Manor: è una monoposto leggera, con quasi 30 kg di zavorra!
La MRT05 è la macchina di Banbury che ha l'ambizione di abbandonare l'ultima fila dello schieramento dei Gp: la Manor è migliorata di 4"5 secondi al giro rispetto al 2015 non solo per l'adozione della power unit Mercedes.
Rio Haryanto, Manor Racing MRT05
XPB Images
La Ferrari riuscirà a scavalcare la Mercedes nella lotta per il mondiale? Questa è la domanda che si fanno tutti gli appassionati di Formula 1 che hanno seguito i test pre-campionato che si sono conclusi la scorsa settimana a Barcellona. Ma è interessante chiedersi anche se la Manor riuscirà ad abbandonare l’ultima fila dello schieramento di partenza, se guardiamo il Circus alla rovescia.
L’anno scorso la Marussia Manor era condannata a stare in fondo alla griglia disponendo di una monoposto 2014 dotata del motore Ferrari dell’anno prima, proprio come il telaio. Insomma Will Stevens, Roberto Mehri e Alexander Rossi erano costretti a gareggiare con una macchina obsoleta e solo quando c’era qualche pilota costretto a sostituire la power unit con penalizzazione, le vetture di Banbury hanno avuto il privilegio di scattare più avanti.
La rivoluzione di Fitzpatrick
Quella squadra di fatto non esiste più: il titolare Stephen Fitzpatrick ha rivoluzionato i ranghi. Ha voluto dare un taglio netto con la vecchia gestione dando il benservito a Graeme Lowdon e John Booth , i due manager che l’hanno curata fino alla fine del campionato, dopo averla salvata dal fallimento dell’anno prima.
Come managing director è arrivato Dave Ryan, un uomo di esperienza giunto dalla McLaren. E sotto al confermato responsabile tecnico, John McQuilliam, è stato assunto come capo progettista della MTR05 Luca Furbatto, un ingegnere di esperienza con solide basi costruite in Toro Rosso e McLaren. Attorno al piemontese si sono aggregati in seguito Nikolas Tombazis come aerodinamico e Pat Fry come consulente della pista. Due pezzi da novanta dell’ex staff Ferrari.
Un organico di sole 150 persone
Rimpolpato l’organico che, comunque, non arriva a 150 persone, contro le mille di McLaren e Ferrari, Stephen Fitzpatrick ha voluto anche cambiare i partner tecnici: Mercedes per la power unit e Williams per la fornitura del cambio.
Non solo, ma l’ingaggio di Pascal Wehrlein come pilota titolare, ha permesso alla Manor di mettere un piede nella galleria del vento di Brackley per lo sviluppo della MRT05, mentre in precedenza il team andava al Technology Centre della McLaren a Woking.
Insomma, una vera rivoluzione che si è concretizzata in pochi mesi. La monoposto di Furbatto non ha soluzioni con voli pindarici, ma è stata pensata badando alla sostanza: la MRT05 costruita intorno al motore Mercedes PU106 C è classica: “Abbiamo un budget limitato – ammette Ryan - per cui cerchiamo di spendere le risorse in soluzioni che certamente danno un vantaggio. Non potendoci permettere la ricerca su idee innovative, dobbiamo essere molto concreti”.
Che miglioramento rispetto al 2015!
Comunque sia il salto di qualità si è visto nei test invernali di Barcellona: la Manor ha fatto un salto di quattro secondi e mezzo rispetto al 2015. Un incremento di prestazioni che non è dovuto solo alla maggiore potenza della power unit Mercedes 2016 in luogo del deludente motore Ferrari 059/3.
Pascal Wehrlein ha colto la 17esima prestazione su 22 piloti in pista a Montmelò, mettendosi dietro una Sauber e le due Haas, oltre al compagno di squadra (Rio Haryanto, ultimo, non conta visto che era ancora alla scoperta della Formula 1).
Muso lungo e soluzioni semplici
Diciamo che la metà del gap si può ascrivere al propulsore più potente, ma il resto è farina del sacco del team di Banbury. La MRT05 è rimasta l’unica monoposto 2016 a essere dotata del muso lungo, ma è stata disegnata con una certa razionalità, senza le esasperazioni aerodinamiche che caratterizzano altre monoposto.
Per quanto sia apprezzabile la soffiatura apparsa sui tre flap verticali montati sopra alle bocche dei radiatori, ma tutto il resto è ancora piuttosto “basico”. Eppure, la Manor ha una particolarità: è una monoposto molto leggera che dispone di quasi 30 kg di zavorra secondo le indiscrezioni che ci arrivano dal mondo Mercedes.
Dovrebbe essere, quindi, una vettura molto agile con un limitato consumo delle gomme: più adatta alla gara che alla qualifica. Pat Fry, responsabile degli ingegneri di pista, non ha molte opportunità di spostare le masse per trovare l’ideale bilanciamento della macchina (il regolamento impone una distribuzione dei pesi fissa), ma Luca Furbatto può puntare ad un baricentro basso, sistemando le zavorre sul fondo.
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