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Massa: "Budapest 2009: mi ha fatto capire il valore della vita"

Massa nella colonna che scrive in esclusiva per Motorsport.com svela cosa gli ha lasciato l'incidente del 2009. Il brasiliano, inoltre, chiede un chiarimento su come comportarsi con le bandiere gialle: se ne parlerà già a Hockenheim?

Felipe Massa, Williams FW38

Felipe Massa, Williams FW38

XPB Images

Felipe Massa

Felipe Massa è un pilota di Formula 1 che corre attualmente per il team Williams.

Felipe Massa, Williams FW38
Felipe Massa, Williams
Felipe Massa, Williams FW38
Felipe Massa, Williams
Felipe Massa, Williams FW38 in the pits
Felipe Massa, Williams F1 Team
Felipe Massa, Williams FW38 va al bloccaggio in frenata
Felipe Massa, Williams FW38
Felipe Massa, Williams
Felipe Massa, Williams in griglia
Rafaela Bassi, con il figlio Felipinho Massa
Felipe Massa, Williams FW38

Vi avevo preannunciato che quella di Budapest non sarebbe stata la pista ideale per la nostra monoposto, ma il weekend sull’Hungaroring è stato più duro del previsto. Il primo problema è arrivato in qualifica, ed ha avuto un impatto importante nell’economia di tutto il fine settimana.

Dopo la pioggia torrenziale caduta nei minuti iniziali, sono entrato in pista con gomme intermedie. Il timing non era sbagliato, perché in curva “1” e “2” il grip era buono, ma quando sono arrivato all’uscita della curva “4” ho messo la gomma posteriore destra sulla linea bianca che delimita la pista, e ho perso il controllo della monoposto. Ho provato a riprendere la macchina ma non era possibile, e sono finito contro le barriere.

Risultato: diciottesimo posto sulla griglia di partenza, e l’Hungaroring non è certo una pista dove recuperare posizioni è così semplice. Ma ogni speranza di poter rimontare è svanita già nel giro di pre-griglia prima del via della gara, quando ho avvertito un problema al servosterzo. Il volante era molto morbido a sinistra e molto duro a destra!

Probabilmente l’inconveniente è stato dovuto ad un problema di assemblaggio dopo l’incidente di sabato, e in gara mi sono ritrovato a faticare davvero tanto con una monoposto molto difficile da guidare. L’unico obiettivo che mi sono posto è stato quello di concludere la corsa, cosa non scontata vista la fatica che comportava il sopperire al guaio, considerando i problemi di bilanciamento che questo inconveniente causava. Ma ci sono riuscito, ed è stata l’unica nota positiva della corsa di domenica.

Bandiere gialle: quanto bisogna rallentare?

A Budapest si è discusso molto della pole position di Nico Rosberg, ottenuta in regime di doppia bandiera gialla. Nico a quanto pare ha rallentato in modo tale da convincere i Commissari Sportivi della sua correttezza, ma di certo non come le altre macchine che sono transitate nello stresso punto della pista.

Il problema credo che nasca a monte, perché il regolamento non definisce in modo chiaro quanto bisogna rallentare in caso di bandiera gialla o doppia bandiera gialla. Ci vorrebbe un numero, una percentuale fissata in base ai passaggi precedenti in quel punto, perché altrimenti può succedere che una gara rallenti un decimo e sei in regola, mentre in quella dopo con lo stesso rallentamento sei penalizzato. Credo, e mi auguro, che questa vicenda possa portare ad un chiarimento per il futuro, magari già da Hockenheim.

Budapest 2009: mi ha fatto capire il valore della vita

In questi giorni cade l’anniversario del mio incidente avvenuto nel 2009 proprio sull’Hungaroring. Era il 25 luglio. Ripensandoci oggi, vedo quella data come una rinascita. Tante persone mi hanno chiesto se quell’episodio ha influenzato la mia vita da pilota, e la risposta è no.

Quando sei in pista la concentrazione è totale sul lavoro che stai svolgendo. Anche quando ripasso su quel tratto di pista dove sei anni fa ho avuto l’incidente, non penso a nulla che non sia quello che normalmente è nella testa di un pilota quando è al volante della sua monoposto. A cambiare è stato il mio rispetto della vita. Prima di quel sabato del 2009 non avrei mai immaginato che potesse capitarmi qualcosa di simile.

Certo, senti ogni tanto che altri piloti hanno avuto un incidente, ma lo si apprende e lo si elabora come un qualcosa che a te non accadrà mai. Poi quando ti rendi conto che sei su un letto di ospedale, realizzi il valore più prezioso che abbiamo: la vita.

Quella disavventura mi è servita a capire chi mi era vicino, le persone su cui potevo contare. Ho avuto dimostrazioni importanti da parte di tanti veri amici, e posso confermare che quello che la Ferrari ha fatto per me è stato davvero molto bello. Ho sentito la squadra al mio fianco, ed in quei momenti ha assunto un significato molto importante e speciale.

Ed ora a Hockenheim...

Spero che il ritorno ad un tracciato veloce rappresenti per noi della Williams una possibilità di riscatto. Sulla carta è quella tedesca è una pista che dovrebbe esaltare le qualità della nostra monoposto. E’ importante tornare ad avere le nostre due vetture in zona punti, ed è quello che mi auguro in vista della trasferta tedesca di questo weekend.

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