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La tattica di Raikkonen sacrificata a favore di quella di Vettel

La Ferrari al primo pit stop ha deciso di richiamare prima Vettel, mentre Raikkonen è stato tenuto in pista. Arrivabene è chiaro: "Kimi non stava perdendo tantissimo, per cui credo che la decisione siastata giusta. Non si può vincere con due piloti"

Kimi Raikkonen, Ferrari con Nico Rosberg, Mercedes AMG F1 Team nella sfilata dei piloti

Foto di: XPB Images

Kimi Raikkonen, Ferrari SF16-H
Kimi Raikkonen, Ferrari SF16-H dietro alla Safety Car FIA
Nico Rosberg, Mercedes AMG F1 and Kimi Raikkonen, Ferrari as the grid observes the national anthem
Kimi Raikkonen, Ferrari SF16-H
Kimi Raikkonen, Ferrari
Kimi Raikkonen, Ferrari SF16-H

Quando dopo ventidue giri Kimi Raikkonen è tornato in corsia box con le fiamme che uscivano dall’airscope delle sua Ferrari, la gara di Iceman è andata in archivio con uno zero in classifica. Ma sul suo Gp d’Australia le cattive notizie erano iniziate già prima.

All’undicesimo giro Kimi è transitato a 2”496 secondi dal leader Sebastian Vettel, e con un secondo di vantaggio su Nico Rosberg. La tornata successiva il tedesco della Mercedes ha provato l’undercut sul tandem ferrarista, ed una volta tornato in pista ha virtualmente superato Raikkonen già al termine del secondo settore. La Ferrari a quel punto è corsa ai ripari, chiamando subito in pit-lane Vettel e consentendo al tedesco di mantenere il comando della gara d’un soffio.

E Kimi? Era logico attendersi la sosta del finlandese al giro successivo, ma invece la Ferrari numero 7 è stata lasciata in pista fino al sedicesimo giro. Il risultato è stato che dopo il pit-stop Raikkonen è rientrato in pista ritrovandosi staccato da ben tredici secondi da Rosberg.

Maurizio Arrivabene ha dato la sua spiegazione:

“Kimi non stava perdendo tantissimo, quindi tenerlo fuori in quel momento era la cosa giusta da fare. Se lo avessimo chiamato prima forse avremmo compromesso la gara di Sebastian. Per cui credo che sia stata la decisione, giusta. Non puoi vincere con due piloti”.

Sulla bontà della decisione di dare la precedenza alla chiamata di Vettel non ci sono dubbi, ma è difficile comprendere i motivi per cui si sia messo Raikkonen nelle condizioni di perdere così tanto tempo nei confronti di Rosberg avendo di fatto una strategia (fino a quel momento) identica a quella del compagno di squadra.

“In quelle fasi è il team che decide – ha commentato Raikkonen – ed in quel frangente abbiamo perso subito una posizione su Rosberg”.

Gli sviluppi della strategia del muretto ferrarista sono stati poi azzerati dopo un solo giro, quando la bandiera rossa ha interrotto la corsa azzerando tutti i margini tra le monoposto.

 

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