che è successo negli anni scorsi va bene per i libri di storia ma non vale niente per questa stagione. Il passato non conta. Quando c'è un cambio di regolamenti così importante c'è sempre la possibilità che qualcuno porti in pista delle innovazioni a cui non avevi pensato”.

“È interessante che l'ala anteriore della Sauber e della Ferrari sia diversa da quelle di tutti gli altri. Si tratta di un concetto diverso ma che funziona e si vede. Tutte e due le macchine sono state sin da subito veloci”.

Anche in quel caso la stagione si è rivelata un successo per la Mercedes, capace di trionfare in 15 occasioni, mentre la Ferrari si è dovuta accontentare delle briciole con le sole 3 vittorie in Belgio, Italia e Singapore.

Il cambio di atteggiamento di Wolff evidenzia una reale preoccupazione o forse Toto sta ancora una volta bluffando per poi spiazzare tutti, come sempre, alla prima uscita stagionale? La risposta arriverà soltanto quando sventolerà la bandiera a scacchi al termine del GP del Bahrain.

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