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Mercedes: il danno al fondo causato da un cordolo ha reso difficile il GP di Hamilton

James Vowles, responsabile delle strategie Mercedes, conferma che il danno al fondo sulla W10 di Hamilton ha sensibilmente limitato il passo di Lewis. L'inglese spiega anche perchè il team di Brackley si è difeso dall'undercut di Vettel nel primo stint molto anticipato.

Dettaglio del fondo della Mercedes AMG F1 W10 di Lewis Hamilton

Dettaglio del fondo della Mercedes AMG F1 W10 di Lewis Hamilton

Mercedes AMG

Tra i tanti argomenti di discussione che ha fornito il Gran Premio d’Australia, quello relativo alla strategia di gara di Vettel e Hamilton è stato tra i più gettonati. I cambi gomme di entrambi sono stati anticipati rispetto alle previsioni, con Seb entrato in pit-lane al giro 14 imitato da Hamilton la tornata successiva. Per chiarire ciò che hanno determinato queste scelte, il responsabile della strategia Mercedes James Vowles ha spiegato nel consueto ‘debrief’ le decisioni prese dal muretto del team campione del Mondo.

Grafico di andamento della gara

Grafico di andamento della gara

Photo by: Mercedes AMG

“Per capire i motivi che ci hanno portato a fermare Lewis al 15esimo giro usiamo un sistema che chiamiamo Race Planner – ha spiegato Vowles - un grafico che fornisce una buona panoramica della gara. Sull'asse X sono rappresentati i giri, da sinistra a destra in modo crescente, sull'asse Y sono riportati i divari tra le varie monoposto, tenendo presente che a Melbourne il tempo necessario per una sosta è di circa 21/22 secondi".

"Abbiamo visto che nel primo stint di gara Vettel ha sempre avuto Verstappen molto vicino alle sue spalle, a circa 1"6, e credo che al muretto box della Ferrari abbiano aspettato la prima possibilità disponibile per coprire il rischio di un undercut da parte dell’olandese. L’occasione è arrivata quando è entrato ai box Grosjean (che nel grafico è rappresentato dalla linea marrone) liberando Vettel da problemi di traffico. Ed infatti al giro successivo Sebastian è entrato in pit-lane”.

“Vettel è stato molto, molto veloce, e oltre a coprire il rischio di undercut di Verstappen, si è presto avvicinato alla finestra di Lewis man mano che la mescola media montata per il secondo stint ha iniziato ad entrare in temperatura. Abbiamo avuto poco tempo per decidere cosa fare, e abbiamo optato per coprire l’undercut di Sebastian richiamando subito Lewis ai box poiché aveva ancora il vantaggio di potersi gestire la gomma media una volta tornato in pista. Se avessimo aspettato anche un solo giro in più, il rischio è che tornasse in pista con gomma fredda con la Ferrari in scia. Osservando il grafico notiamo poi quanto sia calata la performance di Vettel nella seconda parte di gara, crediamo a causa del degrado degli pneumatici”.

I problemi di Lewis, la domenica di Valtteri

“Dopo la corsa abbiamo ispezionato l'auto di Lewis, notando un danneggiamento del fondo in un’area molto delicata, davanti alla gomma posteriore sinistra, una zona abbastanza sensibile aerodinamicamente, sia per il carico che per il bilanciamento della vettura. Dopo aver coperto il possibile undercut di Vettel, Lewis ha dovuto gestire il degrado delle gomme avendo molti giri da percorrere e per di più con una monoposto non equilibrata, e crediamo abbia fatto un lavoro fantastico riuscendo a portare al traguardo la vettura senza correre rischi ed ottenendo il massimo risultato possibile in quelle condizioni”.

“Ovviamente tutti sono stati colpiti dalla grande gara di Valtteri, ma in realtà è stato competitivo nell’arco di tutto il weekend. In qualifica è stato molto vicino a Lewis, la sua partenza si è confermata perfetta, e una volta portatosi al comando della gara ha progressivamente preso il largo sugli avversari. La sua corsa è diventata più facile nel momento in cui Lewis ha dovuto coprire il rischio di undercut da Vettel, da quel momento ha potuto utilizzare il resto di quella gomma soft a disposizione coprendo dieci giri in più con quel set di pneumatici. Questa differenza è stata abbastanza significativa, perché gli ha permesso di avere una gomma media più fresca rispetto agli avversari diretti nel finale di gara, e questo ha avuto il suo peso nella conquista del giro più veloce”.

Il punto del giro più veloce: rischiare o no?

“Questo è stato uno degli argomenti più discussi all'interno della squadra fino alla domenica mattina, cercando di capire quale fosse il giusto compromesso rischi/benefici. In 21 gare ci sono in palio 21 punti, ovvero quasi una vittoria, e non puoi lasciare questo volume di punteggio agli avversari. Ma allo stesso tempo bisogna valutare anche i rischi: se, ad esempio, decidi di fare un pit-stop extra al solo scopo di poter ottenere il giro più veloce della gara, c'è il rischio che una ruota non venga fissata correttamente o che l’auto si spenga, problemi che causerebbero un ritiro".

"Poi c’è anche il rischio che il pilota attraversi la linea bianca in uscita dalla pit-lane, ad esempio, ovvero problemi che potrebbero comportare la perdita di tempo e posizioni, e questo potrebbe non avere senso valutando il rapporto rischi/benefici”.

“Anche chiedere ad un pilota di spingere negli ultimi giri non è una strategia priva di rischi, ma credo che vedremo in tutti i Gran Premi i piloti provare l’assalto al giro più veloce a serbatoi vuoti. Sarà però importante riuscire a conservare un po' di gomma, come ha fatto Valtteri a Melbourne. Lui aveva i pneumatici più freschi di otto giri, e la differenza di performance si è vista molto bene”.

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