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Mallya arrestato nuovamente a Londra e rilasciato su cauzione

L'accusa rivolta al proprietario della Force India è di riciclaccio, ma questa volta le autorità indiane sostengono che i fondi scomparsi della Kingfisher Airlines potrebbero essere finiti sui conti della squadra di Formula 1.

Dr. Vijay Mallya, proprietario del Sahara Force India Formula One Team

Foto di: Sahara Force India F1

Dr. Vijay Mallya, proprietario del Sahara Force India Formula One Team
Dr. Vijay Mallya, proprietario del Sahara Force India Formula One Team guarda la monoposto di Esteba
Eddie Jordan, Dr. Vijay Mallya, proprietario del Sahara Force India Formula One Team
Dr. Vijay Mallya, proprietario del Sahara Force India Formula One Team guarda la monoposto di Esteban Ocon, Sahara Force India VJM10
Dr. Vijay Mallya, proprietario del Sahara Force India Formula One Team
Dr. Vijay Mallya, proprietario del team Sahara Force India Formula One

Il proprietario della Force India, Vijay Mallya, è stato arrestato a Londra per la seconda volta nel 2017, con l'accusa di riciclaggio di denaro legata alla gestione del suo team di Formula 1.

Il 61enne era stato già arrestato lo scorso aprile dalla polizia britannica per conto delle autorità indiane, su richiesta delle banche che cercano di recuperare 1,4 miliardi di dollari legati al crack della Kingfisher Airlines, la compagnia aerea di Mallya.

Per Mallya, che è stato privato del passaporto indiano ed ha ricevuto delle limitazioni da parte della Gran Bretagna, è stato avviato un processo di estradizione, con un'udienza prevista per il prossimo 4 dicembre.

Stando a quanto afferma Mark Summers, avvocato che rappresenta il governo indiano, alcuni dei fondi rivendicati sarebbero finiti nei conti della Force India ed il nuovo arresto sarebbe legato a questa accusa.

Il riciclaggio faceva già parte dell'elenco delle accuse rivolte a Mallya in occasione del primo arresto, ma il fatto che parte di questi fondi potrebbe essere finita nei conti della Force India è un nuovo dettaglio dell'indagine.

Mallya ha ribadito di non avere intenzione di tornare in India, perché teme di dover fronteggiare un processo condizionato dalle pressioni mediatiche, ma poi è stato rilasciato su cauzione fino alla prossima udienza.

"Qualunque cosa dirò, la dirò in tribunale e non ho intenzione di ripeterla ai giornalisti" ha detto quando ha lasciato la magistratura di Westminster ieri. Non è chiaro invece al momento se tutta la vicenda potrà avere ripercussioni a breve termine sulla Force India o meno.

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