Magnussen "smussa gli angoli" dopo il crash con Gasly a Baku
All'irruente pilota danese sono state attribuite ieri delle dichiarazioni deliranti che Kevin ha voluto chiarire dopo aver portato le sue scuse al francese per la brutta chiusura contro il muro di Baku per la quale è stato punito dai commissari.
Foto di: Steven Tee / Motorsport Images
Kevin Magnussen ha provato a rimettere le cose a posto. Il fattaccio è quello accaduto nel Gran Premio di Azerbaijan, quando nelle fasi della ripartenza dopo l’ultimo regime di safety car, il danese ha messo a muro Pierre Gasly senza molti complimenti.
Nell’immediatezza del dopo gara l’episodio è passato un po' in sordina, ma Liberty Media ha reso pubbliche le immagini del camera-car del pilota della Toro Rosso, che inchiodano Magnussen alle sue responsabilità in modo evidente, come tra l’altro confermato dalla penalità arrivata dal Collegio dei Commissari Sportivi FIA di Baku.
Nella giornata di ieri Gasly ha accusato senza mezzi termini il danese della Haas, definendolo “il pilota più pericoloso contro cui ho mai gareggiato, mi ha letteralmente messo a muro in un punto in cui eravamo a 300 km/h”.
A gettare benzina sul fuoco è stata anche un’intervista pubblicata ieri, in cui Magnussen ha affermato di “voler morire in una macchina da corsa”, frase non proprio felice in un momento del genere. Tuttavia qualche ora dopo è stato chiarito che le dichiarazioni risalgono al venerdì prima della gara di Baku.
Nella serata di ieri Magnussen è stato così chiamato a fare chiarezza:
“L'intervista è stata fatta prima della gara, e ovviamente non ha nulla a che vedere con quanto accaduto con Pierre. Non l’ho certo spinto di proposito, e mi sono scusato con lui molte volte dopo l'incidente”.
“È altrettanto chiaro che non voglio morire in una macchina da corsa – ha precisato Magnussen - stavo esprimendo la mia volontà di voler dare assolutamente tutto ciò che è in mio potere per raggiungere il successo, e per ottenere quello che voglio non serve avere incidenti o penalità, ma finire i Gran Premi nella posizione di classifica migliore possibile".
"Sto vivendo il sogno della mia infanzia, ovvero correre in Formula 1. Ho dedicato tutta la mia vita al raggiungimento di questo obiettivo, ed è naturale per me dare tutto quello che ho per riuscire ad arrivare al successo. Il giorno in cui non lo farò più mi ritirerò senza alcuna esitazione”.
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