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Lamborghini e Senna, una mostra in ricordo del test segreto!

Il Museo Lamborghini a Sant'Agata Bolognese ospita la mostra fotografica “Ayrton Senna. L’ultima notte” curata da Ercole Colombo e Giorgio Terruzzi e le monoposto guidate dal campione brasiliano dal karting alla Formula 1.

Atmosfera della presentazione

Foto di: Franco Nugnes

Stefano Domenicali
Le Formula Ford 2000 di Ayrton Senna
McLaren MP 4/8 e il V12 Lamborghini LE3512 del test del 1993
La mostra
il V12 Lamborghini LE3512
Tutti i numeri di Ayrton Senna
Il kart di Ayrton Senna
McLaren Mp 4/8 di Ayrton Senna
Lotus 98T, Campionato del Mondo di Formula 1 1986
Toleman TG184, vettura dell'esordio in F.1 di Ayrton Senna
Ralt RT3 della West Surrey Racing, monoposto di Ayrton Senna per la F3 britannica del 1983
Williams FW16 di Ayrton Senna
Atmosfera della presentazione
In F. Ford 2000 di Ayrton si chiamava ancora Da Silva
Riccardo Patrese e suo figlio davanti al kart di Senna
Mauro Forghieri
L'ingresso del Museo Lamborghini

L’occasione è unica: vedere tutte le monoposto guidate da Ayrton Senna in una mostra. La location? Il secondo piano del Museo Lamborghini di Sant’Agata Bolognese. Vi domanderete qual è il legame fra il campione brasiliano e la Casa del Toro? Per gli appassionati la risposta è semplice: il motore 12 cilindri Lamborghini di Formula 1 che nel settembre 1993 era stato montato su una McLaren MP4/8 appositamente modificata con la quale il tre volte campione del mondo girò all’Estoril in un test segretissimo.

E a far da cornice a uno schieramento di macchine forse irripetibile le immagini della mostra fotografica “Ayrton Senna. L’ultima notte” curata da Ercole Colombo e Giorgio Terruzzi.

Insomma si è creata un’atmosfera magica alla presentazione del 12 aprile dove ha fatto gli onori di casa, Stefano Domenicali, presidente e CEO di Automobili Lamborghini: al richiamo hanno risposto diversi ex piloti di Formula 1 come Riccardo Patrese, Mauro Baldi e Pierluigi Martini.

Naturalmente all’evento non potevano mancare l’ingegner Mauro Forghieri, papà del V12, e Daniele Audetto, il team manager che aveva allacciato i contatti della Lamborghini con la McLaren. I due personaggi hanno avuto modo di ricordare una storia che ha avuto alcuni aspetti degni di un “giallo”: Ron Dennis cercava un Costruttore per la stagione 1994 che fosse disposto a fornire il motore e a supportarne i costi di sviluppo, visto che la collaborazione con la Ford non sarebbe andata avanti.

Dopo un primo collaudo funzionale a Pembrey che aveva attizzato la curiosità di Senna, fece seguito il test all’Estoril dove la bianca McLaren MP4-8 (che è esposta nella mostra) montava un’unità rivista e corretta: meno potente, ma con un riempimento di coppia che aveva permesso al campione brasiliano di cogliere facilmente un tempo record che indusse Ayrton a chiedere alla McLaren di disputare le ultime gare della stagione 1993 con quella macchina sperimentale, in attesa di disporre del V12 Lamborghini nel campionato successivo.

E dopo una stretta di mano fra Bob Lutz, presidente Chrysler, il marchio che aveva il controllo della Lamborghini, e Ron Dennis, ci fu il clamoroso voltafaccia del team principal britannico, che siglò un contratto con la Peugeot mandando in fumo una collaborazione che avrebbe potuto essere vincente, perché la fornitura dei dieci cilindri francese era accompagnata da una lauta copertura economica che a Sant’Agata Bolognese non avrebbero potuto sostenere.

Senna, di conseguenza, decise di lasciare la McLaren per approdare alla Williams. Una svolta fatale che il 1 maggio 1994 gli costò la vita durante le prime fasi del GP di San Marino a Imola quando sulla sua FW16 cedette il piantone dello sterzo in piena velocità alla curva del Tamburello e un braccetto della sospensione anteriore che si era trasformato in una spada mortale trafisse il casco.

E, allora, l’abilissimo Antonio Ghini grazie alle immagini di “Ayrton Senna. L’ultima notte” è riuscito a riaccendere il ricordo struggente della travagliata vigilia di Ayrton trascorsa nella celebre “Suite 200” dell’Hotel Castello a Castel San Pietro e abbinarlo ad una carriera straordinaria che nel Museo Lamborghini è raccontata dal debutto del brasiliano nel karting fino all’ultimo GP con la Williams FW16.

Fanno bella mostra anche le due Formula Ford dei trionfi inglesi ed europei, la Ralt RT3-Toyota di Formula 3 e poi le monoposto di Formula 1, vale a dire la Toleman TG184-02 del debutto, la Lotus 98T della prima vittoria, la McLaren MP4-8 dotata del motore Ford HB 3.5 V8 e la famigerata Williams FW16-Renault. Gli appassionati avranno modo di visitare il Museo Lamborghini fino al 9 ottobre, domeniche incluse, dalle 9,30 alle 19.

 

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