Lauda: "Il bando delle grid girl è una decisione contro le donne"
Niki Lauda ha chiesto ai vertici della Formula 1 di riconsiderare il bando delle grid girl, dicendo che questa non può essere considerata una mossa a favore delle donne.
Foto di: Andrew Hone / Motorsport Images
I nuovi proprietari della Liberty Media hanno annunciato all'inizio di questa settimana la decisione di abbandonare la tradizione legata alla presenza di bellezze femminili sulla griglia della Formula 1, spiegando che il concetto non corrispondeva più alla nuova immagine del marchio.
La decisione ha suscitato enormi polemiche, con la questione che ha catturato i titoli dei giornali, oltre a diventare un importante argomento di discussione sulle televisioni e le radio.
A quelli che hanno criticato il bando delle grid girls si è aggiunto anche Niki Lauda, che ha affermato che si è trattato di una decisione "stupida".
"Questa è una decisione contro le donne" ha detto Lauda al quotidiano austriaco Der Standard.
"Gli uomini hanno preso una decisione che ricadrà sulla testa delle donne. Questo non farà alcun favore alla Formula 1 e soprattutto alle donne. Quanto possono essere stupidi? Sono pazzi?".
Lauda poi ha aggiunto: "Spero che sia un modo per invertire questa decisione. Non mi dispiacerebbe vedere anche dei ragazzi in griglia accanto alle ragazze. Perché no?".
Se alcune persone hanno suggerito che questa scelta aiuterà a cambiare la percezione delle donne in Formula 1, Lauda ritiene che sia assurdo pensare che le due cose siano collegate.
Il tre volte iridato, infatti, sostiene che il successo delle donne in posizioni di rilievo nel mondo delle corse automobilistiche non ha alcuna correlazione con l'utilizzo delle ragazze in griglia.
"Le grid girl sono sempre state parte della Formula 1 e dovrebbero continuare ad esserlo" ha detto.
"Le donne stanno guadagnando dei ruoli senior e lo stanno facendo molto bene, quindi le cose si stanno muovendo nella direzione giusta. Ma una cosa non esclude l'altra. Non voglio riportare indietro le donne, voglio incoraggiarle".
"Se continuiamo su questa strada, non ci saranno più cheerleaders in America".
Dichiarazioni tradotte da Markus Luttgens
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