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La scelta gomme e Max potranno mettere in difficoltà Mercedes?

Gomme diverse, stessa Mercedes. A Silverstone le W11 impongono la loro legge, mentre gli altri arrancano. Ferrari lenta e poco affidabile. Per Vettel si prospetta l'utilizzo del secondo motore termico dopo soli 5 GP.

Lewis Hamilton, Mercedes F1 W11

Lewis Hamilton, Mercedes F1 W11

Mark Sutton / Motorsport Images

Dal Gran Premio di Gran Bretagna si è passati al Gran Premio del 70° anniversario, ma per quanto riguarda le prime posizioni poco è cambiato. Stessa pista, stesse monoposto e stessi piloti, ovvero le due Mercedes e il tandem Hamilton-Bottas, sempre loro a dettare il passo. Complici una pista più veloce, delle mescole più morbide ed una temperatura quasi ideale per spingere al massimo, i tempi sono calati drasticamente rispetto al venerdì della scorsa settimana, con Hamilton (leader di giornata) capace di stampare il tempo di 1’25”606, ovvero 1”668 più veloce del crono ottenuto dal leader Lance Stroll al termine della FP2 della scorsa settimana.

Tutti i piloti in pista hanno migliorato la loro performance, nonostante la consueta simulazione di qualifica che i team programmano nella prima metà della sessione FP2, sia stata per le squadre di vertice più in funzione della Q2 che della caccia alla pole position. L’interrogativo, previsto alla vigilia del weekend, è stato confermato dalle sessioni completate oggi, ovvero non è ancora chiara quale sarà la strategia migliore per affrontare i 52 giri in programma domenica.

La conferma è arrivata dalle doppie simulazioni di qualifica completate da Mercedes e Red Bull, che sono scese in pista provando il giro veloce sia con le medie che con le soft. Il gap tra le due mescole (che secondo la Pirelli è di circa mezzo secondo) nelle condizioni odierne in realtà non si è visto, anzi, in alcuni casi il compound medio è sembrato garantire una resa migliore del soft anche sul giro secco, come confermato dallo stesso Hamilton. “Sembrano praticamente la stessa gomma – ha commentato Lewis – l’unica differenza è che la soft arriva un po' surriscaldata alla fine del giro, mentre la media tiene un po' meglio soprattutto sull’asse posteriore”.

Un sospiro di sollievo per la Mercedes, che vede nella partenza con le soft l’unico vero ostacolo (ma sarebbe meglio dire punto interrogativo…) verso il successo bis a distanza di sette giorni. I ‘grigi’ potranno prendere i via con le medie, anzi, non è da escludere del tutto la possibilità che Hamilton e Bottas domani possano puntare a passare la sessione Q2 con gomme hard (potenzialmente potrebbero farlo) ma probabilmente in casa Mercedes punteranno sulle medie per evitare un primo stint di gara molto lungo con il rischio safety car.

Dietro la conferma Mercedes è però cambiato molto in termini di valori in campo. Primo degli ‘altri’ si è confermato Daniel Ricciardo, autore di un ottimo giro con le soft completato a trenta minuti dal termine, ovvero quando gli avversari stavano per iniziare le simulazioni di gara. La competitività della Renault è stata confermata anche nei long-run (Ricciardo ha puntato sulle hard), con tempi molto costanti anche se a debita distanza dalle Mercedes. Ha sorpreso un po' la scelta Renault di utilizzare la mescola più dura sia con Ocon che con Ricciardo, come ha spiegato Helmut Marko: “Non capisco perché usarle oggi, visto che ci sono solo due set per pilota. Credo che le hard saranno molto preziose domenica, e personalmente non credo sia una buona idea giocarsi un treno venerdì”.

L’unico pilota ad avvicinare il passo di Hamilton e Bottas (costantemente sul passi di 1’31”) è stato Max Verstappen, che dopo aver rimediato otto decimi nella simulazione di qualifica ha ridotto il margine sul passo gara di circa la metà. Margini di speranza? Se le condizioni meteo non confermeranno un caldo tropicale (al momento improbabili) e se non ci saranno imprevisti, impossibile oggi pensare anche per Max di poter dare fastidio alle Mercedes. Ma se ci sarà una chance, è l’olandese il primo che potrà coglierla.

Nelle prime tre file oggi manca invece la Ferrari, sopravanzata dal tandem della Racing Point. Curiosamente le scelte di assetto (corrette) portate in pista dai tecnici del Cavallino la scorsa settimana (poco downforce per favorire la velocità di punta), hanno fatto scuola per la concorrenza, ovvero Renault, Racing Point e McLaren, che hanno toccato valori negli speed trap maggiori rispetto a sette giorni fa. Stroll si è confermato, mentre Hulkenberg si è presentato nelle posizioni dove era atteso. Buoni i riscontri delle due RP20 sul giro veloce, ottimi nelle simulazioni di gara, che ha visto i due piloti subito alle spalle di Verstappen per ritmo e costanza.

Non sono stati solo i progressi della concorrenza a rendere negativa la giornata Ferrari, perché nei giri finali sulla monoposto di Sebastian Vettel ha ceduto di colpo la power unit. Una rottura meccanica evidenziata dalla lunga scia d’olio lasciata in pista dal tedesco, il quale una volta sceso dalla monoposto ha evidenziato il suo stupore per l’accaduto in stile… latino. Un danno evidente, che lascia a Seb pochissime speranze di poter essere in pista domani senza dover ricorrere alla ICE numero 2. Una notizia che si aggiunge ad un periodo già difficile per tutta la Scuderia, che in fondo ad una già corposa ‘to do list’ ha dovuto aggiungere anche l’allarme affidabilità.

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