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Mercedes: come perdere la calma quando c'è un avversario vero

Al team campione del mondo si imputa di aver anticipato troppo il cambio gomme di Hamilton temendo l'undercut della Ferrari. Forse perché con i problemi di surriscaldamento alla MGU-K la Mercedes non avrebbe potuto reagire?

Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W08

Foto di: XPB Images

Lewis Hamilton, Mercedes AMG, with Toto Wolff, Executive Director (Business), Mercedes AMG
Grid girl for Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W08
Toto Wolff, Direttore Esecutivo (Business), Mercedes AMG
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W08
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W08
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W08, makes a pit stop
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W08, Sebastian Vettel, Ferrari SF70H
Podium: second place Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1
Podium: winner Sebastian Vettel, Ferrari, second place Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1, third place
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1

Una monoposto veloce ha la capacità di trasformare una buona squadra in un team di fuoriclasse. La storia del Motorsport è ricca di riferimenti in merito, e negli ultimi tre anni abbiamo avuto sotto gli occhi l’esempio della Mercedes.

Grazie ad una monoposto una spanna sopra tutti i rivali, per il team Mercedes era diventato semplice e rilassante gestire i weekend di gara. Il setup sempre efficace, il lavoro sempre nella giusta direzione, e la strategia sempre corretta. Ma è una mezza verità, un l’esempio lo si osservato oggi a Melbourne.

I valori in campo visti in Australia hanno confermato una Mercedes competitiva, ma senza quel margine con cui nel box del team campione del Mondo si erano abituati a convivere.

E così qualche limite è venuto a galla, ad esempio nella gestione al muretto box. Hamilton era al comando del Gran Premio d'Australia, ma a differenza degli ultimi anni, negli specchietti non c’era l’asfalto appena percorso o al massimo la sagoma del compagno di squadra. C’era, e bella grossa, la SF70-H di Vettel, che equivale a dire “pressione”.

“C’era il rischio dell’undercut – ha poi spiegato Toto Wolff – e abbiamo anticipato troppo il pit-stop. E poi tornando in pista dietro Max (Verstappen) abbiamo perso tempo”.

Al muretto del team Campione del Mondo hanno avuto paura della Ferrari, consci che se Vettel avesse anticipato il pit-stop, il rischio di essere scavalcati sarebbe stato concreto.

Dopo la corsa Wolff ha anche chiarito che non è stato tanto Hamilton a portare fuori strada la strategia: “Non è mai la decisione di un singolo individuo a determinare quando rientrare ai box. E’ la somma delle informazioni che abbiamo a disposizione, che porta ad una decisione. E in quel momento le informazioni ci hanno portato alla scelta che il rischio di undercut fosse prioritario anche rispetto alla possibilità che Lewis restasse bloccato dietro Max e Kimi”.

Resta il fatto che quando senti il fiato sul collo dell’avversario, non sempre si è in grado di ragionare al meglio. E tra i punti interrogativi che vanno in archivio con questo Gran Premio c’è anche la scelta di montare a Hamilton gomme a mescola soft.

E’ vero che ad inizio gara (Lewis si è fermato al giro numero 16) i dati in possesso non erano poi tanti, ma era attesa la mescola supersoft, ed invece ha prevalso una scelta prudente, e probabilmente errata alla luce dei riscontri finali del Gran Premio. La Ferrari, fermatasi successivamente, non ha voluto correre rischi marcando l’avversario diretto, ed in questo caso la scelta si è rivelata giustificata.

C’è anche una voce in più sulle paure di undercut della Mercedes, e riguardano quell’Mgu-K che continua a dare pensieri agli ingegneri. Rispondere ad un eventuale sosta anticipata di Vettel avrebbe richiesto un paio di giri da qualifica, ed in questo momento la power unit tedesca non sembra poter assicurare (senza rischi di imprevisti) il passaggio ad una configurazione “full-power”.

Melbourne non ha detto che il progetto 2017 della Ferrari sia migliore di quello Mercedes, ma ha confermato di essere in grado di mettere sotto pressione un avversario per anni imbattibile w questo può far emergere delle crepe tenute nascoste.

Il pugno sbattuto sul tavolo da Wolff quando ha realizzato che Vettel dopo il pit-stop era sfilato al comando della corsa, è la fotografia del Gran Premio d’Australia 2017. Bisogna anche saper perdere, ed il problema di chi ha vinto tantissimo è che si finisce col perdere l’abitudine. Dopo la corsa Wolff e Lauda sono andati nell’hospitality Ferrari per congratularsi con Maurizio Arrivabene. Per ora è solo un round, ma l’aria nel paddock sembra già diversa...

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