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Marchionne: "La squadra non si tocca: la Ferrari punta sulla stabilità"

Il presidente Ferrari è arrivato ad Austin per appoggiare il team di Maranello: "Abbiamo 50% di lottare ancora per il titolo e ce le giochiamo". Sulle regole future: "Vi avviso che ci sarà da litigare con Liberty Media".

Maurizio Arrivabene, Ferrari Team Principal, Sergio Marchionne, CEO FIAT

Foto di: Sutton Motorsport Images

Sergio Marchionne, Presidente Ferrari e CEO di Fiat Chrysler Automobiles
Sebastian Vettel, Ferrari SF70H
Sebastian Vettel, Ferrari SF70H
Maurizio Arrivabene, Team Principal Ferrari e Ross Brawn, Managing Director delf Motorsport Formula
Kimi Raikkonen, Ferrari SF70H
Kimi Raikkonen, Ferrari SF70H
Kimi Raikkonen, Ferrari SF70H
Mattia Binotto, Chief Technical Officer Ferrari
Antonio Giovinazzi, Ferrari
Charles Leclerc, Sauber

Il Presidente della Ferrari, Sergio Marchionne è atterrato ad Austin nella serata di ieri, arrivando molto presto nel paddock semideserto tipico della domenica mattina.

L’agenda è quella tradizionale, ovvero una fitta serie di incontri con la squadra ma anche con i rappresentanti di altri team. Dopo la colazione con Toto Wolff, il Presidente ha incontrato i media per fare chiarezza sul momento attuale del team.

I messaggi sono stati chiari: il gruppo non si tocca (a Maranello si proseguirà compatti partendo da quanto di buono fatto nel 2017), le colpe in merito alle ultime gare vanno divise tra team e piloti, e ci sarà da litigare con Liberty Media quando ci si siederà al tavolo per definire le regole della Formula 1 del futuro. Ma nel presente il diktat è quello di non mollare la stagione in corso fino a quando la matematica non dirà che non c’è più nulla da fare.

Presidente, c’è un po’ di rammarico in chiave Mondiale dopo quanto accaduto nelle ultime gare?
“Ripensare ed analizzare le ultime vicende dà un po’ fastidio, il casino è iniziato a Monza e da lì è proseguito nelle gare successive. Abbiamo analizzato e compreso quanto è accaduto, ed ora è importante non ripetere gli stessi errori".

"Ho parlato con Maurizio e Sebastian stamattina, confermando che l’obiettivo è provare a mantenere in vita le speranze in chiave campionato. In questo momento è importante garantire il massimo sostegno e guardare avanti".

"Non ci attende un’impresa facile, le possibilità sono ovviamente minori del cinquanta per cento, ma detto questo la Ferrari non si può arrendere. Abbiamo avuto una macchina eccezionale dall’inizio della stagione, poi ci sono stati i disguidi che hanno determinato il ritardo che abbiamo oggi nella classifica di campionato, ma vogliamo provare a recuperare".

"Ho parlato anche con Toto stamattina, e loro sanno che la Ferrari c’è. Facciamo lavorare Sebastian, lasciamo lavorare la squadra, e se riusciremo ad arrivare ad Abu Dhabi ancora in corsa sarebbe un ottimo traguardo. Non è finita fino a quando non è finita”.

Le ultime gare di questo Mondiale sono anche un’opportunità per lavorare in ottica 2018?
“Se c’è una cosa da criticare del passato è che si arrivava a metà campionato e si iniziava a lavorare sulla monoposto della stagione successiva. Condivido il fatto che la vettura 2018 sia importante, però dobbiamo finire questo campionato".

"La differenza rispetto al passato è che oggi vogliamo giocarci le nostre carte fino alla fine, dobbiamo concludere al meglio il 2017. Allo stesso tempo dobbiamo essere consapevoli che tutto ciò che abbiamo fatto quest’anno sarà importante per la stagione successiva".

"Molti dei problemi tecnici che abbiamo avuto, anche quello relativo alla scocca cambiata venerdì sulla monoposto di Sebastian, non saranno ripetuti nella vettura del prossimo anno. Ovviamente nel 2018 affronteremo altri problemi, ma quelli avuti quest’anno sono stati metabolizzati”.

Quando le cose non vanno come previsto sorgono puntualmente rumors sulla stabilità della squadra, a partire dai piloti fino ai vertici del team...
“La squadra è arrivata qui, questo gruppo di persone ha ottenuto risultati importanti, poi c’è stato qualche errore, ma se lo scorso anno avessi detto che nel 2017 saremmo stati in grado di lottare per il titolo, beh, credo che sarei stato deriso".

"Per lunga parte del Mondiale siamo stati l’unica alternativa alla Mercedes, ed è la prova che la squadra ha funzionato. Ora non rompiamo le scatole parlando di cambiamenti, abbiamo cercato stabilità confermando sia Sebastian che Kimi, non voglio parlare di altro, ma la stabilità è essenziale”.

Max Verstappen è stato bloccato dalla Red Bull fino al 2020. Le piace Ricciardo?
“Osserviamo tutti, ma la cosa importante è appoggiare Sebastian. Sto guardando tutti, abbiamo due piloti della nostra Academy che sono eccezionali, vedremo come piazzarli perché meritano uno spazio in una Formula 1 che è in pieno cambio generazionale”.

Sul piano finanziario è stata una stagione positiva per la Ferrari. Quali sono gli obiettivi fissati per la squadra?
“Vogliamo portate a termine il progetto di rilancio della Scuderia. Abbiamo iniziato lo scorso anno in estate, e credo che siano stati fatti dei passi avanti enormi. Ho scherzato con Sebastian ricordandogli quando sono venuto a trovare il team in Ungheria abbiamo vinto. Se accadrà lo stesso oggi magari cercherò di esserci anche in Messico la prossima settimana… Bisogna incoraggiare questi ragazzi, garantire il massimo appoggio”.

La Ferrari è stata a lungo in testa al Mondiale, poi è arrivato un periodo difficile. Crede che ci siano maggiori responsabilità da parte dei piloti o del team?
“Le colpe si possono distribuire su entrambi i fronti. Sebastian sa di aver fatto delle cavolate, così come alcune sono state fatte dalla Scuderia, quindi distribuiamo le responsabilità in parti uguali. Ma se non fossero stati fatti errori oggi non saremmo qui a chiederci di chi è la colpa”.

Ha parlato con i rappresentanti di Liberty Media sui piani futuri della Formula 1?
“Ci saranno una serie di riunioni da qui alla fine dell’anno per discutere sui motori del futuro. Ho ricordato la nostra posizione, che credo alla fine sarà condivisa anche dalla Mercedes, ovvero che la conoscenza e la tradizione tecnica della Ferrari non può essere annullata dall’obiettivo di ridurre i costi".

"Io sono il primo a riconoscere che stiamo spendendo troppo, ma non possiamo intervenire togliendo quello che è il dna della Ferrari e della Formula 1. E’ un discorso delicato, e vi anticipo che molto probabilmente ci sarà da litigare”.

 

 

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