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McLaren: la MCL35M promette, ma con le gomme non è gentile

Buoni tempi, power unit Mercedes già perfettamente integrata sulla MCL35M, un Ricciardo già padrone di casa e soluzioni tecniche furbe. Ma in casa McLaren non ci sono solo aspetti positivi. Ecco come si presenta il team di Woking al via del Mondiale 2021 di F1.

Daniel Ricciardo, McLaren MCL35M

Daniel Ricciardo, McLaren MCL35M

Sam Bloxham / Motorsport Images

McLaren, il processo di risalita verso i piani alti, quelli che più contano, della Formula 1, continua. E lo fa in un crescendo, passo dopo passo, nel segno della stabilità per quanto riguarda la struttura portante della squadra, ma aggiungendo o sostituendo pedine che devono fare la loro parte nel progetto di rinascita che ha il compito di riportare il cognome del fondatore Bruce dove realmente compete.

Il progetto di Andreas Seidl e Zak Brown continua a prendere sempre più corpo. Le ultime mosse sono state da team ambizioso: l'adozione della power unit Mercedes - sulla carta la migliore anche nel 2021 - e l'approdo di un pilota del calibro di Daniel Ricciardo sono a tutti gli effetti una dichiarazione d'intenti per il presente e per il futuro.

Ma se per progettare il futuro, ovvero il 2022, c'è ancora tempo, il presente deve necessariamente essere un collegamento che permetta di portare i miglioramenti fatti nel corso delle ultime 2 stagioni al prossimo, dove il regolamento tecnico potrebbe permettere a James Key e al suo reparto di progettazione di azzardare e chiudere ulteriormente il gap dai team migliori.

I test McLaren in numeri

 

Intanto McLaren si è concentrata con tutte le sue forze sui test pre-stagionali svolti lo scorso fine settimana a Sakhir, in Bahrain, dove la MCL35M ha fatto il suo esordio nelle mani di Daniel Ricciardo e Lando Norris. Così come lo scorso anno, quando al Montmelo di Barcellona la MCL35 aveva ben impressionato soprattutto sul passo gara sia con Norris che con Carlos Sainz Jr, la monoposto diretta discendente della versione 2020 ha dato segnali confortanti.

La McLaren, al pari di tutti i team motorizzati dalle power unit Mercedes, è stata tra le squadre meno attive in pista con "appena" 1.770 chilometri percorsi in 3 giorni, per un equivalente di 327 giri e 5,74 gran premi disputati, considerando che un GP del Bahrain contempla un massimo di 57 giri.

Team Km percorsi   Motore Km percorsi
AlphaTauri 2284

Il circuito di Sakhir

è lungo
5.412 km

Mercedes 7133
Alfa Romeo 2284 Ferrari 6603
Ferrari 2186 Honda 4281
Alpine 2143 Renault 2143
Haas 2132    
Williams 2019    
Red Bull 1997    
McLaren 1770    
Aston Martin 1699    
Mercedes 1645    

La squadra diretta da Andreas Seidl è parsa sì tra le meno attive in pista, ma quando ha messo le ruote sull'asfalto di Sakhir ha dato la sensazione di incidere, di avere un piano ben preciso, senza intoppi di sorta sebbene abbia fatto esordire una monoposto, la MCL35M, con un retrotreno completamente rivisto.

Daniel Ricciardo ha fatto siglare in 2 occasioni il miglior tempo a metà giornata. E' accaduto nelle mattinate di venerdì e sabato, quando l'australiano si è ben destreggiato in condizioni di pista piuttosto sporca. Domenica, invece, sia Daniel che Norris hanno lavorato in maniera approfondita sul passo gara. Non a caso il giorno più prolifico a livello di giri e chilometri si è proprio rivelato l'ultimo, domenica, con 132 giri inanellati contro i 91 e i 104 dei giorni precedenti.

Team Giorno 1 Giorno 2 Giorno 3 Totale

GP coperti

(57 giri)

AlphaTauri 111 144 167 422 7,40
Alfa Romeo 131 125 166 422 7,40
Ferrari 116 129 159 404 7,09
Alpine 129 128 139 396 6,95
Haas 85 164 145 394 6,91
Williams 83 132 158 373 6,54
Red Bull 139 117 113 369 6,47
McLaren 91 104 132 327 5,74
Aston Martin 97 81 136 314 5,51
Mercedes 48 116 140 304 5,33

Power unit Mercedes integrata bene

 

La monoposto 2021, almeno nel nome, si differenzia dalla progenitrice solo da una "M" aggiunta alla fine della dicitura. Una sigla che potrebbe far pensare a una macchina molto simile alla MCL35, invece così non è, e per più motivi. Due le principali differenze, che andremo ad analizzare nei prossimi due paragrafi.

A far discutere molto nel corso della tre giorni di test è stato il diffusore, disegnato sfruttando ogni cavillo regolamentare. Ma il primo aspetto che vogliamo analizzare è il cambio di power unit. Si tratta di un aspetto molto più invasivo a livello progettuale, perché il retrotreno della MCL35 è stato riprogettato per poter alloggiare la power unit Mercedes dopo un 2020 passato a sfruttare quello Renault.

James Key, direttore tecnico della McLaren, ha sottolineato come questa pratica non abbia provocato rivoluzioni nella monoposto, ma l'inserimento di una power unit di concezione differente non può non essere un elemento di enorme portata, considerando poi che questa porta un marchio differente, dunque una filosofia di pensiero, di progettazione e realizzazione che si discostano notevolmente da quelle Renault.

"Avevamo la sfida del motore da alloggiare nella monoposto e abbiamo potuto provare tutto per appena 3 giorni nei test invernali. Abbiamo fatto un programma passo dopo passo per essere sicuri di essere preparati al meglio. Prima di venire qui abbiamo lavorato in maniera importante al banco per fare tanti chilometri con il motore nuovo. Abbiamo fatto anche un paio di filming day, così da avere più opportunità di capire il motore e che tutto funzionasse a dovere", ha dichiarato Key.

McLaren ha riprogettato il retrotreno, la MCL35M ha dato subito buone risposte con il cronometro e di affidabilità. La quantità di giri fatti, pur essendo la terz'ultima delle 10, non preoccupa il team: "Non abbiamo avuto motivi negativi per i chilometri fatti. Solo il necessario tempo di cambiare l'alloggiamento dei piloti nell'abitacolo tra una sessione e l'altra".

Lo shakedown svolto a Silverstone prima di trasferire team e materiale a Sakhir si è rivelato prezioso per il team, che ha così potuto verificare la bontà di costruzione della monoposto, di installazione della power unit e dei sistemi. Tutto è filato liscio, senza particolari intoppi. Ecco perché il numero di giri non sbalorditivo - lontano dai canoni a cui i team motorizzati Mercedes ci avevano abituato - non spaventa Key e Seidl.

Diffusore furbo, ma regolare

 

Da un aspetto tecnico, a un altro. Abbiamo accennato nel paragrafo precedente all'adozione di un diffusore che, di primo acchito, ha fatto storcere il naso ai più. Questo, però, nel giro di poco tempo si è rivelato assolutamente regolare. Fra i provvedimenti introdotti dalla FIA per questa stagione - con il preciso intento di ridurre il carico aerodinamico al posteriore - c'è stato quello legato alle paratie verticali sotto il diffusore, alzate di 50 millimetri rispetto al piano di riferimento.

Ciò che McLaren è stata brava a fare è interpretare perfettamente la norma, sia nei suoi limiti che nei suoi cavilli, applicando due bandelle laterali in carbonio che si attaccano alla parte centrale dell'estrattore (freccia bianca nella foto sopra). Questo ha permesso di andare oltre il limite dei 50 millimetri previsti dal regolamento.

Le due paratie hanno un andamento arcuato per evitare di sporgere dalla sezione centrale di 50 centimetri (questa deve essere contata come 25 centimetri a sinistra e a destra dell'immaginaria linea che divide la monoposto in due sezioni). Questa soluzione, in termini di tempo sul giro, non ha ancora una quadratura. Ma è chiaro che sia stata pensata per cercare di ridurre le perdite di carico aerodinamico volute dalla FIA con l'introduzione delle ultime norme proprio per questa stagione.

Ricciardo è già una colonna del team

 

La colonna portante di McLaren diventa ogni anno più salda. Attorno a questa ci sono appendici che cambiano di anno in anno. Una di queste è Daniel Ricciardo. L'australiano, arrivato a Woking dopo 2 stagioni in Renault per prendere il posto di Carlos Sainz Jr. passato alla Ferrari per sostituire Sebastian Vettel.

L'ex pilota della Red Bull, dopo un inverno passato a prendere confidenza con nuovo team, la nuova realtà di Woking, e a capire le dinamiche di una squadra che ha la necessità sempre più impellente di tornare ai fasti di un tempo, si è calato perfettamente nella parte.

Ricciardo non è arrivato in McLaren portando i proverbiali sorrisi e un ottimismo contagioso, ma anche talento, leadership, che probabilmente non gli viene riconosciuta tanto a parole, quanto per i fatti che ha saputo fare sin dai primi giri al volante della MCL35M.

Daniel ha firmato per 2 sessioni consecutive il miglior tempo assoluto e lo ha fatto in condizioni di pista sporca, con gomme di mescola uguale a quelle usate dai concorrenti. Non si conoscono carichi di benzina e lavori degli avversari, ma il segnale dato è inequivocabile. McLaren ha trovato in Ricciardo un pilota ambizioso, di personalità, il quale sa bene che la McLaren sarà probabilmente l'ultima chiamata per puntare a qualcosa di importante in Formula 1.

Il suo valore, al di là di quanto fatto negli anni in Red Bull, parla per lui. Ha riportato Renault sul podio dopo diversi anni e non lo ha fatto in una sporadica occasione. E' un pilota che sa cogliere ciò che gli si presenta davanti, che non solo sfrutta ciò che arriva, ma che l'occasione se la va a cercare. E' forse la guida - a livello di pilota che serviva alla McLaren e, perché no, anche a Lando Norris - per compiere ulteriori passi avanti.

MCL35M: problemi nella gestione gomme?

 

Come ogni team, anche McLaren ha dovuto fare i conti con alcuni imprevisti. Sul giro secco la MCL35M ha dato buoni segnali, soprattutto nelle mani di RIcciardo. Nell'ultimo giorno di test, svolto domenica scorsa, il team di Woking ha notato un aspetto importante in vista della prima uscita stagionale che avverrà a fine mese proprio a Sakhir, in Bahrain.

La MCL35M, nelle sue simulazioni gara, ha denotato un consumo troppo repentino delle gomme. Ricciardo e Norris hanno lavorato prevalentemente con mescole C2 e C3 (rispettivamente Hard e Medium anche del primo GP della stagione 2021) e con entrambe, dopo un buon avvio di stint, i tempi si sono innalzati non in modo naturale.

Questo ha costretto gli uomini di Woking ad analizzare in maniera ancora più approfondita i dati raccolti per capire la natura di questi guai, che potrebbero rivelarsi un problema considerevole almeno nelle prime uscite della stagione qualora non dovesse essere risolto.

Certo, vanno considerate le condizioni della pista e le temperature in cui sono stati svolti i long run nella giornata di domenica, ma il primo campanello d'allarme è suonato. Se sia solo una questione di assetti lo scopriremo solo in gara, ma l'inverno 2021 della McLaren - sebbene sia stato buono - non può essere considerato idilliaco. Le basi per fare un ulteriore passo avanti dopo un 2020 convincente ci sono tutte. Ora starà ai vertici della McLaren capire quando e come sviluppare ulteriormente la MCL35M, ma anche quando concentrarsi del tutto sul progetto 2022.

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