Mazepin e quel mercoledì da... leone con la Mercedes da qualifica
Il moscovita con la freccia d'argento ha rifilato un secondo ad Albon, secondo nei tempi di giornata a parità di gomme C5. Nikita non è certo un fenomeno, ma tutto quello che tocca la squadra di Brackley sembra che diventi oro.
Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images
L’impressione è quella di vivere in un periodo in cui tutto ciò che la Mercedes tocca diventa oro. Valtteri Bottas ha concluso i suoi test post-Gran Premio a Barcellona al termine della giornata di ieri (prima posizione) lasciando la sua monoposto a Nikita Mazepin, ventenne moscovita che quest’anno milita in Formula 2 al momento senza acuti (è sedicesimo in classifica dopo 6 gare).
Mazepin è da tempo legato alla Mercedes, con cui ha pianificato un corposo programma di test utilizzando la monoposto 2017, e seppur con una vettura un po' datata, ha macinato chilometri.
Fare strada aiuta, ma non trasforma un pilota normale in una star, ed è per questo che è giusto fare chiarezza sull’exploit messo a segno oggi dal russo, capace di rifilare più di un secondo al più vicino degli avversari (il margine sul positivo Albon, secondo).
La Mercedes ha messo Mazepin nelle migliori condizioni, ovvero benzina ridotta al minimo indispensabile, power unit in modalità qualifica e gomme C5 (le hypersoft), non utilizzate nel weekend di gara del Gran Premio di Spagna e che sono oltre un secondo e mezzo più veloci delle C3, le più morbide del fine settimana scorso. La pista ben gommata e le temperature ideali hanno fatto il resto.
Mazepin è stato autore di un buon giro, ma meglio chiarire subito che (al momento) non siamo davanti ad nuovo Verstappen capace di ridimensionare i big della Formula 1, perché leggendo la classifica di giornata questo sembra: Mazepin più veloce del tempo ottenuto da Hamilton nelle qualifiche dello scorso sabato, e a solo 0”369 dalla pole position di Bottas.
Le valutazioni sono altre, ovvero che Mazepin ha completato una buona giornata (con un errore prima della sosta pranzo che ha causato una bandiera rossa) e che la Mercedes per gratificarlo ha deciso di metterlo in un qualy-mode che esula dalle condizioni tecniche e ambientali di gara.
Sarà la stagione di Formula 2 a dirci il valore di questo pilota, in cui la Mercedes crede ma che ha ancora molta strada davanti da dover percorrere.
Hamilton, Bottas (ed anche Ocon) per ora sono su un altro livello. Guidare una Formula 1 in un weekend di gara è tutt’altra cosa, e le monoposto (per quanto ci sia qualcuno convinto del contrario) non vanno da sole, ma serve talento e professionalità per fare ciò che i team riconoscono ai top-driver concedendo ingaggi di decine di milioni a stagione. E a nessuno, neanche in Formula 1, piace gettare soldi dalla finestra.
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