Mercedes: in telemetria si monitorano le singole parti di motore
C'è un software che analizza in tempo reale le usure. Ma anche a Maranello non stanno certo a dormire...
Foto di: XPB Images
La Mercedes ha sviluppato un software che le permette di controllare l’usura di ogni singolo pezzo della power unit in tempo reale. Pare che dal Gp del Canada ci siano dei canali di telemetria che la squadra di Brackley ha dedicato per tenere d’occhio le parti del motore più sottoposte a stress, sapendo come intervenire per evitare problemi di affidabilità al variare delle condizioni. L’interessante anticipazione è di Fulvio Solms, bravo collega del Corriere dello Sport, che ha svelato qual è lo strumento grazie al quale i motoristi di Brixworth hanno rispettato il vincolo regolamentare di usare solo quattro motori a pilota nella stagione 2015 con tutti e quattro i team forniti dalla Stella (Mercedes, Williams, Force India e Lotus).
Dall'affidabilità alle prestazioni
Nessun conduttore che nel 2015 ha guidato una monoposto spinta dalla power unit PU106 B ha pagato una penalizzazione in griglia per un guaio al motore: secondo Solms, addirittura, lo studio della vita dei singoli pezzi avrebbe permesso di individuare alcuni particolari che erano nati leggermente sovradimensionati a salvaguardia dell’affidabilità e ne è stata ridotta la durata, per arrivare alla soglia dei cinque weekend di gara, alleggerendoli e, quindi, contribuendo a migliorare le prestazioni del 6 cilindri Turbo.
Un lavoro certosino, frutto di anni di simulazioni al banco prova (almeno un test di durata alla settimana: quindi una cinquantina di sessioni all’anno dedicate esclusivamente all’affidabilità). E i propulsori giunti indenni a fine vita sono stati ulteriormente stressati per trovarne il punto di rottura.
Un software speciale
Alla Mercedes AMG-HPP hanno costruito un data base impressionante che ha permesso di mettere a punto un software grazie al quale si possono monitorare le varie parti della power unit in tempo reale, potendo decidere se ridurre o aumentare il regime di rotazione e, quindi, la potenza, al variare delle condizioni.
Lifing system di Maranello
Qualcosa di analogo esiste anche a Maranello: nel reparto diretto da Mattia Binotto lo chiamano Lifing system, mentre non si ha menzione che ci sia un programma di affidabilità con queste caratteristiche in Renault Sport F1 e Honda R&D. Il piano di affidabilità con le simulazione al banco fa parte della storia del Cavallino. E la Mercedes a suo tempo aveva saputo pescare fra i tecnici della Ferrari per costituire il nucleo di lavoro che ha reso quasi imbattibile lo staff di Andy Cowell.
Se a Brackley, settore telaio, una parte del merito dei successi della W06 Hybrid va ascritto al chief designer, Aldo Costa, in materia di motori un pizzico di riconoscimento deve andare anche a Luigi Mosele, l’italiano che nel 2002 era andato in Germania prima di approdare a Brixworth, come responsabile dell’affidabilità, portando la cultura del Lifing system, affinando le metodologie e potendo contare sugli ingenti investimenti che erano stati fatti sul programma di F.1. Da qualche anno è una colonna portante dell’MBtech, l’engineering di Mercedes Benz dove si studiano i progetti avanzati.
Se volevamo capire come mai Mercedes e Ferrari hanno costruito il loro vantaggio in materia di power unit, forse abbiamo trovato una risposta: a Brixowrth hanno scandagliando in modo scientifico ogni opportunità di sviluppo. L'unità con cui Lewis Hamilton e Nico Rosberg hanno concluso la stagione dominata nel 2015 è attestata intorno ai 900 cavalli di potenza. Ma anche a Maranello, statene certi, non stanno affatto dormendo.
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