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Intervista

Lowe: "Kubica non è una minaccia per i piloti titolari, ma una risorsa"

Il direttore tecnico della Williams spiega qual è il ruolo del polacco che nei test ha impressionato più di Sirotkin a Stroll. La FW41 non ha entusiasmato a Barcellona: "E' un progetto tutto nuovo che deve crescere". Paddy critico sulla divisione dei proventi.

Paddy Lowe, azionista e Direttore Tecnico Williams

Paddy Lowe, azionista e Direttore Tecnico Williams

Sutton Motorsport Images

Paddy Lowe, Direttore Tecnico Williams
Paddy Lowe, Williams Formula 1
Naso della Williams FW41
Sergey Sirotkin, Williams FW41
Sergey Sirotkin, Williams FW41
Robert Kubica, Williams parla con media
Sergey Sirotkin, Williams FW41
Sergey Sirotkin, Williams FW41
Lance Stroll, Williams FW41
Tifosi e striscioni per Robert Kubica, Williams
Robert Kubica, Williams FW41
Lance Stroll, Williams FW41
Lance Stroll, Williams FW41
Lance Stroll, Williams FW41
Lance Stroll, Williams FW41
Lance Stroll, Williams FW41
Sergey Sirotkin, Williams FW41
Sergey Sirotkin, Williams FW41
Sergey Sirotkin, Williams FW41
Sergey Sirotkin, Williams FW41, pit stop
Sergey Sirotkin, Williams FW41
Sergey Sirotkin, Williams FW41
Sergey Sirotkin, Williams FW41, parla con la stampa

Archiviati i titoli Mondiali conquistati con la Mercedes dal 2014 al 2016, lo scorso anno Paddy Lowe ha stupito non meno di Nico Rosberg decidendo di lasciare la squadra iridata per sposare l’avventura in Williams.

Nel 2017 il 56enne ingegnere britannico si è integrato nel team, ereditando il lavoro pianificato da Pat Symonds. Così è di fatto la FW41 la prima Williams nata sotto la sua direzione tecnica, e i risultati che arriveranno al termine del Mondiale che scatterà a Melbourne il prossimo fine settimana definiranno il contributo portato da Lowe al team inglese.

I primi passi della nuova monoposto visti nei test pre-campionato a Barcellona non sono stati tra i più incoraggianti, il progetto è sembrato ancora molto acerbo ed il lavoro da affrontare non manca.

Il tutto con due piloti a corto d’esperienza ed un budget lontano da quello dei top team. Una sfida vera a propria, soprattutto per un ingegnere come Lowe che nel corso della sua lunga carriera (sviluppata tra McLaren e Mercedes) ha sempre lavorato in squadre senza limiti di risorse.

Iniziamo dalla filosofia della nuova monoposto. Ad una prima occhiata sembra un mix di soluzioni viste lo scorso anno su Mercedes e Ferrari.
“È un progetto completamente nuovo, abbiamo cambiato molto rispetto allo scorso anno, e come spesso accade in Formula 1, ci sono idee provenienti da ‘luoghi’ differenti. Abbiamo una galleria del vento e siamo autorizzati ad utilizzare un numero determinato di ore ogni settimana, come definito dai regolamenti. Quindi è normale gettare l’occhio anche a quanto studiato nelle altre nove gallerie del vento, lo facciamo tutti, dobbiamo valutare le idee proposte da tutti i team e provare a scegliere il meglio, e naturalmente aggiungendo le nostre intuizioni ed il nostro lavoro”.

Avete due piloti con poca esperienza, e avete deciso comunque di concedere del tempo a Kubica nei test di Barcellona. Non deve essere semplice bilanciare le due necessità...
“Abbiamo valutato attentamente il tempo a disposizione, ed abbiamo concesso a Robert delle mezze giornate che ci permettono di sfruttare al meglio il suo contributo. Robert ha il ruolo di pilota di sviluppo, il nostro obiettivo è sfruttare le sue capacità e la sua esperienza, e per farlo è necessario che possa girare altrimenti il suo contributo perde di significato. Come ho detto abbiamo un tempo limitato in quanto ad attività in pista, ma pensiamo che il bilanciamento trovato sia buono”.

C’è il rischio che la presenza di Kubica possa aggiungere pressione a Sirotkin e Stroll?
“No, non penso ci sia alcuna pressione. Robert aggiunge un suo contributo in termini di consigli, idee e suggerimenti per aiutare la squadra ad ottenere risultati migliori, ed è un contributo anche per i nostri titolari. Quindi non vedo perché debba esserci pressione. Sergey e Lance sono i piloti titolari, mentre Robert è il driver di sviluppo, e non c'è alcuna pressione a cambiare questi ruoli”.

Siete stati stupiti da Sirotkin?
“La sorpresa maggiore è stata quando abbiamo incontrato Sergey la prima volta. Abbiamo visto un ragazzo molto impegnato e determinato, un gran lavoratore estremamente intelligente. Quando è in macchina non sembra soffrire mai di eccessi di pressione, è sempre calmo ed attento. Ha trascorso intere settimane in sede, ed abbiamo apprezzato la sua attitudine”.

Avendo due piloti molto giovani vi siete posti il problema di puntare sulla facilità di guida della monoposto andando anche un po' a scapito della performance?
“In realtà è una considerazione che si fa regolarmente. Se, ad esempio, c’è una soluzione aerodinamica che può portare dei benefici ma rende la monoposto meno facile da guidare, si cerca un compromesso. Ma non credo ci siano differenze tra l’avere un rookie ed un pilota più esperto da questo punto di vista, si lavora sempre nello stesso modo”.

Quando è stata presentata la FW41 c’erano voci che sarebbe stato introdotto un cambio in carbonio…
“No, non si tratta di un cambio in carbonio. Abbiamo apportato delle modifiche piuttosto importanti, senza però cambiare le scelte dei materiali. Diciamo che è qualcosa che possiamo valutare in futuro, perché si tratta di un cambiamento importante che comporta molti costi sia economici che in termini di personale. Al momento non è una priorità, perché non è una componente che garantisce una svolta in termini di prestazioni”.

Si è parlato molto del fumo che esce dal retrotreno della Ferrari….
“Sappiamo che quest’anno il regolamento tecnico ha chiarito alcuni aspetti, e ogni motorista avrà trovato delle soluzioni. Ma bisogna chiedere a loro…”.

Come vede le discussioni sulla Formula 1 del 2021?
“Credo che per prima cosa dobbiamo anche avere ben chiari gli obiettivi, e alcuni degli obiettivi di cui di parla possono essere contrastanti. Penso che la Formula 1 abbia bisogno di alta tecnologia, è una delle maggiori attrazioni di questo sport, i fan amano la complessità, le innovazioni e il modo in cui i piloti devono gestire queste novità".

"Però poi ci sono visioni contrastanti, ad esempio ogni tanto si sente chi punta il dito contro le termocoperte: a che servono? Sono uno spreco di denaro. Ma per avere un contesto tecnologico, servono anche questi dettagli, che creano nell’insieme uno spettacolo accattivante. Fa parte dello show. Dal mio punto di vista preferisco spendere soldi in questi contesti piuttosto che per spettacoli sulla griglia di partenza, ma capisco che ci sono visioni differenti, e il lavoro importante sarà cercare di mediare queste divergenze”.

Anche il modello di business crede che vada rivisto?
“Si assolutamente. Penso che sia nella peggiore forma che ho visto negli ultimi trent’anni. C’è sempre stata differenza tra le squadre di alto e basso profilo in termini di ripartizione dei profitti, ma il modo in cui è regolamentato oggi è incredibilmente ingiusto. Faccio un esempio: la Williams ha una base di fan di Williams incredibile. Quando lo scorso anno abbiamo celebrato il 40° anniversario del team a Silverstone, sono arrivate ben 50.000 persone, ed era un giorno feriale! E stiamo parlando solo dei fan della Gran Bretagna".

"Abbiamo un grande seguito, sono appassionati che seguono la Williams, come nel calcio ci sono i supporter del Manchester United, e lo saranno per tutta la vita. Credo sia un’ingiustizia che così tanti appassionati non possano aspettarsi che il loro team lotti per la vittoria, noi proviamo a fare il massimo con quello che abbiamo, ma con la ripartizione attuale dei ricavi economici non si possono fare miracoli. E questa situazione deve essere cambiata”.

Consiglierebbe ad un potenziale team di entrare in Formula 1?
“Penso che la Formula 1 sia un contesto ed uno sport fantastico. E sono fiducioso che saranno prese le giuste decisioni per andare verso un ottimo futuro, correggendo alcuni errori che sono stati fatti negli ultimi anni. Ad una squadra che guarda con interesse la Formula 1 consiglierei di studiare bene il modello di business in ottica futura, capire dove sarà indirizzato, e muoversi di conseguenza con tutte le valutazioni del caso”.

Quest’anno vedremo anche nuove mescole sul fronte pneumatici. È una novità che la vede favorevole o crede che si rischi di complicare un po' troppo le regole?
“Penso che sia fantastico avere tutte queste gomme! C’è sempre stato qualcuno che si lamenta delle gomme, che dice… ‘è troppo complicato, potremmo risparmiare un po' di soldi’ o cose simili. I piloti amano particolarmente lamentarsi delle gomme, ma in realtà gli pneumatici aggiungono grande interesse a questo sport".

"Se vogliamo scrivere regole che favoriscano gare interessanti e lo show, ovviamente il fronte tecnico è sempre importante, ad iniziare dal design delle auto, ad esempio. Ma allo stesso tempo anche i regolamenti sportivi sono cruciali per trovare il modo di aumentare lo spettacolo, e l’utilizzo degli pneumatici è un esempio chiaro. Le gomme sono una variabile ottima per creare una gara interessante, e abbiamo avuto modo di vederlo in questi anni. La gente ha dimenticato quanto fossero noiose certe gare prima dell’avvento della Pirelli”.

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