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Mazzata Ferrari: a Maranello hanno perso la retta via dello sviluppo

Bottas ha inflitto otto decimi di distacco a Vettel nelle qualifiche del GP di Spagna e Leclerc ha rovinato l'aerodinamica della SF90 in Q2. Le Rosse hanno girato nella FP3 con configurazioni diverse, ma la macchina sembra non sentire le modifiche, peggiorando ad ogni sessione.

Sebastian Vettel, Ferrari SF90, tocca la ghiaia

Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images

“Chi non spera di vincere ha già perso”, sosteneva il poeta ecuadoregno Joaquín de Olmedo. Però ora mettiamoci nei panni di Sebastian Vettel, Max Verstappen e Charles Leclerc quando domani si allineeranno sulla griglia di partenza del Gran Premio di Spagna: è realistico pensare che possano intravedere una piccola fessura attraverso la quale sperare nella possibilità di battere le Mercedes nel Gran Premio di Spagna? È un esercizio difficile, che richiede una dose non comune di (come direbbe Hamilton) energia positiva.

È innegabile che può bastare un millesimo di vantaggio per conquistare una vittoria o una pole position, ma se si riesce a rifilare all’avversario 0”866 (il margine che ha inflitto oggi il poleman Bottas al primo dei rossi, Vettel), non è proprio la stessa cosa.

Non cambia la posizione in griglia, certo, ma fa più male. Ci sono state premesse positive alla vigilia del weekend di Montmelò, ad iniziare dal ritorno sulla pista che aveva presentato la SF90 come una monoposto nata molto bene, fino alle molte novità tecniche portate in pista dalla Ferrari a conferma di un innegabile sforzo tecnico profuso a Maranello sia sul fronte aerodinamico che motoristico.

 

Gli ingegneri del Cavallino sapevano anche che Barcellona non è da molto tempo una pista amica, e che il weekend sul circuito di Catalunya non sarebbe stato tra i più semplici tra quelli in calendario, ma era lecito sperare in qualcosa in più.

Per questo la mazzata rifilata (a tutti) dalla Mercedes al termine delle qualifiche di Montmelò assume un’importanza notevole. Il margine di 0”866 che ha separato Bottas da Vettel è maturato nei venticinque secondi del terzo settore (0”733 per la precisione) e non è proprio il gap previsto prima delle qualifiche.

Che la SF90 soffrisse in quella zona del circuito di Catalunya era stato chiaro sin dalle prime prove libere, ma dopo la giornata di ieri era attesa una reazione dei tecnici del Cavallino, senza sconfinare nei miracoli.

Il setup della SF90 è stato in effetti modificato (anche parecchio) nella serata di ieri, ma gli effetti sperati non sono arrivati e l’impressione è stata quella di un leggero peggioramento della performance rispetto a ventiquattr’ore prima.

Che le nuove soluzioni di assetto non fossero un passo avanti lo si era intuito già nella sessione FP3, e la conferma è poi arrivata qualche ora dopo. Vettel e Leclerc hanno provato anche strade differenti, ma i verdetti sono stati praticamente gli stessi, facendo sembrare la vettura poco reattiva alle modifiche.

A complicare la vita di Leclerc è stato anche un errore in Q2 che lo ha portato a prendere pesantemente il cordolo all’uscita della curva 9, contatto che gli ha danneggiato il fondo e penalizzato di qualche decimo in Q3. Charles ha così dovuto arrendersi a Verstappen, che come un avvoltoio è sempre pronto a cogliere la più piccola défaillance degli avversari.

C’è un’altra notizia di peso emersa al termine delle qualifiche spagnole, ed è quella di un Bottas che continua a sorprendere sempre più. Anche qui oltre la pole position (la terza consecutiva per il finlandese) c’è di più, ed è il margine che ha rifilato a Hamilton: 0”634.

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L’ultima volta che il campione del Mondo si è ritrovato così attardato rispetto ad un suo compagno di squadra è stato tre anni fa a Singapore (0”704 da Nico Rosberg) e ritrovarsi in una situazione del 2016 qualche pensiero (anche a Lewis) probabilmente lo fa sorgere.

Per due stagioni Lewis ha vissuto tranquillamente con un compagno di box comodo (situazione curiosamente condivisa con Vettel) ma a differenza di Seb, che quest’anno ha un volto nuovo nel team, Hamilton ha visto arrivare un Bottas 2.0 che sembra avere poco a che fare con quanto visto nel 2018.

La terza pole consecutiva lo ribadisce, ma rifilare sei decimi ad un Hamilton in versione ‘pasticcione’ è qualcosa difficile da prevedere, e decisamente sorprendente. Il tutto nonostante l’errore nella sessione FP3 del mattino, a causa del quale non ha potuto completare il programma di lavoro. In quel frangente Hamilton è salito in cattedra (per la prima volta nel weekend) prenotando una pole position che poi non è arrivata, e a fine giornata non gli è restato che rendere omaggio al suo compagno di squadra.

Per Lewis le possibilità di vittoria al termine dei 66 giri in programma domani sono legate soprattutto alla partenza. Toto Wolff è convinto di non temere un contatto fratricida in stile 2016, quando Hamilton e Rosberg misero fine alla loro gara quattro curve dopo il via, confermando che da quando c’è Bottas le cose sono drasticamente cambiate.

È vero che nell’ultimo biennio tutto è filato liscio, ma è anche vero che il Bottas 2017/18 non era proprio quello visto nella prima fase di questo mondiale. Wolff la sa lunga, ma la storia delle corse è più lunga ancora, e quando due compagni di squadra competono con le stesse chance per un mondiale, molte certezze possono crollare.

Charles Leclerc, Ferrari
Sebastian Vettel, Ferrari SF90
Ferrari SF90, dettaglio del motore
Sebastian Vettel, Ferrari
Sebastian Vettel, Ferrari SF90, fa un giro
Sebastian Vettel, Ferrari SF90
I primi 3 qualificati Valtteri Bottas, Mercedes AMG W10, Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W10, e Sebastian Vettel, Ferrari SF90, parcheggiano le loro monoposto in griglia di partenza, dopo le Qualifiche
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Charles Leclerc, Ferrari SF90, lascia Sebastian Vettel, Ferrari SF90
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Charles Leclerc, Ferrari SF90
Charles Leclerc, Ferrari
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