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Intervista

McLaren, l'espansione in altre categorie per risorgere in F1

All'inizio della sua storia la McLaren correva anche in categorie extra-F1. Oggi il nuovo managment sta tornando alle origini, ma Zak Brown ha spiegato come questa strategia lasci sempre al centro il team di Formula 1.

Zak Brown, McLaren Racing CEO e Alejandro Agag

Zak Brown, McLaren Racing CEO e Alejandro Agag

McLaren

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Si potrebbe essere perdonati se ci si chiede perché una grande squadra che non aveva vinto un gran premio per quasi un decennio, fino al trionfo di Daniel Ricciardo a Monza, si stia ampliando oltre la Formula 1 soprattutto quando quella squadra, nonostante la doppietta in Italia, sia parte di un gruppo finanziariamente travagliato che ha dovuto fare tagli difficili.

Ma il crescente coinvolgimento della McLaren in IndyCar, negli Esports ed in Extreme E, accanto a nominali alleanze in Formula E e nel WEC, ha un precedente storico: questa è una società che ha nel suo DNA differenti competizioni, anche se per molti anni si è concentrata solo sulla F1.

Agli inizi della sua storia, quando si poteva contare il numero di dipendenti su una mano, Bruce McLaren ha preso parte con successo alla serie Tasman e ad altri vari eventi prima di impegnare la società in Formula 1. Ed anche allora il suo piccolo gruppo ha continuato a costruire e vendere telai per monoposto e auto sportive ai clienti per poi sostenere impegni simultanei in F1, in Can-Am e partecipazioni alla Indy 500.

Sottoporre se stessi e il proprio staff a un così estenuante programma era allucinante già allora e non sarebbe stato tollerato nella nostra epoca più illuminata per le risorse umane. La crescita e l'evoluzione della F1 ha anche impedito di gestire più campionati perché il calendario si è ampliato e le esigenze tecniche si sono moltiplicate.

Sotto la guida di Ron Dennis la McLaren si è concentrata sulla F1 e ha prosperato in pista per tutti gli anni '80, crescendo poi in business paralleli di successo nell'elettronica e nella tecnologia, nell'ospitalità e nella produzione di auto stradali. Ma un crollo competitivo durante l'ultimo decennio si è rivelato costoso. Al momento dell'estromissione di Dennis dal consiglio di amministrazione nel 2016 la McLaren era diventata un gruppo tecnologico redditizio con una società di corse in perdita.

Alain Prost, Ron Dennis, Niki Lauda, McLaren and Hans Mezger behind

Alain Prost, Ron Dennis, Niki Lauda, McLaren and Hans Mezger behind

Photo by: Rainer W. Schlegelmilch / Motorsport Images

La nuova dirigenza del gruppo sembra che stia scardinando la visione di Dennis di una McLaren come leader tecnologico per tornare alle sue origini come squadra corse e costruttore di auto (Bruce McLaren, prima della sua scomparsa, ha costruito un prototipo stradale). Alla domanda di GP Racing se la McLaren si è essenzialmente allontanata dall'essere un'azienda tecnologica, il CEO Zak Brown è stato inequivocabile.

"Esattamente", dice. "McLaren è nel business delle corse e ci sono due modi per fornire valore ai nostri azionisti. Uno è ovviamente quello di essere un business redditizio, ma la vittoria più grande è costruire il valore del franchising, il valore dell'intera operazione. Tutto, però, si ricollega anche al supporto e alla crescita del nostro team di F1. Quindi, mentre le diverse attività racing come Extreme E, Esports e IndyCar stanno tutte in piedi da sole, queste aiutano anche a far crescere il marchio F1".

In F1, la McLaren ha avuto un notevole successo nell'assemblare un portafoglio di sponsor per sostituire il precedente modello basato su un partner di grande valore. L'espansione in altre serie ha aperto la possibilità di accedere a nuovi mercati che sono di vitale interesse per i potenziali partner.

La Extreme E è vista con scetticismo ma confeziona un potente messaggio di diversità, imponendo che ogni equipaggio sia composto da un pilota maschio e femmina. Allo stesso modo gli Esports sono diversi e accessibili dal momento che le barriere finanziarie per l'ingresso sono molto più basse rispetto agli sport motoristici convenzionali.

"Per la maggior parte dei nostri partner, il Nord America è un mercato molto importante", dice Brown. "Quindi, avendo un programma IndyCar, abbiamo un'offerta più ampia e profonda per i nostri partner commerciali. La F1 lì sta crescendo, ma avere un team IndyCar mette il turbo e so che abbiamo avuto alcuni partner che si sono uniti a noi perché avevamo una presenza proprio in questo territorio".

"Arrow Electronics, che è il nostro title sponsor in IndyCar, si è unita al nostro team di F1. Abbiamo avuto BAT, che è un partner principale in F1, che si è unita al nostro team IndyCar, insieme a Tezos, Darktrace, ecc. Quindi, mentre la IndyCar si è rivelata un business redditizio, al contempo ha anche aiutato a portare più partner in F1".

Felix Rosenqvist, Arrow McLaren SP Chevrolet

Felix Rosenqvist, Arrow McLaren SP Chevrolet

Photo by: Jake Galstad / Motorsport Images

"È lo stesso concetto con la Extreme E. Siamo stati il primo team ad essere carbon neutral nel 2011. La maggior parte delle altre squadre ora stanno lottando per fare lo stesso percorso. McLaren è stata fedele alla sostenibilità per un decennio e la Extreme E è un ottimo modo per McLaren Racing di evidenziare le nostre credenziali di sostenibilità e di diversità, argomento molto importante per i nostri partner".

"Analogamente, lo stesso concetto vale con gli Esports. Siamo stati il primo team di F1 a muoverci in questo campo in modo significativo. Negli Esports il concetto di diversità ed inclusione è spinto al massimo perché ci sono uomini e donne da tutto il mondo che vogliono avere un volante nelle loro mani ed abbiamo quel pubblico  giovane che la F1 sta cercando".

Secondo Brown McLaren Racing è in corso per ottenere profitti entro i prossimi anni, a condizione che i ricavi crescano e che il budget cap in Formula 1 sia portato dall'attuale limite di 145 milioni di dollari all'anno a 135 milioni nel 2023. E la necessità di ottenere un profitto è urgente dal momento che il gruppo McLaren è stato costretto a vendere “l'argenteria” di famiglia per restare a galla nelle ultime stagioni.

Dopo aver già sfruttato la sua collezione di auto d'epoca per comprare la quota del 25% di Dennis nel 2017, McLaren ha dovuto fronteggiare una enorme crisi finanziaria che colpito durante i primi mesi della pandemia nel 2020. Il settore Automotive, precedentemente redditizio, non è stato in grado di continuare a esserlo con le vendite in picchiata.

McLaren ha ottenuto un prestito di 150 milioni di sterline dalla National Bank of Bahrain (una destinazione ovvia dato che il fondo sovrano del Bahrain possiede il 62,6% della società) e ha pianificato di licenziare 1200 dipendenti, anche se alla fine sono stati solo 800. Ha anche messo sul mercato il McLaren Technology Centre per 200 milioni di dollari, vendendolo alla fine alla società di investimenti GNL per 170 milioni di sterline. Nel dicembre 2020 ha venduto una quota di minoranza della McLaren Racing al gruppo statunitense MSP Sports Capital.

A luglio la McLaren ha annunciato un nuovo rifinanziamento per un valore di 550 milioni di sterline, di cui 400 milioni di nuovo capitale dal Public Investment Fund dell'Arabia Saudita e dalla società di investimenti Ares Management, mentre altri 150 milioni di sterline sono arrivate dagli azionisti esistenti attraverso azioni privilegiate e warrant azionari. Questo ha permesso a McLaren di pagare il prestito della Bank of Bahrain. Più recentemente è stata venduta la divisione McLaren Applied che ha fornito la centralina standard in F1 dal 2008.

Questo lascia l'Automotive e le corse come generatori di entrate della McLaren. Alla domanda di GP Racing se questa è stata una decisione strategica o una mossa finanziaria necessaria, Brown ha ribadito che le auto e le corse sono il futuro della McLaren.

"Paul Walsh, il nostro presidente, ha ritenuto come il nostro core business sia l’automotive e le corse. Non si è trattato di esigenze finanziarie ma più che altro di decidere strategicamente dove il gruppo McLaren vuole essere a lungo termine, e vuole essere nel settore automobilistico e delle corse".

"Sono proiettato tra un paio d'anni, quando realizzeremo un profitto. Sospetto che altre squadre di F1 lo stiano già facendo e penso che questo sia il motivo per cui state vedendo investitori che arrivano e acquisiscono squadre. Vedrete le franchigie di F1 diventare molto più preziose e più in linea con quello che si vede con le squadre NFL e NBA".

Daniel Ricciardo, McLaren MCL35M, Lando Norris, McLaren MCL35M

Daniel Ricciardo, McLaren MCL35M, Lando Norris, McLaren MCL35M

Photo by: Charles Coates / Motorsport Images

MSP Sports Capital ha valutato la società McLaren Racing 560 milioni di sterline. Il team di F1 continua a prosperare sotto la guida di Andreas Seidl, mentre McLaren è in procinto di espandere la sua partecipazione nella squadra Schmidt-Peterson in IndyCar.

Rimane la possibilità di una ulteriore espansione in Formula E, in cui McLaren ha un'opzione entrare nella serie dalla nona stagione, e nelle corse endurance tramite la classe LMDh. Attualmente questi progetti sono solo in fase di "valutazione", ma c’è chi crede che l'ingresso putativo in Formula E era solo una manovra orchestrata dai boss della serie in un momento in cui la categoria aveva disperatamente bisogno di mettere fuori qualche buona notizia dopo l’abbandono di Mercedes, BMW e Audi.

"Sappiamo che storicamente i produttori vanno e vengono. La notizia dell’addio di Mercedes non è positiva, a differenza della conferma di Jaguar, ma abbiamo sentito anche parlare di altri produttori che probabilmente entreranno".

"Questo guiderà il nostro processo decisionale e, naturalmente, stiamo prestando attenzione alle tendenze quando esaminiamo le attività nel motorsport. Devon adattarsi al nostro marchio. Devono essere finanziariamente sostenibili. Devono sostenere la nostra missione in F1. Questa sono i requisiti che valutiamo con attenzione. IndyCar, Extreme E ed Esports, hanno tutte spuntato tutte queste caselle, mentre la Formula E e il WEC continuano ad essere sotto esame rispetto a questi criteri. Prenderemo la decisione entro la fine dell'anno".

McLaren Automotive - come la maggior parte delle case automobilistiche - sta già segnando la sua strada verso un futuro elettrificato, mentre Andretti Autosport ha già collaborato con McLaren in passato, quando Fernando Alonso ha partecipato alla Indy 500 al volante di una vettura Andretti marchiata McLaren nel 2017.

Quel programma ha avuto molto più successo rispetto a quando la McLaren ha cercato di correre da sola due anni dopo, e le lezioni tratte da quella disfatta sono servite per valutare le recenti espansioni di McLaren in formule parallele. Se entrerà in Formula E e WEC lo farà attraverso partner utili a costruire progetti di successo. Non ci sarà nessun ritorno ai giorni di Bruce McLaren, Denny Hulme, Tyler Alexander e altri impegnati una settimana in F1 e quella successiva in Can-Am.

"Niente può distrarre il nostro team di F1", prosegue Brown. "Come ho sperimentato a Indianapolis nel 2019, se non dedichi la stessa dedizione alla Extreme E, alla IndyCar o anche agli Esports, fallirai. Si tratta di costruire diversi team condividendo alcune risorse tecniche e tecnologie, ma non voglio avere una persona che lavora sulla F1 un fine settimana e poi va a lavorare sulla IndyCar. Questo chiaramente non ha funzionato nel 2019".

Fernando Alonso, McLaren Racing Chevrolet

Fernando Alonso, McLaren Racing Chevrolet

Photo by: Scott R LePage / Motorsport Images

Il tentativo della McLaren di disputare una stagione IndyCar completa con Alonso nel 2019 è stato un disastro poiché a causa della scelta dei motori (la Honda non era comprensibilmente desiderosa di lavorare di nuovo con Alonso) è stata costretta a separarsi da Andretti ed a correre con una singola auto solo per Indianapolis senza poi riuscire a qualificarsi.

"Avevo assunto Andreas Seidl come team principal della F1, ma non ha potuto lavorare fino a Barcellona. Avevo Gil de Ferran in F1 come direttore sportivo, ma la sua prima gara in IndyCar fu la 500. Avrei dovuto aspettare, ma ho sbagliato e ne ho pagato il prezzo. Ho imparato molto da questo. Ora tutti i membri della McLaren IndyCar sono dedicati solo alla IndyCar, non hanno un doppio ruolo anche in F1 perché non si può essere in due posti allo stesso tempo".

"Nel 2019 non ho potuto dare alla IndyCar il tempo e l'attenzione che meritava ed il risultato che abbiamo ottenuto è stato solo colpa mia".

"Quando sono entrato in McLaren sapevo che avremmo potuto esprimerci anche in altra categorie come avvenuto in passato. Questa è sempre stata la mia visione quando sono arrivato, ma è tutta una questione di tempo e di assicurarsi di trovarsi in un buon posto. Quando sono arrivato in McLaren la situazione non era rosea ed all’altezza della nostra storia, ma la F1 rimane il centro di gravità per noi".

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