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La vita di Clay Regazzoni diventa un film per la televisione

Un documentario della durata di 52 minuti, realizzato da Felice Zenoni per la Radiotelevisione Svizzera, racconta la vita e le corse dell'amatissimo pilota ticinese della Ferrari nel decennale della morte...

Clay Regazzoni

Clay Regazzoni

Grand Prix Photo / xpb.cc

La famiglia di Clay Regazzoni
Gian Maria Regazzoni con Felice Zenoni
Alessia Regazzoni intervistata dal regista Felice Zenoni
Il regista Felice Zenoni
Preparativi prima di girare la scena
Il drone in volo
La troupe mentre gira una scena
Troupe in azione
La troupe mentre gira una scena
Troupe in azione
Troupe in azione
Troupe in azione
Niki Lauda e Clay Regazzoni
Clay Regazzoni
Clay Regazzoni
Clay Regazzoni
Clay Regazzoni
Clay Regazzoni
Clay Regazzoni
Clay Regazzoni davanti a Denny Hulme
Clay Regazzoni
Clay Regazzoni
Clay Regazzoni e Hans Stuck
Clay Regazzoni dopo l'incidente alla partenza
Alan Jones e Clay Regazzoni
Clay Regazzoni
Clay Regazzoni
Clay Regazzoni, Ferrari 312B/2
Clay Regazzoni, Ferrari 312B/2
Jacky Ickx, Ferrari 312B2, davanti a Ronnie Peterson, March 721G Ford; Clay Regazzoni, Ferrari 312B2; Emerson Fittipaldi, Lotus
Jacky Ickx, Ferrari 312B davanti a Pedro Rodriguez, BRM, Clay Regazzoni, Ferrari 312B guida il gruppo all'ingresso della Parabolica
Clay Regazzoni

È stato uno dei piloti più carismatici nella lunga storia della Formula 1: Clay Regazzoni, un ticinese di Lugano, nato nel 1939. Ora c’è un film documentario della sua vita e della sua carriera. La prima mondiale è stata fatta il 25 di novembre all’interno di “Autobau” a Romanshorn, sulle rive del lago di Costanza, nel cantone Turgovia, un museo contenente un centinaio di automobili tra le più belle del Dopoguerra. 

La pellicola di cinquanta minuti è composta da tanti filmati documentari sulla vita e la carriera di Clay Regazzoni, non è semplicemente un carosello di macchine in corsa, ma fa vedere anche un Clay nella vita privata, con la sua famiglia, assieme alla moglie Maria Pia e i figli Alessia e Gian Maria. Un padre affettuoso che in questi momenti non sembra essere quel pilota aggressivo e grintoso che molti rammentano, il Regazzoni sempre pronto ai duelli ruota a ruota.

Nel film parlano diversi personaggi che gli erano vicini, i famigliari, ma anche gli altri piloti, pure Enzo Ferrari, il grande boss di Maranello. Vi sono anche dei commenti di qualche giornalista e fotografo, pur se non sempre azzeccati. “Clay Regazzoni - Leben am Limit”, questo il titolo del lavoro, “Clay Regazzoni: una vita a tutta velocità” in italiano, è stato messo in programma dal canale “La2” della Radiotelevisione della Svizzera Italiana il 13 dicembre alle ore 21.05 nel corso di una serata-evento alla quale interverranno molti ospiti importanti: da Arturo Merzario allo storico dell’automobilismo Cesare De Agostini, al giovane pilota svizzero Alex Fontana. 

 

Per far rivivere il clima dei gloriosi Anni 70 e i personaggi del mondo della Formula 1 di quel periodo, la serata della RSI proporrà inoltre il film “Rush” del regista americano Ron Howard: una pellicola che racconta della rivalità tra Niki Lauda e James Hunt, in un momento in cui Clay Regazzoni era ancora tra i più quotati piloti della Formula 1.

L’autore del documentario, Felice Zenoni della società di produzione Mesch & Ugge AG di Zurigo, racconta il lungo percorso che è stato alla base del documentario: “Inizialmente, all’incirca sette anni or sono, abbiamo tentato di realizzare un documentario di 90 minuti per il cinema. Purtroppo, all’epoca non abbiamo trovato i soldi per fare il film. L'idea è rimasta pertanto per un po' nel cassetto...”.

Mai dire mai: “Nel 2015, in vista del decennale della morte di Clay, la TV svizzera ci ha dato l'okay per realizzare un filmato della durata di quasi un’ora, 52 minuti. Regazzoni per me, tenendo in debito conto l’intera storia della Formula 1, resta un caso eccezionale. È vero che lui nel 1974 è stato soltanto un vice campione, ma dopo il suo tragico incidente del 1980 a Long Beach e per il coraggio che ha dimostrato a tutti, è diventato dieci volte campione del mondo, affrontando le difficoltà che conseguivano alla sua nuova vita”. 

In conclusione, secondo il regista Felice Zenoni: “Spero di essere riuscito a far vedere quest‘ultimo Clay con il film. È una lezione importante che lui ha dato a tutti noi in vita e perciò penso che la sua storia sia e resterà molto attuale...”.

 

La carriera di Clay è stata unica: incominciò con qualche corsa nazionale. Nel 1964 passa alla Formula 3, nel 1968 diventa pilota ufficiale della Tecno in Formula 2. E così Enzo Ferrari butta un occhio su di lui. Nel 1970 lo svizzero si laurea campione europeo della serie cadetta, contemporaneamente debuttando in Ferrari nella massima categoria.

Al suo quarto Gran Premio, in Italia, coglie una vittoria sensazionale! Fu una giornata emozionante, sembrava che Monza scoppiasse di entusiasmo; una vittoria della Ferrari, per di più con un pilota che piaceva al pubblico.

Nel 1973 Regazzoni passa all’inglese BRM, ma si tratta di una stagione sfortunata. Si riprende nel 1974, nuovamente con la Ferrari: vince il Gran Premio di Germania, poi arriva secondo in Brasile, Spagna, Olanda e Canada. Prima dell’ultimo GP, negli Stati Uniti, è in testa alla graduatoria mondiale, a pari punti con il brasiliano Fittipaldi. Sul circuito di Watkins Glen la sua Ferrari non rende il massimo, Clay poi si ritira, mentre Emerson termina in quarta posizione, laureandosi così campione del mondo, proprio davanti al talento elvetico. 

 

Il ticinese poi vince il Gran Premio degli Stati Uniti Ovest nel 1976, passando in seguito alla Shadow e, nel 1979, alla Williams. Con quest’ultima si afferma nel Gran Premio d’Inghilterra di quell’anno. Nel marzo 1980 il colpo di sfortuna: al volante della Ensign, Regazzoni subisce un grave incidente durante il Gran Premio USA West a Long Beach.

Seguono lunghi mesi in cliniche specializzate, Clay non può più camminare, a 41 anni si trova in sedia a rotelle. Ma non si arrende, guida un’auto munita di aggeggi speciali per paraplegici. Anzi, organizza dei corsi di pilotaggio automobilistici per persone dalla ridotta mobilità. Inizia pure una seconda carriera, quella dei Rally-Raid del tipo Parigi-Dakar, oppure Londra-Sydney.

Dalla sua sedia a rotelle passa alla guida di camion. È sempre popolarissimo. Ma poi, il 15 dicembre 2006, esattamente dieci anni fa, il tragico incidente sull’autostrada presso Parma, tutto finisce. Sarà stato un colpo di sonno? Non si saprà mai...

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