Mercedes: Hamilton ha costruito un capolavoro in due giri
Il giro della pole e quello della ripartenza sono stati i momenti chiave del GP del Belgio: Toto Wolff ha rivelato che Lewis è stato costretto a usare le soft perché non aveva più la disponibilità di ultrasoft nuove usate in qualifica.
Foto di: Sutton Motorsport Images
Sono stati due giri a dare a Lewis Hamilton la quinta vittoria stagionale. Il primo è stato quello completato sabato in qualifica, che gli ha assicurato la preziosa pole position. Il secondo è stato il trentacinquesimo di un GP del Belgio tiratissimo.
Dopo la safety-car entrata in pista per il contatto fratricida tra Perez ed Ocon, Sebastian Vettel ha completato il pit-stop tornando in pista con gomme ultrasoft nuove, mescola che la Mercedes non aveva più a disposizione.
Hamilton è così andato per la scelta obbligata delle soft nuove, con il rischio di subire un attacco nei primi giri, quando la Ferrari aveva a disposizione un ‘plus’ di trazione garantito dalla mescola morbida. Ma soprattutto l’incognita era legata al momento in cui sarebbe stato riattivato il sistema DRS, ovvero due giri dopo la ripartenza della gara, un timing in cui la ultrasoft poteva essere ancora molto performante.
Lewis sapeva che avrebbe dovuto guadagnare un gap di oltre un secondo sulla Ferrari, pur avendo una gomma meno performante come ha potuto subito constatare dopo la ripartenza quando Vettel lo ha affiancato sul rettilineo del Kemmel. Ma Lewis è riuscito nel suo intento, grazie ad un fantastico giro numero 35 in cui è riuscito ad infliggere quattro decimi a Vettel, portandosi ad un secondo e due decimi.
Da quel momento Lewis si è messo al riparo dai possibili attacchi del rivale, gestendo con una precisione chirurgica gli attacchi del ferrarista. Ovviamente la power unit Mercedes lo ha aiutato (la differenza di potenza, seppur contenuta, è sempre a favore del motore tedesco), ma Lewis ha fatto la differenza nel secondo settore, proprio dove la Ferrari durante le prove era stata più performante.
“Sapevamo di non avere a disposizione gomme ultrasoft nuove – ha poi spiegato Toto Wolff – perché le avevamo usate tutte in qualifica. Ovviamente ci aspettavamo che Vettel sarebbe stato più veloce negli ultimi dieci giri, ma poi le cose sono andate comunque bene. Ero un po’ preoccupato prima della ripartenza della gara, ma James Vowles (lo stratega della Mercedes) era certo che la soft avrebbe comunque consentito a Lewis di difendersi".
"Così, paradossalmente, l’uscita della safety-car, che inizialmente ci è sembrata un problema, si è rivelata un vantaggio. Lewis prima dell’ingresso della vettura di servizio da qualche giro stava lamentando un aumento di blister sulle gomme posteriori, e la possibilità di fare un pit-stop non pianificato ci ha risolto il problema”.
Hamilton ha così centrato la quinta vittoria stagionale (una in più di Sebastian Vettel) mettendoci molto del suo in un weekend per lui perfetto, e si avvia verso Monza con la prospettiva di poter ripartire dall’Italia in testa alla classifica del Mondiale al di là da cosa riuscirà a fare Vettel.
Non è azzardato credere che in Mercedes pensassero ad una doppietta in una pista ritenuta tra quelle favorevoli, ma questo a Hamilton importa poco. La sua è una battaglia personale verso quel quarto titolo Mondiale sfuggito lo scorso anno, una ferita ancora aperta anche se Lewis ha messo (in apparenza) tutto in archivio.
Quello di Spa per lui è un passo avanti verso l’obiettivo, non ampio come previsto, ma comunque un successo sofferto che gli ha garantito di rimettere un po’ a posto la battuta (quasi) a vuoto di Budapest.
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