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McLaren: non si trova il male oscuro che limita lo sviluppo aerodinamico della MCL33

I dati di galleria del vento non combaciano con la pista e i problemi aerodinamici della McLaren non si osservano nel wind tunnel della Toyota a Colonia: nel frattempo la squadra precipita in fondo alla griglia. E' allarme a Woking.

Pit board per Fernando Alonso, McLaren MCL33
Stoffel Vandoorne, McLaren MCL33
Zak Brown, CEO McLaren Racing
Stoffel Vandoorne, McLaren MCL33
Fernando Alonso, McLaren MCL33
Stoffel Vandoorne, McLaren MCL33
Stoffel Vandoorne, McLaren MCL33
Eric Boullier, Racing Director, McLaren, parla con Zak Brown, Direttore Esecutivo, McLaren Technology Group, al muretto box McLaren
Stoffel Vandoorne, McLaren MCL33

La McLaren è tornata a piombare nei bassifondi dello schieramento: Fernando Alonso nel GP di Francia partirà 16esimo, seguito dal compagno di squadra Stoffel Vandoorne, 17esimo. Oltre alla posizione, a preoccupare è il distacco dalla Mercedes di Lewis Hamilton che è in pole: 2”9 per il fresco vincitore della 24 Ore di Le Mans con la Toyota.

La squadra di Woking era convinta, anzi convintissima, che bastasse sostituire la power unit Honda con quella Renault per tornare a vincere dei GP, ma la realtà è molto più dura: la MCL33 non è una monoposto competitiva e non basta avere lo stesso propulsore della Red Bull per tornare sul podio di un GP. La McLaren è terza fra i team forniti dalla power unit francese, essendo stata scavalcata proprio dal team di Enstone che è, invece, in piena fase di crescita.

Ad ogni GP i vertici della squadra cercano una valida scusa per spiegare un’altra annata storta. L’ultima è che i tecnici diretti da Matt Morris non riescono a identificare quali siano le carenze aerodinamiche in galleria del vento, per cui la squadra deve procedere a fare “esperimenti” nei fine settimana dei GP nel tentativo di trovare delle soluzioni.

Il team britannico da anni non utilizza più il suo wind tunnel, ma si affida a uno dei due impianti della Toyota a Colonia di Toyota, la struttura che in passato era stata utilizzata anche dalla Ferrari in attesa che fosse aggiornata la galleria del vento di Maranello.

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"Penso che abbiamo identificato le aree in cui abbiamo un problema o dei problemi", ha detto Zak Brown, CEO della McLaren F1. "È nell'aerodinamica, è un qualcosa che non si vede in galleria del vento. E, pertanto, è un guaio che non possiamo risolvere indoor, ma in pista”.

"La qualità della galleria non c’entra: le nostre debolezze semplicemente non si osservano in una galleria del vento".

Brown ha detto che "sfortunatamente dobbiamo fare gli esperimenti in pista". La McLaren ha fatto prove comparative di ali e di fondo al Paul Ricard ma non ha tratto un ragno dal buco. Qualcuno aveva consigliato il team di Woking di abbandonare lo sviluppo della “papaya” per dedicarsi già alla monoposto 2019, ma Eric Boullier, direttore sportivo, la vede diversamente e intende proseguire l’indagine.

Nel team c’è tensione e nervosismo. Non è mancata una protesta dei meccanici, “premiati” con uno snack per aver lavorato giorno e notte agli sviluppi che non funzionano. Il gesto è stato ritenuto offensivo dalle maestranze e c’è chi scommette sul siluramento proprio di Boullier…

A spegnere le voci ci pensa Zak Brown: "Non ho intenzione di fare alcun cambiamento di personale in un team di 7-800 persone. Questa compagine sarà quella che arriverà ad Abu Dhabi. Eric è un membro stimato del team. Chiaramente dobbiamo identificare il motivo per cui abbiamo perso un anno nello sviluppo aerodinamico della vettura".

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